martedì 19 giugno 2018

 Preti: quali prospettive per il futuro?

La situazione attuale è talmente fluida e magmatica, al punto che risulta impossibile prefigurare quale sarà la fisionomia del prete negli anni che verranno. Le premesse evidenziate non sembrano fare spazio ad un grande ottimismo. Più agevole risulta, invece, la delineazione di come tale fisionomia dovrebbe essere, dei tratti che dovrebbero cioè qualificarne l'immagine.
L'enucleazione di questi tratti ha rappresentato, in questi cinque anni di pontificato, una delle preoccupazioni maggiori di papa Francesco. Egli è più volte intervenuto per indicare con precisione l'identikit del presbitero, mettendone, di volta in volta, in luce aspetti diversi e complementari.
Tra questi aspetti meritano di essere sottolineati alcuni connotati che rivestono particolare rilevanza.
Il primo è la vicinanza al popolo, la capacità cioè di immedesimarsi nelle situazioni esistenziali della gente e di condividerne le gioie e le fatiche quotidiane - usando una felice metafora papa Francesco parla di «sentire l'odore delle pecore» facendosi come il Signore «compagni di viaggio» degli uomini che compongono la comunità in cui si è inseriti, e divenendo in questo modo del tutto partecipi del mistero dell'incarnazione.
Il secondo connotato è l'esercizio della povertà, intesa come sobrietà di vita e come rinuncia a ogni tentazione di potere per conquistare quella libertà interiore, che consente di diventare pienamente solidali con il mondo dei poveri, degli emarginati e dei sofferenti e di impegnarsi per la loro liberazione.
Il terzo connotato infine (ma non certo ultimo in ordine di importanza) è il ricupero di una spiritualità autentica, di una forte tensione mistica, in grado di interpretare il bisogno di trascendenza presente anche nel mondo di oggi, divenendo in tal modo testimone credibile del mistero di Dio.
Se queste ultime condizioni si verificheranno diventerà possibile - lo crediamo - restituire al presbitero la sua importante funzione e fornire all'azione pastorale una reale efficacia: la capacità di rendere trasparente agli uomini la novità e la bellezza del messaggio evangelico.
Giannino Piana

(Rocca 1 giugno)