domenica 26 maggio 2019

Sgomberato Campo rom, in 450 per strada
«Vi aiuta la Chiesa»
Il Comune limitrofo di Casapesenna ai suoi abitanti: «Non affittate case a persone che infrangono la legge». Il vescovo di Aversa, Spinillo, incontra i nomadi: «Non siete soli, noi siamo con voi». La Caritas si mobilita.

Uno sgombero improvviso, un campo rom raso al suolo. Nella zona detta "il fosso" periferia di Giugliano in Campania, città metropolitana di Napoli, circa 450 nomadi di origine bosniaca - la metà di loro è costituita da donne e bambini piccoli - sono stati spostati in un'area poco distante in attesa di una sistemazione definitiva che fino a ieri sera, però, non era stata ancora individuata, nonostante l'emergenza sia sul tavolo delle autorità locali già da mesi. Il primo cittadino di Giugliano, Antonio Poziello, ha emesso un'ordinanza di sgombero di camper e roulotte dal famigerato "fosso" d'intesa con la prefettura, in considerazione delle precarie condizioni igienico-sanitarie riscontrate nel sito, occupato abusivamente, si dice, e situato nel terreno abbandonato dell'ex fabbrica di fuochi d'artificio Schiattarella: una decisione che si è resa necessaria - si afferma ancora nel provvedimento sindacale - a tutela degli stessi rom, una settantina di famiglie in tutto, che vivevano lì in condizioni disumane. La "liberazione" del campo è avvenuta, senza preavviso, alle prime luci dell'alba in presenza di un centinaio tra poliziotti e carabinieri, operatori dell'ufficio servizi sociali del Comune e medici della Asl. Ma le operazioni di sgombero si sono svolte pacificamente, senza alcuna resistenza né azioni di protesta dei nomadi. Molti di loro hanno vagato senza meta fino a ieri mattina con i loro furgoni nelle campagne tra Giugliano e Villa di Terno finché non sono stati indirizzati verso il nuovo campo dove ci sono solo dei vecchi capannoni. Senza acqua né luce. I più piccoli (c'è anche una bimba di dieci giorni), sono costretti a dormire nei bagagliai delle macchine.
Venerdì, in vista dello sgombero, il Comune di Casapesenna, limitrofo a Giugliano (ma in provincia di Caserta), con un post sul profilo ufficiale di Facebook aveva richiamato la popolazione «nella probabilità che i nomadi possano raggiungere il paese» a «non locare abitazioni a persone che infrangono la legge, al fine dunque di contrastare il fenomeno della delinquenza». Una posizione grave che discrimina le persone per la loro etnia. Il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, si è recato ieri mattina sul posto per incontrare i nomadi e la Caritas diocesana si è messa subito in azione. Monsignor Spinillo, anche tramite Facebook, ha fatto un appello alla popolazione: «Ai nomadi ho detto che non sono soli, perché la Chiesa e dalla loro parte. Partecipate alla colletta: servono cibo, latte, acqua, abiti, tende e altri generi di prima necessità».
Fulvio Fulvi

(Avvenire 12 maggio)