venerdì 15 marzo 2019

Procedura contro Orbán

Dopo mesi di tensioni tra il premier ungherese Viktor Orbán e quelli che dovrebbero essere i suoi alleati europei, il Partito popolare europeo (Ppe) ha avviato la procedura che potrebbe portare alla sospensione o all'espulsione di Fidesz, il partito di Orbán. Il provvedimento è stato sollecitato da altri dodici partiti membri del Ppe e sarà discusso il 20 marzo. "La nostra è una grande famiglia in cui possono esserci disaccordi, ma c'è un limite e Orbán lo ha superato", ha dichiarato a Die Welt il presidente del Ppe Joseph Daul. Tra i popolari europei e Orbán i rapporti erano tesi da tempo, a causa del rifiuto del governo ungherese di accettare la ripartizione dei richiedenti asilo e delle accuse di violazioni dello stato di diritto, ma finora il Ppe aveva scartato l'espulsione per paura d'indebolirsi in vista delle elezioni europee e di rafforzare il blocco dell'estrema destra. A provocare la rottura è stato un manifesto commissionato da Fidesz (…) che mostra il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker (anche lui del Ppe) e il miliardario di origini ungheresi George Soros con la scritta "Avete il diritto di sapere cosa sta tramando Bruxelles". "È ridicolo. Per il Ppe il problema non è che questi manifesti incitano all'odio, ma che se la prendono con uno dei pezzi grossi del partito", commenta il sito ungherese Mérce.

(Internazionale 1297, 8 marzo 2019)