domenica 14 marzo 2021

GIUSTIZIA PER I DETENUTI (RICEVO DA BEPPE MANNI)

 Eco il documento firmato dal Gruppo Carcere e Città di Modena, scritto nell'anniversario della tragica morte di nove detenuti.

  Hafedh Chouchane,  Slim Agrebi, Alis Bakili, Ben Mesmia Lofti, Ahamadi Erial, Artur Iuzu, Abdellah Rouan, Hadidi Ghazi, Salvatore Cuono Piscitelli

 

Alle sei in punto riordinammo le celle,

alle sette ogni cosa era tranquilla,

ma di un’ala possente l’oscillante sussurro

sembrava riempire la prigione,

perché il Signore della Morte, con il suo gelido respiro,

era entrato in quel luogo per uccidere.


 Sempre è mezzanotte nel cuore di un uomo,

sempre è il crepuscolo nella cella di un altro:

noi giriamo l’uncino, o laceriamo la fune,

ognuno nel suo inferno solitario,

ed il silenzio è più lontano e solenne

del suono di una campana di ottone.

                  (da “Ballata del carcere di Reading” di Oscar Wilde)

 L’8 marzo il Signore della Morte è entrato nel Carcere di S. Anna e si è scatenato nella sua strage. Si deve essere infilato per pertugi rimasti incustoditi e, una volta dentro, per lungo tempo non è più stato fermato.

L’atmosfera si è fatta subito cupa, annerita dal fumo degli incendi. La ragione si è smarrita e la violenza non ha trovato argine. Il tributo di vittime è stato terribile, nove ragazzi, i cui nomi sono in alto su questa pagina.

Da allora, dopo che la rivolta è stata domata, è passato un anno intero e le ferite sono ancora aperte. I locali semidistrutti sono ormai in gran parte recuperati, non così gli animi e il funzionamento delle istituzioni, ancora turbati, anche a causa della malattia che continua a tormentare la nostra società e impone limiti gravosi.

Ritrovare la strada della ragione e della responsabilità personale e istituzionale è molto faticoso, perché allora qualcosa è sfuggito e ha messo a nudo il peggio di noi e delle nostre istituzioni. Però lo dobbiamo ai ragazzi che sono morti in questo buio e che non abbiamo saputo proteggere.

Perché possiamo riuscirci è necessaria una più sollecita ricerca della verità, anche giudiziaria, su quelle giornate. Solo se la giustizia si mostrerà credibile sarà possibile recuperare un rapporto costruttivo con la città e le istituzioni. Per questo chiediamo di pervenire al più presto alla conclusione delle indagini. Noi siamo ancora qui, in attesa, consapevoli che in questa vicenda siamo coinvolti tutti, dalla politica alla magistratura, dal territorio alla sanità, dagli operatori agli agenti, alla scuola, fino a noi volontari.

                                                                       Il Gruppo Carcere-Città 

 

Allego disegno del COLLETTIVO FX che accompagna

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 il documento