giovedì 9 agosto 2018

L'immigrazione
La difficile scadenza contro lo scandalo dei bimbi separati

NEW YORK. L'immigrazione è al centro del dibattito politico dopo la decisione della Casa Bianca di adottare una strategia di "tolleranza zero" alla frontiera. Ciò ha portato in un primo momento alla separazione di rifugiati e migranti dai figli che viaggiavano insieme a loro e che sono finiti in gabbia altrove. Di fronte a queste scene in contrasto con la storia e la sensibilità del paese, e con gli impegni a favore delle famiglie, la maggioranza degli americani si è rivoltata. Ci sono state (e si ripeteranno) grandi manifestazioni in tutte le piazze organizzate soprattutto dalla e sinistra del partito democratico. Molti leader stranieri (anche il Papa) hanno criticato il nuovo corso trumpiano: tanto che il presidente ha dovuto fare dietrofront sulle separazioni. E un giudice ha ordinato al governo di procedere entro martedì prossimo al ricongiungimento con i genitori dei cento bambini detenuti che hanno meno di 5 anni, e poi entro il 26 luglio degli altri: il cui numero si avvicina ai tremila (ma mancano ancora dati certi e ufficiali). Rispettare le scadenze del giudice non sarà facile: la Casa Bianca e l'Ice, l'agenzia per l'immigrazione, hanno già chiesto una proroga. Hanno anche altri problemi: per essere certi del legame di parentela tra grandi e bambini, hanno dovuto avviare dei test sul dna. Ipotizzano poi di sistemare le famiglie ricongiunte in basi militari. E intanto devono vedersela con le richieste della sinistra di abolire l'agenzia per l'immigrazione, per la sua inefficienza e perché è diventata il simbolo della lotta trumpiana ai migranti.

(la Repubblica 7 luglio)