sabato 1 settembre 2018

Comunità cristiana di base di via Città di Gap, Pinerolo
NOTIZIARIO DELLA CASA DELL'ASCOLTO E DELLA PREGHIERA
N°49 settembre '18
In evidenza:
     APPUNTAMENTI DI COMUNITA'
- 2/9: eucarestia

- 3, 10, 17 e 24/9: gruppi biblici

- 9/9: uscita ad Albiano d'Ivrea

- 15/9: incontro con A. Merletti su migranti

- 23/9: Momento di preghiera e assemblea cdb
     RECENSIONI
- P.Sacchi, Storia del secondo Tempio
     SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE
- Mettiamoli a discutere in un'isola…

- Il perdono

- Dialogando con Guido Allice

    DALLA NOSTRA COMUNITA'

- Questa comunità

APPUNTAMENTI DI COMUNITA' (via Città di Gap 13 -II piano)

     DOMENICA 2 SETTEMBRE dalle 10 alle 11 – Eucarestia (prepara Ines)

     LUNEDI' 3 SETTEMBRE dalle ore 15,30 alle ore 17 e dalle ore 21 alle 22,30 - Gruppi biblici: dopo la pausa estiva riprendiamo la lettura del vangelo di Luca (cap. 17) che ci occuperà per altri due mesi. In seguito, per circa 1 mese e mezzo, leggeremo gli Atti degli Apostoli. Infine leggeremo Isaia. Ogni due mesi dedichereremo un incontro a gruppi unificati per discutere una tematica con il contributo di un intervento esterno.

     DOMENICA 9 SETTEMBRE – Uscita comunitaria ad Albiano d'Ivrea: ci troveremo davanti alle sede della nostra comunità, alle ore 9:30. Dalle 11 alle 12:30 presso il castello vescovile di Albiano incontreremo Marco, Francesca e operatori e utenti della fraternità CISV. A seguire pranzo, preghiera e passeggiata (vedi articolo più avanti).

     LUNEDI' 10 e 17 SETTEMBRE dalle 15,30 alle 17 e dalle ore 21 alle 22,30 - Gruppi biblici (ATTENZIONE: uno dei due gruppi potrebbe essere spostato al martedì)

     SABATO 15 SETTEMBRE alle 17: Angelo Merletti ci aiuterà a riflettere su "stranieri ieri e oggi", ricordando l'inizio della nostra attività comunitaria in relazione al "mondo straniero" e la redazione del quaderno "Lo straniero che vive in mezzo a noi". E oggi…

    DOMENICA 23 SETTEMBRE dalle ore 10 alle ore 11 – Momento di preghiera, meditazione e silenzio (come ogni mese, preparano l'incontro Esperanza e Stefania)

     DOMENICA 23 SETTEMBRE dalle ore 11:15 – Assemblea comunitaria

     LUNEDI' 24 SETTEMBRE dalle 15,30 alle 17 e dalle 21 alle 22,30 – Gr. biblici
ALCUNI APPUNTAMENTI con Franco Barbero
     SABATO 8 SETTEMBRE – Savigliano: dalle ore 11:30 nel palazzo comunale Elisa e Paolo celebrano la loro unione civile. Franco parteciperà nelle vesti di pubblico ufficiale.

     GIOVEDI' 13 SETTEMBRE – Gruppo giovani a Pinerolo: presso la sede della cdb di via Città di Gap, 13.

     DOMENICA 23 SETTEMBRE nel pomeriggio – San Secondo: Franco annuncia la benedizione di Dio al matrimonio di Tullio e Stefania.

     VENERDI' 28 SETTEMBRE dalle h 17,45 alle h 19,15 – Corso biblico a Torino: presso la sede di via Principe Tommaso 4. Per informazioni: Maria Zuanon 3497206529.

     SABATO 29 SETTEMBRE dalle ore 16:30 – presso la cdb di Piossasco: padre Gianfranco Testa e Carla ci presenteranno "Il perdono. Un itinerario pedagogico e formativo".

     DOMENICA 30 SETTEMBRE dalle ore 10 alle ore 15:30 – Incontro della Comunità nascente di Torino in via Principe Tommaso 4. Alle ore 10:30 inizio eucarestia. A seguire pranzo comunitario autogestito (chi desidera potrà portare qualcosa) e nel pomeriggio programmazione. L'incontro terminerà verso le ore 15,30. Per ulteriori informazioni: Anna Serafini 338-3311616 e blog http://comunitanascentetorino.blogspot.it/
NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI
Gruppo amicizia islamo-cristiana

Il 31 agosto ci siamo incontrati per redigere la richiesta ufficiale per i corsi di arabo. La nostra proposta è di svolgere il corso per bimbi (dagli 8 agli 11 anni) ogni giovedì dalle ore 16:30 alle ore 18 da ottobre 2018 ad aprile 2019 (docenti: Rashid Aissi e Nawras Aljaber). Il corso per adulti potrebbe tenersi sempre il giovedì ma dalle ore 18:15 alle ore 19:45 da gennaio a maggio 2019 (docenti: sig.ra Ranja e Elena Gallea).

9 settembre: incontro ad Albiano di Ivrea

    La nostra comunità di via Città di Gap parteciperà ad una giornata di confronto e convivialità che si svolgerà ad Albiano d'Ivrea il 9 settembre.

    Il ritrovo è davanti alla sede della comunità (via Città di Gap, 13) alle ore 9:30. Dopo il trasferimento in macchina, ci incontreremo con operatori e utenti della fraternità CISV che ha sede presso il castello vescovile in via Castello, 22 ad Albiano di Ivrea (tel. 0125 59481; email: cisvfraternita.albiano@gmail.com). Sarà l'occasione per rivedere Francesca, Marco e figli e parlare della loro esperienza di condivisione e accoglienza. Il pranzo sarà svolto presso la sede della fraternità: loro ci offriranno un primo e noi ci occuperemo del resto (ognuno/a porta qualcosa). A seguire momento di preghiera e passeggiata nello splendido territorio circostante, incorniciato dalla serra d'Ivrea.

    Questa uscita va inquadrata nel contesto di una serie di momenti di confronto e convivialità con realtà di area conciliare della nostra area geografica. E' nostra intenzione prima di tutto conoscere direttamente alcuni "fermenti ecclesiali di base" presenti nel nostro territorio, con la prospettiva di fare rete, mantenendo nel tempo un rapporto di condivisione e confronto.  

    Per informazioni sull'associazione CISV, di cui fa parte la fraternità di Albiano, consigliamo di consultare il sito internet: http://cisvfraternita.it/

Francesco G.

21-23 settembre: convegno europeo CdB a Rimini

È ancora possibile iscriversi all'incontro che si terrà presso il Savoia Hotel, Lungomare Murri, 13. Il tema generale "Cristiane e cristiani per un mondo più giusto e per una Chiesa povera", sarà articolato in una serie di relazioni e laboratori. Per informazioni e prenotazioni fare riferimento al sito nazionale delle comunità di base (www.cdbitalia.it). Ecco il programma dettagliato:

Venerdì 21 settembre

- Dalle ore 16 - accoglienza, sistemazioni, iscrizioni. Apertura spazio espositivo

- h 19:30 – Cena

- h 21:30 - Preghiera/canto della sera. Saluto di benvenuto da parte della segreteria europea, informazioni e aggiornamenti sulle realtà dei Paesi partecipanti e presentazione dell'incontro. Convivialità e intrattenimento cominciando a conoscersi: canti, balli, degustazioni...

Sabato 22 settembre

- h 9 – Presentazione del programma e dei laboratori e introduzione dei lavori. Preghiera/canto comune

- h 9:15  – Conferenza introduttiva del prof. Riccardo Petrella (al termine verranno raccolte le domande formulate per iscritto)

- h 10  – Pausa

- h 10:30  - Testimonianze dai diversi Paesi: Semplicità volontaria (Belgio francofono). Politica e rifugiati (Austria). Povertà e multinazionali: l'iniziativa per le multinazionali responsabili (Svizzera tedesca). Immigrazione e accoglienza (Francia)

- h 11:30 – Discussione e risposta alle domande raccolte dopo la conferenza

- h 13 – Pranzo

- h 14:30 – Laboratori (prima sessione): Per una Chiesa povera di potere (CdB San Paolo - Roma). Eglise 2030 (Francia). Globalizzazione e rifugiati (Spagna). Ecologia (CdB Cassano di Napoli). Semplicità volontaria (Belgio francofono). Povertà, lo sguardo delle donne: pensieri e pratiche (Gruppi Donne delle CdB italiane). Leggere la Bibbia, leggere la vita. Un dialogo biblico sulla povertà di tutti i giorni (Svizzera tedesca)

- h 16 – Pausa

- h 16:30 – Laboratori (seconda sessione)

- h 18 – Scrittura dei "dazebao" con frasi/riflessioni sul lavoro fatto nei laboratori

- h 19 – Cena; h 21 – Visita libera al centro storico di Rimini.

Domenica 23 settembre

- h 9 - Celebrazione eucaristica a cura della CdB del Cassano – Napoli: preghiera iniziale; dialogo amichevole "a tu per tu" con un/a vicino/a; "scrittura dei pannelli" con frasi dei dialoghi amichevoli… prosegue la celebrazione. Alla fine della celebrazione lettura e approvazione del documento finale;

- h 12 – Pranzo. Saluti, partenze
RECENSIONI (a cura di Franco Barbero)
Paolo Sacchi, Storia del secondo Tempio (Israele tra IV sec. a.C. e I sec. d.C.)
Un viaggio di storia e di fede così documentato ed appassionante può solo essere il prodotto di lunghi anni di rigorose ricerche di uno studioso sempre originale, di cui nella mia biblioteca ho una vasta produzione. Eccone la presentazione dell'Editore:

"Questo libro non è una storia d'Israele nel senso classico del termine; non lo è né per il limitato spazio di tempo preso in considerazione, né per il modo di trattare l'argomento. Il periodo che va dal VI secolo a.C. al I d.C. è l'epoca durante la quale la Bibbia ha assunto la sua forma attuale, ed è quella in cui nel giudaismo sorsero varie teologie, dalla cui competizione reciproca sono derivati due massimi fenomeni del nostro tempo: il giudaismo rabbinico e il cristianesimo. Prendendo in considerazione non solo gli scritti canonici, ma anche apocrifi e gli scritti di Qumran, l'opera si propone di essere una storia globale, dove i fatti culturali vengono colti nella loro dinamica e messi il più possibile in relazione con gli avvenimenti politici. Essa aspira altresì a offrire un contributo originale al dibattito ebraico-cristiano, nel quale il pensiero cristiano delle origini non è visto in contrapposizione al giudaismo, ma come parte viva di esso, erede di un antico modo di intendere il rapporto dell'uomo con Dio".

Abbiamo un immenso bisogno di studi di questo livello per disporre di strumenti storici e per collocare nei relativi contesti la letteratura biblica. Il pregiudizio che il cristianesimo non sia stato uno dei "giudaismi" del primo secolo è ancora imperante. Ma oggi è certamente ben documentata questa varietà giudaica.

In libreria per Sei, 2002, pp. 530, € 18.
SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE
Mettiamoli a discutere in un'isola deserta

La battuta, più e più volte ripresa da papa Francesco: "I teologi facciano il loro lavoro. Ma non aspettiamo che si mettano d'accordo" e l'altra: "Tutti i teologi mettiamoli a discutere in un'isola deserta" hanno due risvolti diversi.

Da una parte papa Francesco sa che troppe questioni di lana caprina ancora oggi dividono le chiese cristiane che, a suo avviso, devono cercare un ecumenismo pratico, che faccia centro sui problemi del mondo. 

Si tratta di un orizzonte evangelico fecondo al quale occorre lavorare con assiduità. Ne sono convinto, anche rispetto al dialogo con le altre tradizioni religiose. 

Ma portare i teologi e le teologhe su un'isola deserta ha anche un risvolto inquietante. Infatti il lavoro, le domande, le critiche e le proposte di quei  pochi teologi sono "pericolose" per le istituzioni ecclesiastiche consolidate. 

Eppure, caro papa Francesco, talune critiche radicali all'impianto dottrinale sono inutilmente rimosse perché scomode. 

Si preferiscono i "teologi della normalità", i tinteggiatori di professione che verniciano e riverniciano il castello. Ma i nodi vengono al pettine. Le domande scomode e rimosse tornano.

Fino a quando potremo ripetere le formulazioni di Nicea, Efeso e Calcedonia, senza prendere sul serio l'ebraicità del Gesù storico? Fino a quando la morale cattolica sarà ferma al modello unico di famiglia e il ministero sarà solo maschile? Fino a quando continueremo a parlare del diavolo e delle fiamme dell'inferno e tenere in vigore la teologia e la prassi liturgica dell'espiazione e del suffragio? Fino a quando continueremo a parlare di pace e manterremo i cappellani militari? Fino a quando incoraggeremo un castello devozionale, turistico, miracolistico ed economico che ridicolizza l'esperienza della fede?

Sì, caro papa Francesco, i teologi e le teologhe che vanno alle radici, li avete già isolati. Forse non è nemmeno necessario portarli su un'isola deserta. Ma loro non taceranno e non si accontenteranno di fare i progressisti a servizio della comunità. Anche se saranno "quattro gatti" perché gli altri li avete già sistemati, rieducati, comprati e ammansiti.

Franco Barbero
Il perdono
Dopo aver constatato la concreta praticabilità del perdono e la sua compatibilità – non alternativa e non sostitutiva – di percorsi terapeutici e pedagogici, nelle seguenti pagine sono evidenziate con modalità didattiche e formative le fasi che caratterizzano il processo di apprendimento, acquisizione, constatazione, possibilità e opportunità di utilizzo della pratica personale del perdono.

Il cammino proposto si dipana attraverso 3 tappe o fasi conseguenti e identificate con altrettanti titoli e che specificano le azioni e i contenuti:

1) Dall'oscurità alla luce: la sofferenza, la rabbia, il risentimento, il rancore possono insediarsi in noi fino a colonizzarci, invaderci e condizionare la nostra esistenza, fino a farci perdere la nostra sicurezza, il significato della vita, la socialità, la relazione (la capacità di costruire relazioni funzionali per se stessi e per gli altri); attraverso un resoconto personale possiamo riuscire a soppesare su una "bilancia ideale" cosa perdiamo e cosa guadagniamo facendoci dominare dalla rabbia e dal rancore.

2) Decido di perdonare: le decisioni che ognuno di noi assume sono razionali o irrazionali; cosa influisce quando facciamo delle scelte: Sono sempre scene logiche, conseguenti a valutazioni intellettive? Come incidono la volontà, l'inconscio, le esperienze sensoriali? Come prendo coscienza dell'importanza e del significato per me della pratica del perdono: dunque, cosa è per me il perdono.

3) Guardo con occhi nuovi: nella nostra società noi siamo spinti per le nostre valutazioni e comportamenti a classificare gli altri come buoni (integrati nel contesto sociale) o come cattivi (esclusi dal contesto, emarginati come avversari potenziali): siamo portati a servirci di pregiudizi, filtri percettivi (o di fissazioni inibitorie) che suddividono gli altri secondo il parametro che evidenzia la desiderabilità o meno della loro diversità.

In questa terza parte si offre la possibilità di constatare che la realtà soggettiva, anche dell'offensore, dell'autore della sofferenza subita, è identificabile con il valore della persona, della sua dignità, delle sue potenzialità che non verrebbero meno anche se dovesse trattarsi del responsabile della violenza patita. Come procedere? Conviene "ripulire il dolore, evitare che invada, si espanda opprimendo la vittima fino a determinare l'isolamento e la distruzione di legami affettivi e relazionali".

"Se riconosco l'altro come persona io sono portato ad aprirmi, ad avviare e ad attivare il dialogo, la comunicazione, la relazione interpersonale".

Il percorso del perdono ci fa sperimentare e constatare che la vittima, la persona offesa può scegliere e decidere di prendersi cura, di farsi il dono di concentrare le proprie energie, non verso l'offensore, verso chi è stato causa del proprio malessere e verso la reazione offensiva da rivolgergli come ritorsione, ma da riservare e rivolgere verso se stessi, impegnandosi a raggiungere e conservare il proprio benessere globale evitando tensioni e traumi.

(tratto da Gianfranco Testa, "Il perdono", ed. Libere, Torino 2014, pp. 225-226)
Dialogando con Guido Allice

Ricevo da Guido


Caro don Franco, ho letto che venerdì prossimo presenti il libro di Ehrman "E Gesù diventò Dio", mi spiace di non poter venire, io quel giorno sono via, ho letto il libro che è molto interessante, tuttavia in alcuni punti non mi convince, trovo che da per scontate affermazioni prese alla lettera che andrebbero meglio approfondite; faccio un esempio:
a pp. 197-198 a proposito di Atti 13, 32-33 che citano il salmo 2,7 "Tu sei mio Figlio, oggi io t'ho generato" afferma che il versetto, "originariamente associato al giorno dell'incoronazione del re giudeo" viene riferito a Gesù risorto, nel senso che, con la resurrezione, "Dio esaltò Gesù come proprio Figlio".

Ma non dice che, nella Bibbia, il titolo di Figlio di Dio non significa di per sè attribuzione di divinità. Come afferma ad esempio Joachim Gnilka, teologo cattolico prudente (ma profondo): "... il titolo di Figlio di Dio non mira ad affermare la discendenza da Dio, ma la messianicità" e, a proposito del salmo citato aggiunge: "… il re eletto sta dalla parte di Dio, diventa il rappresentante della sua maestà. Non si pensa ad una generazione fisica" ("I primi cristiani", Paideia, 2000, pag. 292).

Inoltre l'affermazione, sempre a pag.  198 "Luca pensava che Gesù fosse il Figlio di Dio sin dalla nascita, o meglio sin dal concepimento" andrebbe valutata alla luce del carattere simbolico e teologico del racconto della nascita di Gesù in Luca, come tu affermi ed hai ribadito ultimamente sul blog.

E' solo un esempio, ma ve ne sono molti altri. Sarebbe interessante parlarne. Lo possiamo fare al prossimo corso biblico?

Un affettuoso Saluto

Guido Allice

Dialogando con Guido


Caro Guido, sei sempre un lettore perspicace e preciso. Anch'io ho letto il libro di Ehrman con molto interesse per alcune documentazioni storiche difficilmente reperibili altrove. Ma dove il nostro Autore vuole fare l'esegeta, compie dei capitomboli incredibili.

Dove poi legge e interpreta Paolo o Giovanni oppure alcune locuzioni ebraiche come "Io sono", diventa un fondamentalista. 0Ho trovato almeno 16 passi, oltre a quelli che tu giustamente segnali, in cui Ehrman dimostra di non conoscere le più elementari discussioni ermeneutiche e compie interpretazioni arbitrarie e infondate.

E che dire della "Seconda lettera ai Filippesi?" Dove mai l'ha trovata? E che dire della erronea traduzione e confusione sul versetto del Vangelo di Giovanni 10,30 in cui confonde il neutro "en" con "eis"? Di queste confusioni è pieno il testo.

Ma ciò che per me è scandalosamente assente nel volume è la memoria degli unitariani, degli antitrinitari, di Serveto e dei mille e mille autori che hanno negato la divinità -divinizzazione di Gesù lungo tutti i secoli. Non esistono nemmeno i nomi di Serveto, Biandrata e di tutta la  cosiddetta "banda degli italiani"... Dimenticanze non perdonabili ad uno storico.

Anche la sua conclusione sembra ignorare gli ultimi tre secoli di ricerca sul Cristo storico: "E ancora oggi Gesù rimane il Dio che i cristiani onorano e pregano in tutto il mondo" (p. 326). Qui l'esegeta non c'è  e lo storico zoppica. Non si può mettere da parte tutta la ricerca che ha ricondotto il Gesù storico fuori dal dogma niceno e calcedonese. Non si può ignorare il crescente numero di cristiani e di studiosi che ormai vivono una fede nel Dio che ci parla attraverso Gesù, ma non fanno confusione alcuna tra Gesù e Dio.

Grazie, caro Guido, ne parleremo a Torino al corso biblico. Tuttavia la tesi del libro resta fondamentalmente valida perché, sul piano storico, la divinizzazione  del Nazareno, cioè la sua sostituzione con un Cristo dogmatico, è avvenuta  davvero attraverso il processo di cui il nostro autore coglie alcune tappe.

Un saluto e un abbraccio.

Franco Barbero
Ora è giunto il tempo
Ora è giunto il tempo per gli ebrei, i cristiani e i musulmani di dire ciò che non hanno detto nel passato: Siamo tutti figli di Abramo. E sia che siamo Isacco o Ismaele, Giacobbe o Esaù, Lea o Rachele, Giuseppe o i suoi fratelli siamo tutti preziosi agli occhi di Dio. Siamo benedetti. E per essere benedetti non è necessario che qualcuno sia maledetto. L'amore di Dio non funziona in questo modo.

Oggi Dio ci chiama, ebrei, cristiani e musulmani, a liberarci dall'odio e dalla sua predicazione, e a vivere, finalmente, come fratelli e sorelle, fedeli alla nostra fede e ad essere una benedizione per gli altri a prescindere dalla loro fede, rendendo onore al nome di Dio onorando la sua immagine, l'umanità.

(tratto da Jonathan Sackx, "Non nel nome di Dio", Giuntina, p. 280)
Un contributo alla lettura delle scritture: la formula "Io sono"
Le origini della formula sono probabilmente bibliche, più uno sviluppo avvenuto nel periodo postmaccabaico. L'espressione ebraica ani hu ("Io sono"; nella versione greca dei LXX: ego eimi) è un segnale che precede un'autodichiarazione divina. Particolarmente caratteristico del Deutero-Isaia, questo segnale stilistico registra importanti presenze anche nel Pentateuco e nei profeti (cfr. Gen. 28,13.15: Es. 3,14; 20,1-5; Is. 45,5.6.18; 46,9).

In questi passi l'"Io sono" sottolinea l'unicità e la maestà di Dio e, parimenti, la scelta d'Israele dovuta all'amore del Signore. Quel che più conta e ci si deve chiedere è se, usando questa formula, Giovanni intenda attribuire a Gesù una natura divina dello stesso livello dell'essere di Dio. Il passo di Es. 3,14 (nella versione del LXX) sembra essere chiaramente a monte di Giov. 8,58 e Is. 43,10-11 sembra costituire lo sfondo di Giov. 8,24.28. Entrambi i passi offrono, come nessun altro testo, paralleli unici dell'uso assoluto di "Io sono".

Mentre è vero che l'uso giovanneo della formulazione seguita da un predicato corrisponde a quegli esempi nelle Scritture ebraiche dove il Signore è chiamato salvatore (Is. 43,11), custode (is. 27,3) e guaritore d'Israele (Es. 15,26), perché l'evangelista fa compiere a Gesù la medesima opera salvifica di Dio, sarebbe un errore vedere nella formula "Io sono", usata in senso assoluto (Giov. 8,24.28.58), l'affermazione di un'identificazione con Dio.

Ovviamente, gli ascoltatori di Gesù potrebbero aver capito l'espressione in quel modo e il vangelo registra che, effettivamente, lo hanno fatto (cfr. 8,50; 10,31-33). Ma Giovanni è talmente chiaro nell'insistere che Gesù è il rivelatore di Dio dell'età finale, che egli è uno che viene da lassù e può parlare di Dio soltanto come egli fa (cfr. 3,11; 8,26;12,49), che sarebbe sbagliato vedere un abbandono di quello schema nell'uso assoluto di "Io sono". 

In questo caso, come del resto altrove, il Figlio non fa che affermare una sua intimità assoluta con il Padre. Egli ha unicamente il mandato di consegnare un messaggio da parte di Colui che lo ha mandato. Egli dà un accesso unico a Dio essendo stato scelto come unico tramite di salvezza per chiunque ascolti la sua voce" (Gerard Sloyan, "Giovanni", Claudiana p. 133).

Oggi le scienze bibliche ci aiutano a leggere la letteratura giovannea  in modo storico, ma persiste nelle chiese cristiane una tragica confusione tra la funzione che Dio ha attribuito a Gesù  e la storicità di Gesù che avrebbe ritenuto blasfemo, da ebreo credente, pensarsi nei panni di Dio.

La cultura ecumenica inoltre ci ha regalato un'altra consapevolezza: Gesù non è l'unico mediatore di salvezza perché le vie attraverso le quali Dio ci viene incontro sono molteplici, anche se per noi cristiani Gesù è la "via" che non esclude altre vie.

Franco Barbero
La Terra è di Dio
"Il passaggio dalla Genesi all'Esodo muta anche l'accento da porre sulle coordinate spazio-temporali.
Nel primo libro delle Scritture ci viene narrata la sacralità del tempo, che scandisce il ritmo della creazione e che ne esprime il culmine con lo Shabbat, il giorno in cui Dio si riposa - e con lui anche l'essere umano - per recuperare il senso del lavoro compiuto nei sei giorni precedenti.
Col libro dell'Esodo, anche lo spazio viene espressamente santificato: « Dio lo chiamò di mezzo al pruno e disse: "Mosè! Mosè!". Ed egli rispose: "Eccomi". Dio disse: "Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai e suolo sacro"» (Es 3,4-5).
Non poteva essere altrimenti, per un racconto che mette in moto il cammino verso la terra promessa. Un luogo santificato non da particolarità geo-fisiche ma perché su quella terra Israele potrà provare a vivere secondo la Parola ricevuta al Sinai.
Dunque, non solo il tempo è di Dio, ma anche lo spazio. La terra è di Dio e noi siamo ospiti chiamati a lavorarla affinché produca frutti di giustizia.

(tratto da Lidia Maggi, "Fare strada con le Scritture", ed. Paoline, p. 63)
Un tragico travisamento
Credo che una delle deviazioni più funeste, per chi si occupa seriamente di studi teologici a livello storico ed esegetico, consista nel confondere la razionalità critica con il razionalismo.

Gli strumenti con i quali compiono le ricerche si avvolgono necessariamente di criteri che provengono dalle scienze umane.

Ma i risultati, sempre perfettibili, servono per far crescere insieme la conoscenza e il senso del mistero.

La teologia, in tutta la branchia dei suoi territori, non può mai smarrire l'orizzonte e il senso del suo impegno. Essa, attraverso la catechesi, la predicazione e la liturgia, è a servizio del cammino del credente per alimentare il "sensus fidei", cioè l'atteggiamento di chi cerca, adora e accoglie il mistero di Dio. Anzi, la ricerca teologica fallirebbe il suo scopo, se non alimentasse la "relazione personale e comunitaria" con Dio, la cui presenza e conoscenza non è mai "dicibile" adeguatamente. Il servizio teologico, per quanto rigoroso nel metodo, è un sentiero umile ed audace che porta all'adorazione, alla relazione, alla ricerca del "volto nascosto" di Dio.

Tutti gli studi, tutti i ministeri, tutta la cura pastorale dentro la comunità vanno messi a servizio di questo incontro personale con il mistero amoroso di Dio perché possa dare senso e direzione al nostro vivere quotidiano. E' il Dio amore che ci fa gustare l'essere amati e ci dona la "spinta" ad amare. Amiamo gli studi, ma adoriamo Dio solo.

Franco Barbero
Livelli dell'Esodo
"L'esodo è, in primo luogo, un'esperienza vissuta da un gruppo di schiavi, scelto per essere popolo di Dio.
Esodo è anche il nome del secondo libro della Torah, che narra l'inizio di quella vicenda, il cui seguito è raccontato nei libri del Levitico e dei Numeri, e ricapitolata in quello del Deuteronomio.
Il libro dell'Esodo racconta l'epopea della liberazione nei suoi primi diciotto capitoli, mentre nei restanti ventidue si sofferma sulle leggi che devono guidare il popolo liberato.
Infine, l'esodo è anche una teologia, che attraversa la maggior parte dei libri biblici, facendo da collante tra il Primo e il Nuovo Testamento.
In tutti e tre questi livelli - storico, narrativo, teologico - l'esodo è caratterizzato dalla dinamica del cammino, espressa con tre verbi-chiave: uscire (iazà), entrare (bo), camminare (hallaq).
Tre verbi che precisano la grammatica del cammino della fede. Per la Bibbia, il cammino avviene nella cornice di un processo di liberazione, secondo cui non è sufficiente togliere le catene e muoversi liberamente. Questo è solo il primo movimento, quello dell'uscire. A cui ne deve seguire un secondo, espresso narrativamente col lungo cammino nel deserto, cammino di formazione paziente e di crescita graduale. Infine, il terzo movimento del cammino è dato dall'entrare nella terra di libertà, nel dare forma alla libertà sfuggita alle grinfie del faraone e successivamente educata a parlare una lingua differente da quella appresa in Egitto.
È questo il lungo itinerario per apprendere l'arte della libertà".

(tratto da Lidia Maggi, "Fare strada con le Scritture", ed. Paoline, p. 62)
La camorra e la madonna
A Medjugorje ormai la camorra si è fatta mariana. Il culto della madonna, con la sua falsa apparizione, e gli affari della camorra crescono insieme.  Il turismo batte le mani e papa Francesco manda inquisitori che, tutto sommato, non decidono nulla. In vaticano manca il coraggio di parlare apertamente.  Povera Maria di Nazareth, come ti hanno usata e ti usano da prostituta del potere e degli affari e a servizio dell'ignoranza.

Franco Barbero
Benedire Dio
Dopo quasi 50 anni di percorso si è venuta ulteriormente accentuando, nelle nostre eucaristie, la berakah, cioè la dimensione della benedizione-lode- ringraziamento a Dio. Vorremmo che essa invadesse anche i giorni feriali. Uno dei connotati più vistosi di queste nostre preghiere è dunque la nostra benedizione al Signore: benedire Dio si intreccia profondamente con il nostro liberarci e liberare... è qualcosa che ci fiorisce dentro continuamente, adagio adagio, nonostante tutte le miserie, le violenze, le mediocrità, le assurdità con cui facciamo i conti molto concretamente ogni giorno, dentro e fuori di noi.
Quanto più si diventa laici nel nostro agire tanto più avvertiamo l'esigenza di alimentare le sorgenti della preghiera. Proprio quando ci si congeda dallo spiritualismo diventa più importante e urgente costruirsi una spiritualità, darsi uno spessore spirituale.
Le nostre eucarestie ci legano molto alla vita quotidiana. L'emozione non è fatta per fuggire dalla terra, ma per abitarla con maggiore consapevolezza e per accogliere i nostri giorni con la felicità di cui sono portatori e con le difficoltà che stanno dentro il tessuto della vita politica, sociale, personale. Come la donna di Samaria, veniamo ad attingere acqua al pozzo per poi averne per noi, per gli altri e le altre nei giorni altalenanti delle nostre settimane.

Cdb pinerolesi anno 2004
Un errore serio e grave dei cristiani
Un errore serio e grave che i cristiani commettono è quello di mettere Gesù al posto di Dio. Ciò avviene a scandalo di islamici ed ebrei e a confusione dei cristiani. Alcuni non credenti si trovano a loro agio in questa situazione, e questa cristologia confusa serve loro per giustificare il rifiuto del cristianesimo e, talora, della religione stessa. Essi non possono accettare quella confusione e spiegano in questo modo il loro rifiuto totale alla fede.

Il Vangelo di Giovanni non commette un errore di questo genere. Il suo Gesù è un sacramento di Dio, allo stesso tempo Figlio e Parola, che è il pegno, umanamente personale dell'insondabile pozzo della divinità. Conoscere lui significa conoscere il Padre, ma uno non è l'altro sotto tutti gli aspetti. "Ho molte cose da dire e da giudicare sul conto vostro; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo" (v.26). Le parole di Gesù sono la Parola di Dio. Lui stesso è quella Parola. Essere davvero suoi discepoli significa dimorare in quella Parola (v.31).

(tratto da Gerard Sloyan, "Giovanni", Claudiana, p. 141)
Per non confondere la fede con la leggenda: Maria assunta in cielo?
Domani la liturgia cattolica ricorda anche la festa dell'Assunta. Maria, rapita in cielo, ormai scorrazza da un estremo all'altro, da un'apparizione all'altra: vergine, immacolata, madre di Dio, regina del cielo... è ormai l'astro più luminoso del firmamento cattolico.

Pio XII operò il passaggio dalla dottrina devozionale al dogma. Era l'anno 1950. Senza un minimo di supporto biblico, il papa proclamò unilateralmente questo dogma suscitando le ire delle varie chiese cristiane. Ma tale proclamazione serviva in un momento critico della chiesa cattolica a rafforzare il potere papale, ad arginare le nuove correnti politiche socialiste e femministe. I dogmi spesso rispondono alle esigenze del potere ecclesiale o politico per riaffermare se stessi.

La donna ideale, quella da imitare, diventava questa donna spiritualizzata, vergine ed immacolata, asessuata...una bella statuina di gesso. E così Maria, la donna ebrea, è stata completamente sottratta a se stessa, cancellata.

Rapita in cielo su una "carrozza angelica", è diventata la bambola religiosa , disponibile ad ogni operazione devozionale e commerciale. Questa donna, sottratta al fetore del cadavere, fu disumanizzata.

La sua fede, il suo impegnativo cammino di donna credente e di sposa di Giuseppe e madre di una numerosa famiglia, sono stati così nascosti sotto un castello artificiale di dogmi. La sua femminilità è stata occultata esaltandola con una montagna di privilegi soprannaturali.

La leggenda antica della "dormitio Mariae", con cui si voleva semplicemente dire che Dio ha accolto Maria di Nazareth presso di sé, è stata pervertita in una esilarante "verità di fede". Con il dogma dell'Assunta questo percorso ideologico di travisamento della figura storica di Maria raggiunge l'apice.

Le parole del dogma (n. 966 del Catechismo della chiesa cattolica) suonano persino ridicole: "... Fu assunta alla celeste gloria con il suo corpo e alla sua anima e dal Signore esaltata come la regina dell'universo..."

Di questo cosiddetto dogma non esiste traccia benché minima nelle Scritture e così si è fatto ricorso a fantastiche connessioni con altre donne delle Scritture.

Sappiamo invece (Nuovo dizionario di mariologia, pag.167) che nel secolo VI avvenne lo sviluppo storico in oriente della credenza dell'assunzione. Si cominciò allora a celebrare la festa del transito o "dormizione di Maria" fissata con decreto particolare dell'imperatore Maurizio al 15 Agosto in sostituzioni di culti pagani.

Oggi nessun cristiano è tenuto a mettere questa leggenda sul conto della fede. Piuttosto è importante raccogliere da Maria la sua profonda testimonianza di fiducia in Dio. E' ovvio che questa festa devozionale non fa parte della confessione di fede cristiana . Resta il danno dell'ignoranza del dato storico sulla figura di Maria di Nazareth che, come ognuno di noi viene accolto dopo la morte tra le braccia di Dio, senza strombazzamenti angelici e ridicole operazioni missilistiche.

Oggi la ricerca biblica e storica ci ha liberati dall'equivoco dei fardelli inutili che ci fanno scambiare per fede ciò che invece è una leggenda devozionale di cui si può fare totalmente a meno.

Franco Barbero
Dio aiutaci a non dimenticare mai
O Dio, aiutaci a non dimenticare mai che ogni cambiamento parte anche da noi, dal nostro modo di pensare e di agire. Tale consapevolezza ci aiuti a cercare sempre nuove strade per avvicinarci, un passo dopo l'altro, a Te, accettando le fatiche ed accogliendo la felicità che Tu sai donare a chi si fida di Te.

Anonimo
Le cattedrali più belle
"Le cattedrali più belle e più toccanti che ho visto nella mia vita sono gli occhi di migliaia di uomini e di donne  che, mentre dialogavo con loro, mi hanno rivelato la presenza nascosta, ma reale, di quel Dio d'amore che accompagna la vita delle Sue creature".

Franco Barbero
DALLA NOSTRA COMUNITA'
 Questa comunità
  •       Abbiamo vissuto un "agosto intenso" di incontri, di ascolti, di studi. Un piccolo gruppo di fratelli e sorelle ha fatto in modo che anche la sede della comunità restasse aperta ed accogliente per tutta l'estate e che il blog di Franco continuasse senza interruzione.
  •       Ed eccoci ad un settembre ricco di proposte. Terminata la lettura del Vangelo di Luca, ci proponiamo di proseguire con gli Atti degli Apostoli e con il libro di Isaia nei due gruppi settimanali.
  •       Il "gruppo giovani" ha scritto una lettera per il Sinodo dei vescovi su "I giovani e la fede" e contano di consegnarla prima di tutto nelle mani del nostro vescovo. Sarà resa pubblica tra breve.
  •       Nell'assemblea comunitaria abbiamo deciso di chiedere di partecipare come comunità al consiglio pastorale diocesano "con spirito critico e costruttivo".
  •       Ognuno/a di noi, secondo i doni ricevuti e in piena libertà e responsabilità, può dare del tempo, conoscenza, amore, passione perché cresca il nostro impegno nel mondo e nel cammino di fede. È qui in gioco la risposta personale in questo tempo in cui occorre fare i conti con il razzismo, la xenofobia e l'indifferenza.
  •       La comunità ricorda che le spese complessive  mensili raggiungono i 500 euro. La comunità si autofinanzia e i doni di amici e amiche sono graditi.
  •       Un saluto affettuoso a ciascuno e ciascuna. Un ricordo commosso a Giovanni che ora vive nelle braccia del Signore e nel ricordo della famiglia, di Lella e di tutti noi.
  •       E... poi un abbraccio ad Elsa e un caro saluto da tutti e tutte.
Il nostro notiziario
Diversi lettori ricevono ormai via e-mail questo notiziario. Abbiamo così ridotto il numero di copie cartacee stampate. I precedenti numeri sono esauriti. Chi desidera riceverlo via mail ci risparmia una spesa consistente. Contattare Francesco (giupaz@tin.it; 320-0842573).
CONTATTI

In attesa del sito della comunità, in fase di preparazione, le notizie riguardanti la comunità possono essere trovate nel blog http://donfrancobarbero.blogspot.it/