sabato 25 maggio 2019

Il leader di Italia in Comune
Federico Pizzarotti "Non mi fido dei grillini. Per arginare la Lega i dem devono cambiare"



ROMA - «In Emilia Romagna non possiamo permetterci che la Lega prenda tutto: se si perdono le amministrative il 26 maggio rischiamo di cedere poi anche la Regione, l'ultima roccaforte anti Salvini del Nord insieme con il Piemonte di Chiamparino».
Federico Pizzarotti è il sindaco di Parma, ex grillino e ora leader di Italia in Comune, partito che ha presentato una lista con +Europa per le europee. Pizzarotti è capolista nel Nord est.
Sindaco Pizzarotti, lei candidato con +Europa alle europee, come mai lancia già l'allarme sulle amministrative in Emilia Romagna?
«Bisogna evitare l'effetto domino: se il centrosinistra non tiene Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì e Cesena, si perderà anche la Regione».
Vede un rischio concreto?
«Tutti danno per scontato che il centrosinistra non riuscirà a tenere tutte e cinque le città più importanti. È il combinato disposto di perdere anche solo in parte le amministrative e la Lega che cresce, a rendere la battaglia per la Regione molto difficile. Noi a Parma abbiamo vinto perché abbiamo dimostrato concretezza e risultati: ora dobbiamo tentare una riscossa, a partire dall'Emilia Romagna, terra di gente concreta».
Le divisioni non aiutano e nelle città al voto in Emilia Romagna Italia in comune spesso non appoggia i candidati sindaci del Partito democratico.
«Questo è successo perché c'erano candidati che non ci sentivamo di appoggiare o il Pd stesso era diviso, come a Ferrara dove litigava al suo interno e siamo andati da soli e non in coalizione. II clima politico non lo consentiva».
E per le regionali che saranno probabilmente a fine anno?
«Per le regionali dialogheremo con le forze di centrosinistra e stiamo già lavorando al nostro programma e alle regole che chiederemo, a cominciare da quella di non mettere in lista nessun impresentabile e neppure esponenti della vecchia guardia come è stato fatto dai Dem alle scorse politiche con Casini, ad esempio».
Si candida lei per la Regione o appoggia il dem Stefano Bonaccini?
«Nessuno mi ha mai chiesto di impegnarmi direttamente. Non è successo, quindi non ho mai valutato questa possibilità seriamente. Di certo non correrei mai da solo perché l'obiettivo è continuare ad essere alternativi alla destra populista in Emilia Romagna».
Nei Comuni per battere la Lega ad eventuali ballottaggi, ben venga una alleanza con i 5Stelle?
«I 5Stelle non hanno più un radicamento territoriale, e non hanno mai dato indicazioni di voto. Escluderei che i grillini appoggino la Lega. Penso si terranno fuori dai ballottaggi alle amministrative».
Ci crede allo spostamento a sinistra del suo ex partito, il M5Stelle?
«No. L'atteggiamento più moderato di Di Maio è solo tattica, parlare un po' meno con i toni salviniani. Per me la cosa più preoccupante è invece avere visto alcuni esponenti del Pd come Delrio accomodanti verso i 5Stelle in una ottica che lascia trasparire che, nel caso in cui cada il governo, ci possa essere un dialogo tra i Dem e 5Stelle. Voglio sperare che siano uscite di singole persone: sarebbe un atto di puro autolesionismo  immaginare accordi come fecero con Berlusconi».
Ma lei, che sceglierà comunque di restare sindaco anche se eletto, è preoccupato per la sua lista per le europee?
No, perché faremo il 4%: siamo gli unici a esprimere un'idea forte sull'Italia e sull'Europa dicendo  chiaramente da che parte stiamo».  
Giovanna Casadio

(la Repubblica 20 maggio)