mercoledì 14 novembre 2018

Dietrofront 5S sul Muos, rivolta anche in Sicilia

Il Muos
La stazione di Niscemi

Il Muos (Mobile User Objective System) è un sistema di comunicazioni satellitari militari che consente alla Difesa Usa di tenere i contatti con tutte le unità militari sul pianeta. È composto da quattro satelliti che smistano gli impulsi a quattro colossali antenne in altrettante stazioni in modo da coprire l'intera superficie terrestre: una di queste stazioni è a Niscemi.


PALERMO - La "novità" annunciata da Luigi Di Maio non è arrivata neppure ieri. E la pazienza dei M5S schierati contro il mega-radar americano si trasforma ogni giorno di più in insofferenza. In una rivolta che viaggia sottotraccia, nelle chat interne, nei cellulari caldi di imbarazzati esponenti istituzionali che, fino a qualche mese fa, erano in piazza a manifestare contro il Muos: la ministra della Salute Giulia Grillo, il presidente della commissione Difesa della Camera Gianluca Rizzo, il vicepresidente dell'Ars Giancarlo Cancelleri. Tutti lì, da qualche giorno, a fare i conti con una spiazzante presa di posizione del ministero della Difesa, guidato dalla collega pentastellata Elisabetta Trenta: una memoria che difende la stessa opera avversata per anni dagli attivisti 5S e chiede al tribunale di giustizia amministrativa di respingere il ricorso presentato per bloccarne l'attività.

«È uno scenario capovolto», osservano i comitati No Muos, all'interno dei quali militano tanti grillini delusi per una svolta governativa che tradisce anni di battaglia.

Il sistema satellitare americano, realizzato all'interno della riserva della Sughereta di Niscemi, è stato dal 2013 in avanti oggetto di una vertenza giudiziaria che aveva prima visto lo stop ai lavori da parte del Tar, quindi il via libera in secondo grado dal Cga. Nell'intero procedimento i 5S, anche attraverso il Comune simbolo di Ragusa (uno dei primi ad essere conquistato dai grillini), erano stati controparte rispetto al governo retto da Matteo Renzi. «Faremo una battaglia molto, molto dura», diceva in quegli anni Alessandro Di Battista, in un video con Rizzo che rincarava la dose: «No alla militarizzazione della Sicilia,  no alla devastazione del territorio». «Il Muos non s'ha da fare», diceva nel giugno del 2014 Grillo dai banchi della Camera. E sul web è facile rintracciare le Immagini di Cancelleri e del senatore Mario Giarrusso con la bandiera dei No Muos in mano, quello stesso vessillo che oggi fa bella mostra di sé nelle stanze del gruppo parlamentare M5S all'Ars. Grazie anche alla campagna No Muos i 5 Stelle, alle politiche, nel Comune di Niscemi hanno conquistato il 53 per cento, contro il 5 del Pd.

Ma il governo gialloverde, adesso, mantiene la linea di Renzi a tutela del sistema satellitare Usa. Ed è un'inversione dirotta, per il movimento, che non smette di creare agitazione: "Non possiamo indietreggiare su battaglie come quelle sul Muos e sulla Tav. M5S non può perdere il suo connotato ambientalista», dice il consigliere regionale Giampiero Trizzino, leader della protesta che, già all'indomani della memoria difensiva del ministero (presentata dall'Avvocatura), si è messo a chiamare Di Maio per sollecitare un intervento. Strappando una mezza promessa pubblica: «In arrivo novità». In cosa consistono queste novità? Probabilmente nel ritiro della memoria del ministero e quindi nella rinuncia a difendere l'impianto, davanti ai giudici amministrativi che devono decidere su un'ultima richiesta di revoca delle autorizzazioni. Ma sarebbe un nuovo cambio di direzione, peraltro, non privo di conseguenze nei rapporti con il governo americano. I No Muos a trazione grillina, in questo clima, sentono odore di truffa. E mettono le mani avanti: «L'unica novità possibile è lo smantellamento delle 46 antenne del Muos. Il resto sono tatticismi». e.la.

(la Repubblica 1 novembre)