martedì 23 ottobre 2018

DOMENICO LUCANO, SINDACO DI RIACE
È AGLI ARRESTI DOMICILIARI!

Che mondo. Che mondo brutto! Mimmo Lucano è agli arresti domiciliari nella sua casa di Riace!
La giustizia si è abbattuta su Mimmo. Lo pone sotto accusa per aver forzato le procedure per permettere ad alcune ragazze di restare in Italia con matrimoni di comodo, facendo riferimento ad un'unica conversazione in cui Mimmo Lucano parla di far sposare una ragazza nigeriana, cui era stato negato il permesso, ad un italiano per farla rimanere in Italia. Non si sa neppure se il matrimonio sia stato celebrato oppure no!
L'altra accusa riguarda l'affidamento diretto del servizio raccolta rifiuti alle due cooperative sociali nate a Riace per dare lavoro ai riacesi e ai migranti. Per dirla tutta si tratterebbe di un affido diretto (tipo quello che l'attuale governo vuole mettere in opera per ricostruire il ponte di Genova!!) a due cooperative non inserite nel registro regionale di settore.
Capite, nella Locride dove la 'ndrangheta regna sovrana, dove esiste una disoccupazione tra le più alte in Italia, la giustizia mette in carcere Mimmo Lucano che da più di 10 anni ha rivitalizzato Riace, ha creato opportunità di lavoro per i suoi concittadini, ha accolto (ma questo probabilmente è ciò che lo condanna) alcuni migranti dando loro la dignità di un lavoro e una vita migliore di quella vissuta nel loro paese.
Mimmo Lucano si è sempre autodenunciato come "sindaco ribelle" pur di accogliere chi chiedeva aiuto e casa. Se reato c'è stato, è reato di UMANITÀ!
Riportiamo di seguito il di Mimmo Lucano letto in piazza a Riace durante la manifestazione di sabato 6 ottobre.

È inutile dirvi che avrei voluto essere presente in mezzo a voi non solo per i saluti formali ma per qualcosa di più, per parlare senza necessità e obblighi di dover scrivere, per avvertire quella sensazione di spontaneità, per sentire l'emozione che le parole producono dall'anima, infine per ringraziarvi uno a uno, a tutti, per un abbraccio collettivo forte, con tutto l'affetto di cui gli esseri umani sono capaci.
A voi tutti che siete un popolo in viaggio verso un sogno di umanità, verso un immaginario luogo di giustizia, mettendo da parte ognuno i propri impegni quotidiani e sfidare anche l'inclemenza del tempo. Vi dico grazie.
Il cielo attraversato da tante nuvole scure, gli stessi colori, la stessa onda nera che attraversa i cieli d'Europa, che non fanno più intravedere gli orizzonti indescrivibili di vette e di abissi, di terre, di dolori e di croci, di crudeltà di nuove barbarie fasciste.
Qui, in quell'orizzonte, i popoli ci sono. E con le loro sofferenze, lotte e conquiste. Tra le piccole grandi cose del quotidiano, i fatti si intersecano con gli avvenimenti politici, i cruciali problemi di sempre alle rinnovate minacce di espulsione, agli attentati, alla morte e alla repressione.
Oggi, in questo luogo di frontiera, in questo piccolo paese del Sud italiano, terra di sofferenza, speranza e resistenza, vivremo un giorno che sarà destinato a passare alla storia.
La storia siamo noi. Con le nostre scelte, le nostre convinzioni, i nostri errori, i nostri ideali, le nostre speranze di giustizia che nessuno potrà mai sopprimere.
Verrà un giorno in cui ci sarà più rispetto dei diritti umani, più pace che guerre, più uguaglianza, più libertà che barbarie. Dove non ci saranno più persone che viaggiano in business class ed altre ammassate come merci umane provenienti da porti coloniali con le mani aggrappate alle onde nei mari dell'odio.
Sulla mia situazione personale e sulle mie vicende giudiziarie non ho tanto da aggiungere rispetto a ciò che è stato ampiamente raccontato. Non ho rancori né rivendicazioni contro nessuno.
Vorrei però dire a tutto il mondo che non ho niente di cui vergognarmi, niente da nascondere. Rifarei sempre le stesse cose, che hanno dato un senso alla mia vita. Non dimenticherò questo travolgente fiume di solidarietà.
Vi porterò per tanto tempo nel cuore. Non dobbiamo tirarci indietro, se siamo uniti e restiamo umani, potremo accarezzare il sogno dell'utopia sociale.
Vi auguro di avere il coraggio di restare soli e l'ardimento di restare insieme, sotto gli stessi ideali.
Di poter essere disubbidienti ogni qual volta si ricevono ordini che umiliano la nostra coscienza.
Di meritare che ci chiamino ribelli, come quelli che si rifiutano di dimenticare nei tempi delle amnesie obbligatorie.
Di essere così ostinati da continuare a credere, anche contro ogni evidenza, che vale la pena di essere uomini e donne.
Di continuare a camminare nonostante le cadute, i tradimenti e le sconfitte, perché la storia continua, anche dopo di noi, e quando lei dice addio, sta dicendo un arrivederci.
Ci dobbiamo augurare di mantenere viva la certezza che è possibile essere contemporanei di tutti coloro che vivono animati dalla volontà di giustizia e di bellezza, ovunque siamo e ovunque viviamo, perché le cartine dell'anima e del tempo non hanno frontiere.
Hasta siempre.

Mimmo Lucano
Riace, 6 ottobre 2018
(da Insonnia, mensile Racconigi, ottobre 2018-contatti@insonniaracconigi.it)