domenica 20 ottobre 2019

DIVERSAMENTE CHIESA e non solo
GUARDIAMO ALL'ESSENZA DELLA FEDE


L'estate sta finendo, anzi è bell'e finita. L'estate è meravigliosa: giornate più lunghe, maggiore libertà di movimento, più tempo da dedicare alla lettura e alla riflessione. Ci si muove di più, dunque capitiamo in luoghi che di solito non frequentiamo e, per la messa, in chiese che non sono le solite, con preti che ascoltiamo per la prima volta. Questo fatto sovente mi incuriosisce.
Devo dire che il Vangelo di molte delle domeniche appena vissute presentava temi vicini alla realtà politica.
In politica, per i motivi che sappiamo, è stata l'estate dei migranti. Mi ha colpito un fatto: non una sola volta ho sentito all'omelia domenicale pronunciare la parola "migrante" e dire che c'è stato il Vangelo dove Gesù ci ricorda di invitare poveri, ciechi e storpi alle nostre mense, ed anche la Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato. Nessuno mi ha invitato a riconoscere nei migranti gli ultimi di oggi.
Ho incontrato, invece, processioni, santi patroni, benedizioni. Ho sentito un parroco convocare i fedeli alla processione di Nostra Signora della Mercede presso il monastero di Montenero annunciando con enfasi l'ostensione della reliquia di un chiodo della croce di Cristo, custodito dalla confraternita di San Bartolomeo! Non s'è fatto mancare neppure la preghiera di papa Leone XIII all'Arcangelo Michele "E tu, Principe delle milizie celesti, ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano nel mondo a perdizione delle anime… difendici nel combattimento, affinché non periamo nel terribile giorno del Giudizio". Tutto ciò sembra rimandare più alla superstizione che alla fede; sento profumo di Medioevo. Nessuna traccia di un Dio misericordioso.
È mai possibile che nelle nostre eucaristie sia assente un vero dialogo comunitario, che solo il celebrante abbia diritto di parola e che la donna sia ancora relegata ad un ruolo subalterno?
Non amo le processioni, ma ho grande rispetto di chi con semplicità le frequenta. In particolare, non amo le processioni mariane, non mi parlano della Maria, ragazzina ebrea, madre di Gesù, che in silenzio, nel tempo, ha compreso la natura di quel Figlio che aveva partorito; mi dicono invece delle tante madonne che compiono improbabili prodigi in giro per il mondo.
Qui a Racconigi sono stati benedetti gli zainetti degli scolari e c'è stata la processione della beata Caterina. Fatico a capire, ma almeno non si parli, come accaduto, di "spazio laico" perché la processione attraversava il luna-park! Altro sarebbe lo spazio laico da aprire nella nostra parrocchia. Ci tornerò più avanti.
A proposito della beata Caterina: se ne ricordano i prodigi e la devozione, ma non si dice che dovette lasciare Racconigi e l'ordine domenicano presso il quale era terziaria e rifugiarsi a Caramagna perché seguace del Savonarola. Come il Savonarola la nostra Caterina bramava una riforma della chiesa dal suo interno. Evidentemente, questa non è cosa che valga la pena di ricordare!
"Fare i santi" nascondendone le spinte più rivoluzionarie e meno gradite alla chiesa sembra essere un costume assai consolidato. Presto avremo don Lorenzo Milani santo: vedrete che di don Lorenzo si ricorderanno giustamente la fede, l'attenzione agli ultimi, l'esperienza pastorale e didattica, ma non la Lettera ai cappellani militari e non la Lettera ai giudici, mentre si continueranno a "ordinare" i cappellani. Un po' di coerenza, per favore! Se lo volete santo, prendetelo tutto intero! Lui e altri ci ricordano come tra eresia e santità il confine sia davvero labile, dipendendo di fatto nei secoli dal papa di turno: se Francesco d'Assisi non avesse compiuto un atto di formale obbedienza, forse sarebbe uno dei tanti martiri mandati al rogo e oggi dimenticati.
Spazio laico: perché i laici, quelli più impegnati al tempo di don Aldo, sono oggi quasi tutti fuori, fisicamente fuori dalla parrocchia?
Perché, con buona pace del Concilio, non è prevista una lettura sistematica della Bibbia?
La parrocchia è del parroco, solo del parroco?
Domande che una comunità viva si dovrebbe porre, anche qui a Racconigi.
Come non accorgersi, poi, della crisi incombente sulla Chiesa, crisi di vocazioni e di partecipazione. Si dà grande rilievo a certi appuntamenti di massa, essi però non rappresentano tutta la realtà. Papa Francesco, almeno su certi temi, ci sta provando, ma è largamente osteggiato. Un piccolo esempio: il suo invito, volto ad una minima rilettura del Padre Nostro, è andato a vuoto, anche qui. Troppo rivoluzionario? Mah!
Su questi temi ed eventualmente su altri, rinnovo l'invito a don Maurilio ad intervenire su queste pagine nella forma che egli preferirà, felice di avere un confronto. Analogo invito rivolgo ai "laici" della nostra parrocchia.
Per dirla con don Milani, L'obbedienza non è più una virtù! Restiamo svegli.
Guido Piovano


(da Insonnia mensile di Racconigi, ottobre 2019, pag. 6 - contatti@insonniaracconigi.it)