mercoledì 16 gennaio 2019

OPERAZIONE VERITA' DI MANI TESE 8-9-10

8) Perchè l’Africa è così povera? In realtà, l’Africa è un continente ricchissimo di risorse naturali. Quando pensiamo a queste risorse, è facile che il nostro pensiero va ai diamanti della Sierra Leone, al petrolio della Nigeria o al coltan del Congo. Si stima che l'Africa possegga i tre quarti delle riserve mondiali di platino e la metà di quelle di diamanti e cromo, oltre a possedere riserve di petrolio pari a 120 miliardi di barili ( più della metà di quelle dell'Arabia Saudita). Le risorse di cui dispone il continente tuttavia non sono solo quelle minerarie. In Africa ci sono, infatti, circa 600 milioni di ettari di terra coltivabile e di bacini idrografici in grado di produrre energia rinnovabile in grandissime quantità. Il problema sta nelle modalità predatorie  con cui queste risorse sono state sfruttate fin dall'epoca coloniale da parte di attori esterni al continente-prima le potenze coloniali, poi multinazionali
-con ritorni quasi nulli nei Paesi di produzione delle materie prime. Questo sistema economico ha contribuito a riprodurre lo squilibrio internazionale di ricchezza e benessere che si è creato tra l'Africa e il resto del mondo fin dall'epoca coloniale.

9) Ma allora i governi europei dovrebbero incoraggiare le aziende a investire in Africa!  Lo fanno, ma spesso gli investimenti stranieri non contribuiscono alla crescita economica dei Paesi africani. In primo luogo, i profitti delle imprese straniere vengono portati all'estero. In secondo luogo, le multinazionali straniere spesso riescono a strappare illegalmente concessioni pluridecennali in cui unici beneficiari finiscono con l'essere i politici locali corrotti (basti pensare all’affare ENI in Nigeria). Buona parte del fenomeno del land grabbing, l'accaparramento di terre da parte di imprese straniere nei Paesi poveri, avviene così, senza nessuna considerazione per l'esistenza di popolazioni locali che vivono sulle terre assegnate e da esse dipendono per il loro sostentamento. Anche gli investimenti in infrastrutture intrapresi da aziende straniere hanno spesso conseguenze profonde sia a livello sociale sia ambientale, perché comunità a volte anche molto numerose si trovano improvvisamente senza terra (basti pensare alle conseguenze provocate dalla costruzione della diga  Gibe 3 in Etiopia  da parte del italiana SaliniImpregilo)  o con un territorio irrimediabilmente inquinato (come ad esempio è accaduto nel Delta  del Niger, dove opera l’ENI). Nel 2012, insieme ad altre ONG europee, Mani Tese ha curato un rapporto intitolato ”A caccia di risorse “ dove il fenomeno degli investimenti stranieri in grandi appezzamenti di terra viene analizzato attraverso alcuni casi.

10) Allora ”aiutiamoli a casa loro”? Si tratta di uno slogan sbagliato, in primo luogo perché riduce la cooperazione a un'assistenza e sono almeno 40 anni che tutte le organizzazioni stanno lavorando nel senso di una vera collaborazione tra soggetti paritari. Inoltre, il legame tra cooperazione e migrazioni è molto più complesso. Contrariamente a quanto spesso si pensa, la  maggior parte dei migranti non provengono dai Paesi più poveri, dove la maggior parte della popolazione non ha i mezzi per migrare, ma piuttosto da Paesi che hanno indicatori  di sviluppo socio- economico medio come Messico, Cina o Filippine. Oltre al fatto che nessuno studio ha dimostrato che la cooperazione possa essere uno strumento utile per disincentivare le migrazioni nel breve termine, oggi si tende a chiamare cooperazione anche una serie di politiche governative  mirate piuttosto al contenimento dei flussi migratori attraverso il controllo delle frontiere e degli apparati di sicurezza dei Paesi di provenienza e transito dei migranti.
La cooperazione non governativa è solitamente diversa da quella governativa: ci sono migliaia di storie di miglioramento della qualità della vita che Mani Tese potrebbe raccontare che in  molti casi hanno rappresentato un'alternativa alla migrazione. E’ anche vero che se il Paese continua ad essere sfruttato, il suo governo corrotto servo degli interessi economico- finanziari e geopolitici di altri Paesi o delle multinazionali, è poi molto difficile che si creino le condizioni per uno sviluppo giusto ed equo che permetta un miglioramento complessivo della situazione.
ADISTA, 22 dicembre 2018, N.44