domenica 26 maggio 2019

Don Corrado, fedelissimo del Papa: il mio mestiere è stare con chi soffre

Durante il primo viaggio papale in Italia (a Lampedusa) un prete sconosciuto armeggiava con l'altare per la messa papale costruito con i relitti dei barconi affondati nel canale di Sicilia. Cinque anni dopo Konrad Krajewski, elemosiniere apostolico, è stato creato cardinale da Francesco. Ora si schermisce per il clamore suscitato dalla luce riaccesa in un palazzo romano occupato. «Il mio mestiere non è quello di comparire su giornali e televisioni ma di stare sempre dalla parte di chi soffre - afferma il porporato - Non conta la mia figura ma solo l'aiuto che posso recare ai poveri per corrispondere alla missione che ho ricevuto dal Santo Padre». Sentirsi protagonista «non fa per me, anzi meno appaio e meglio è», puntualizza con un sorriso. Di sicuro pochi altri in Curia si muovono con la stessa autonomia. Una «libertà di manovra», sottolineano in Vaticano, che il cardinale «un po' ha ottenuto dalla considerazione e dalla comune sensibilità verso gli indigenti di Francesco, un po' si è ritagliato da solo con le proprie iniziative di solidarietà». Dai campi rom ai minori non accompagnati, i suoi ambiti di intervento lo espongono spesso alle critiche delle forze politiche contrarie all'accoglienza. Ieri il leader leghista Matteo Salvini gli ha chiesto di saldare lui le bollette non pagate nello stabile occupato. Anche per questo il Papa ha rafforzato la sua azione vestendolo di porpora. L'elemosiniere pontificio non era mai stato un incarico cardinalizio.
Il suo lavoro principale si svolge per strada, nelle stazioni, nei centri di accoglienza. «Per me e per il mio lavoro l'onore del cardinalato può rappresentare una complicazione - spiego a Vatican Insider il giorno dell'annuncio del concistoro, dopo essere rimasto per due ore a pregare in cappella, senza capacitarsi per quanto accaduto-Il Santo Padre vuole manifestare l'attenzione per le periferie e per le nuove e vecchie povertà». È il 55enne prelato polacco a distribuire la carità del Papa e ad organizzare i servizi docce e barberia per i senzatetto sotto il colonnato di San Pietro . È lui a provvedere alle gite pomeridiane al mare per i poveri che bivaccano nella zona di San Pietro. Monsignor Krajewski, per tutti «don Corrado», prima raduna i clochard, quindi si mette lui stesso alla guida del minibus e si dirige alle spiagge di Fregene e Passoscuro. Ai suoi ospiti offre tutto il necessario: costumi da bagno, asciugamani, teli per distendersi a prendere il sole sulla sabbia. La quotidianità del «cardinale dei poveri» è fatta di continue uscite serali con la sua Fiat Qubo, insieme alla piccola squadra di quattro guardie svizzere, per portare beni di conforto, pasti, coperte, sacchi a pelo ai senzatetto. Durante il terremoto di Amatrice e Ascoli, ha messo a disposizione auto del Vaticano. Ha accolto famiglie di rifugiati siriani lasciando loro l'appartamento per trasferirsi a dormire all'Elemosineria. «Faccio ciò per cui il Papa mi ha chiamato», spiega. Gia. Gal.

(La Stampa 13 maggio)