venerdì 3 agosto 2018

Le parole per dirlo
"Più i problemi diventano grandi, più diventano invisibili" (U. Beck)


Oggi un signore di 77 anni mi ha detto: «Lei è un po' troppo giovane per fare il Vescovo!». Mi ha colpito molto questa affermazione. Perché non sono per nulla giovane. I giovani sono proprio un'altra cosa. Poi, però, quell'affermazione mi ha incuriosito e gli ho chiesto di spiegarsi meglio. Mi ha detto: «Alla sua età molti problemi non può ancora capirli!». Ora sono qui seduto alla scrivania. Le frasi di quel signore mi ronzano nella testa. Sicuramente ha ragione, molte cose mi sfuggono, su molti aspetti ho ancora molto da imparare. Quell'uomo sa che l'esperienza accumulata negli anni arricchisce e permette di avere occhi più attenti alle vicende della vita. Ha visto tante situazioni, affrontato tanti problemi, risolto tanti conflitti... e cosi, ora, con tutto questo bagaglio, sa interpretare meglio la vita. E quell'uomo ha vent'anni di vita più di me. Su questo ha ragione. Ne farò tesoro, per imparare a essere umile e chiedere consigli a chi ha più esperienza e sapienza di me. Ma devo anche dire che quel signore pensa ancora il mondo come un cammino lineare; per lui la storia è un insieme di cambiamenti all'interno di una linea costante, all'interno di certezze che restano invariate. Per lui ci sono cambiamenti, ma la sostanza resta sempre la stessa. Lui, che è più avanti negli anni, conosce ormai la sostanza e ha visto tanti mutamenti: ormai li conosce, sa dove andranno a parare.
Non si stupisce, sa riportarli a canoni di fondo, che gli sono familiari. Ma forse si sbaglia. Oggi il mondo non è più così. Non siamo dentro "i soliti cambiamenti". Non si può più dire: «Tanto poi, alla fine, tutto torna come prima». No caro signore, oggi non siamo in un'epoca di cambiamenti, ma di "metamorfosi". Il cambiamento è una trasformazione di un particolare settore della vita, senza mutare l'impianto di fondo, le certezze di fondo. La metamorfosi è proprio un mutamento dell'impianto e delle certezze di fondo. Oggi, caro signore, a volte diventa necessario pensare cose che un tempo erano "impensabili", anzi cose che un tempo erano "da non pensarsi". Come dice Papa Francesco, questa non è un'epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d'epoca. Ed allora non basta più l'esperienza da sola. Siamo dentro un "mondo nuovo" e tutti ci sentiamo "senza parole", con domande ancora prive di risposta. Il rischio peggiore è quello di fermarsi ai singoli cambiamenti senza accorgerci del fatto che il mondo stesso muta. Proprio come diceva il grande sociologo U. Beck: «Più i problemi diventano grandi più diventano invisibili». Prendiamo un cambiamento, lo aggrediamo, lo urliamo, ci convinciamo che sia il "vero colpevole" di tutti i problemi... e così non vediamo le trasformazioni radicali che stanno dietro. Invece abbiamo bisogno di sentirci piccoli e balbettanti di fronte alle mutazioni in atto; non per piangerci addosso, ma per tornare ad affrontare davvero insieme le questioni proprio come sognava U. Beck: «Questa traumatica vulnerabilità di tutti aumenta la responsabilità di tutti per la sopravvivenza di tutti». Più umili e più responsabili. Ma insieme. Giovani, adulti, anziani.
Derio Olivero, vescovo

(L'Eco del Chisone, 18 luglio
)