martedì 12 febbraio 2019

Il Messico accoglie la carovana dei migranti

El Faro, El Salvador. Il 17 gennaio non c'erano agenti federali protetti dagli scudi antisommossa o che lanciavano gas lacrimogeni; non è stato necessario attraversare il fiume Suchiate a nuoto o su una zattera; nessun elicottero sorvolava la zona per intimidire i migranti centroamericani che volevano entrare in Messico. E non c'erano neanche i cancelli chiusi: chi voleva entrare nel paese lo ha fatto, seguendo procedure legali o di nascosto.
Il governo del Messico, guidato dal 1 dicembre dal presidente Andrés Manuel López Obrador (centrosinistra), ha cambiato atteggiamento in modo radicale nei confronti dei migranti centroamericani senza documenti. Per ricevere la nuova carovana, partita il 15 gennaio da San Pedro Sula, in Honduras, López Obrador ha disposto un'operazione di accoglienza che prevede un permesso di un anno (rinnovabile) per rimanere nel paese, lavorare e accedere al servizio sanitario pubblico e all'istruzione. Il permesso include anche la possibilità di entrare e uscire dal Messico senza restrizioni.
Per ottenerlo, l'unico requisito è avere un documento d'identità e un minimo di pazienza: all'arrivo al confine messicano alcuni funzionari dell'istituto nazionale di migrazione (Inm) spiegano con gentilezza ai migranti come ottenere un braccialetto, simile a quelli che si danno nelle discoteche o ai festival, con un codice Qr, per essere inseriti nella lista di persone che richiedono un visto umanitario. Entro cinque giorni da quando hanno ricevuto il braccialetto, i migranti possono ottenere una tessera che garantisce tutti i benefici previsti dal governo.
Non è neanche necessario restare all'interno di una struttura ufficiale per quei cinque giorni di attesa: il braccialetto consente di fermarsi nella città di frontiera di Ciudad Hidalgo o di rientrare in territorio guatemalteco. Per i migranti che non possono pagarsi vitto e alloggio, il governo messicano ha promesso di allestire una struttura di accoglienza in grado di offrire a centinaia di persone un riparo e dei pasti. Per ora molti dormono accanto alla dogana di Ciudad Hidalgo sui materassini fomiti dall'Inm.

Un caso eccezionale
Una fonte diplomatica ha assicurato al Faro che quest'operazione rappresenta una svolta pelitica nei confronti dei migranti centroamericani destinata a durare nel tempo, "un cambiamento di paradigma". Ma secondo la versione ufficiale del governo, è una misura temporanea pensata esclusivamente per questa nuova carovana di centroamericani in fuga dai loro paesi.
Ana Laura Martinez de Lara, la direttrice generale incaricata di verificare l'identità dei migranti per l'Inm, è stata la persona che ha fornito la versione ufficiale della nuova politica di accoglienza. In una laconica conferenza stampa, durata meno di sei minuti, ha detto che "il programma è un caso eccezionale, rivolto a questa carovana". Uno dei giornalisti presenti in sala ha insistito, chiedendole: "Quindi se tra un mese arriva un centroamericano che viaggia da solo non riceverà questo trattamento?".
Martinez de Lara ha tagliato corto: "È un programma rivolto solo a questa carovana". Ai cancelli che segnano l'ingresso in Messico (e che sono sempre spalancati) un funzionario dell'Inm chiede a chi arriva: "carovana?".
Carlos Martinez

(Internazionale 1291, 25 gennaio 2019)