Effetti collaterali
Federico Tulli
Adista 20/02
Ci
sono crimini che fanno talmente orrore che raramente trovano adeguato
spazio nel dibattito pubblico. Eppure paradossalmente, la scarsa
attenzione da parte delle sue istituzioni, dei media e dell'opinione
pubblica è, secondo me, è una delle concause collaterali che
contribuiscono a far si che siano difficilmente contrastati da parte
degli organi preposti. Uno di questi è sicuramente lo stupro subito da
minori in età prepuberale, chi segue questa rubrica saprà che più volte
la pedofilia (che di philia nei confronti del bimbo non ha
nulla) è stato oggetto di mie riflessioni e analisi. Ebbene la mia
insistenza è dettata anche da questo: è mio preciso impegno obbligare le
persone a non voltarsi dall'altra parte. "Ho visto che hai scritto
diversi libri sulla pedofilia, ti faccio i miei complimenti ma non ce la
farò mai a leggerli perché mi fa paura".
Non
avete idea di quanti amici e conoscenti di vecchia data mi abbiano
detto questa cosa. Certo non si tratta di una statistica dal chiaro
valore scientifico, ma l'anaffettività di costoro
trova-purtroppo-conferma in quei rari studi da cui emerge che è proprio
il contesto indifferente alla realtà umana del bambino, il terreno di
caccia ideale per un violentatore. La disumanità di chi vuole negare a
un altro essere umano la possibilità di realizzare la propria identità
sessuale una volta raggiunta l'età puberale, si materializza anche in un
altro crimine meno frequente alle nostre latitudini ma non meno
violento e devastante. E qui faccio ammenda perché io per primo solo di
rado da giornalista me ne sono occupato.
Mi riferisco alla mutilazione
genitale femminile. Provo almeno in parte a recuperare. Il fenomeno
riconosciuto a livello internazionale come una violazione dei diritti
umani, colpisce ancora oggi oltre 200 milioni di donne nel mondo ed è
presente in tutti i continenti, Europa compresa. La maggior diffusione
concentrata in Somalia. Qui avvengono il 98% delle mutilazioni genitali
femminili di tutto il mondo ed è stato calcolato che l'87% delle donne
14-49 anni l'abbia subita.
Dal 2020 sono in Somalia è un crimine punito
con tre anni di carcere ma la strada per eradicarla dalla società sarà
lunga (come del resto qui da noi accade per lo stupro contro la donna o
un bambino, che non è più delitto contro la morale ma un crimine contro
la persona dal 1996).
Più in generale
un rapporto dell'Unicef condotto in 29 paesi mediorientali africani
hanno mostrato che nonostante in 24 di questi ci siano leggi che
proibiscono la pratica con diverse modalità la mutilazione è ancora
largamente diffusa. Tuttavia è ferma e diffusa la convinzione che una
legge sia da stimolo a una discussione a tutti livelli della società.
Appunto parlarne, impedire che l'indifferenza e l'assuefazione prendano
il sopravvento è un'importantissima forma di prevenzione.
Per capire a
cosa si va incontro basti dire che ogni anno sono almeno 3 milioni le
bimbe- ragazze a rischio di subire questa mutilazione pericolosissima
per la loro salute psicofisica e che hanno tra i 4/14 anni.
e,
sempre l'Unicef ha stimato che altri 68 milioni di ragazze le subiranno
entro il 2030 se non vi sarà un'accelerazione nell'impegno comune per
porre fine a questa aberrazione. Aberrazione che ci riguarda molto da
vicino: le donne che sono state sottoposte a una forma di mutilazione
genitale in Italia sono circa 80.000 ma potrebbero essere molte di più
perché non tutte vengono intercettate dal servizio sanitario nazionale.
Un'ultima cosa.
Non pensiate che la
pandemia abbia rallentato la crescita di questo crimine. Stando un
rapporto di Save the Children per quanto riguarda i minori la COVID-19
non hai inciso solamente sulla possibilità di frequentare la scuola
lasciando 1,6 miliardi di bambini senza istruzione.
L'obbligo di
rimanere a casa ha infatti aumentato anche il rischio di stupro tra gli
adolescenti da parte del proprio marito o ragazzo (violenza che prima
della pandemia riguardava una su 10) e sempre per effetto della
pandemia, si prevedono 2 milioni di casi di mutilazione genitale
femminile in più nei prossimi 10 anni, soprattutto tra chi non ne ha
ancora 14.
Direi che per ora basta così, il quadro è sufficientemente chiaro.