domenica 26 maggio 2019

DONNE IN RIVOLTA

Donne cattoliche in rivolta: niente messa, siamo discriminate.

Le chiese cattoliche tedesche ieri erano vuote. 
E non tanto per colpa delle temperature miti e di una giornata soleggiata che avrebbero potuto spingere molti fedeli ad intraprendere una gita in campagna piuttosto che seguire le tradizionali liturgie domenicali. 
A svuotare le chiese del Paese è stato invece niente po’ po’ di meno che uno sciopero. Quello indetto da un folto gruppo di donne di fede cattolica e intitolato “Maria 2.0”. 
Per la durata di una settimana non metteranno più piede in nessuna chiesa, boicotteranno tutte le funzioni religiose e non presteranno nemmeno servizio all’interno delle parrocchie e istituzioni clericali. Un segno di protesta contro lo scandalo della disuguaglianza tra i sessi che ancora impera all’interno delle comunità e delle gerarchie dello Stato pontificio e che ora ha portato sulle barricate donne come Andrea Vob-Frick. 
La psicologa di 48 anni lavora come volontaria nella parrocchia Heilig Kreuz di Munster, nella cattolicissima regione tedesco occidentale della Renania-Vestfalia ed è responsabile tra le altre cose dei corsi di catechismo, delle iniziative per i giovani come di quelle per gli anziani, dell’assistenza sociale, dell’accoglienza per i profughi e delle attività culturali della sua parrocchia. “Senza il nostro contributo la chiesa cesserebbe di esistere”, spiega Andrea Vob-Frick. “Ma per i vescovi, cardinali e Conferenza episcopale è come se non esistessimo”.

Partecipazione massiccia
Allo sciopero delle donne di “Maria 2.0” hanno aderito nel frattempo centinaia di parrocchie in Germania, Austria e Svizzera e le 650 mila fedeli iscritte alla Comunità tedesca delle donne cattoliche (KfD) e alla Federazione cristiana femminile (KDFB). Le loro richieste vanno ben oltre un semplice riconoscimento delle attività svolte all’interno della chiesa. In una petizione on-line inviata anche al Papa le donne rivendicano il diritto di voto nella Conferenza episcopale tedesca e la possibilità di accedere a tutte le funzioni religiose, compresa quella del sacerdozio.
Una vera e propria rivolta in rosa contro il regime patriarcale che ancora vige nell’emisfero cattolico e che non ha mancato di provocare forti reazioni all’interno delle gerarchie ecclesiastiche. L’influente Comitato centrale dei cattolici tedeschi ha chiesto addirittura la scomunica delle fedeli che hanno sottoscritto la petizione definendo il loro sciopero come un “attacco ai valori della chiesa”. Non sono però mancati anche messaggi di solidarietà con le fedeli in sciopero. Il vescovo di Osnabruck Franz Josef Bode ha così definito come “legittime” le rivendicazioni delle donne autorizzando le messe all’aperto organizzate da decine di sacerdoti renani al di fuori delle loro chiese per permettere alle fedeli in sciopero di prendere comunque parte alle liturgie.
Walter Rauhe – La Stampa 13 maggio