martedì 16 marzo 2021

MA NON E' IL TRAMONTO NE' DELLA DELLA SPERANZA NE' DELLA LOTTA

 Il commento.

Tramonta l’illusione di una stagione diversa


i Chiara Saraceno

Qualcuno si era illuso che con l’enciclica Amoris Letitiae si fosse aperta una stagione di maggiore attenzione, da parte della Chiesa Cattolica e del suo magistero, nei confronti dei rapporti di amore e solidarietà che esistono nelle coppie formate da persone di sesso diverso o dello stesso sesso anche se non unite in matrimonio, per scelta o impedimento legale. La pronuncia della Congregazione della fede che ha negato loro la possibilità di ricevere anche solo una benedizione (che non mi risulta essere tra i sacramenti), condannando la prassi in uso in diversi paesi ed anche in alcune chiese italiane mette fine a questa illusione. Come si capiva a leggere attentamente l’Enciclica, la famiglia “fondata sull’amore reciproco” per la Congregazione della fede, ma anche per il papa, è solo quella legale, fondata sul matrimonio. Nonostante tutta l’enfasi (persino un po’ antistorica e anti-antropologica) sull’amore come fondamento della coppia e della famiglia, e sulla stessa sessualità come dimensione umana importante e parte essenziale della relazione amorosa, la Chiesa Cattolica continua a pretendere di restringerne il riconoscimento solo all’interno della istituzione giuridica (ecclesiastica o civile non importa) del matrimonio, cui per altro nega l’accesso alle coppie dello stesso sesso e ai divorziati.

Si può comprendere, anche senza condividerla, la volontà della Chiesa Cattolica di mantenere stretti i confini del matrimonio e della definizione della famiglia legittima (purché non abusi del termine “naturale”), a differenza di quanto è avvenuto e sta avvenendo in altre Chiese Cristiane. Questo puntiglioso intervento che, in barba a tutte le affermazioni sulla carità, la comprensione, il riconoscimento del valore dell’amore solidale, nega ai credenti “fuori norma” anche la consolazione, l’accompagnamento di una benedizione, mettendo in difficoltà anche i sacerdoti che la stavano concedendo.

L’intento sembra chiaro: esplicitare che non c’è carità e accoglienza che tenga, la persona omosessuale è accettata nella Chiesa solo se non agisce la propria sessualità e anche le coppie di persone di sesso diverso non sposate sono accolte solo se il loro amore non si esprime anche nella relazione sessua le. I fedeli sono avvertiti.


La Repubblica, 16 marzo