venerdì 28 maggio 2021

L'IMPORTANZA DEL PRENDERSI CURA

 PRENDERSI CURA L’UNO DELL’ALTRO

Si parla tanto di bullismo, si pensa ai provvedimenti da prendere, alle punizioni “esemplari” da dare e si crede che solo così si porrà argine a questo “fenomeno”. Ma pochi si preoccupano di cercare un dialogo, di cambiare modo di fare scuola, di comprendere che siamo noi adulti che diamo l’esempio, è da noi adulti che imparano il linguaggio della violenza, dell’odio, dell’aggressività.

Ricordo che un giorno ho trovato dei ragazzi che prendevano a calci nei bagni Luigi. Anche se non erano della mia classe li ho fermati e ho chiesto loro cosa aveva fatto quel compagno. Niente, mi hanno risposto. Allora perché lo picchiate? Così, per divertirci, scherzavano. Il ragazzo maltrattato si è alzato e ha confermato la versione dei compagni: stavamo solo giocando, mi ha detto con la tristezza negli occhi.

Si usa violenza quando non si riesce ad articolare la propria voce, quando non si riesce ad affermare in un modo diverso la propria esistenza.

Tra di loro i ragazzi non sono abituati, se nessuno glielo insegna, ad ascoltarsi, a soccorrersi. Si giudicano per come vestono, per come riescono nei giochi, per la simpatia o antipatia che suscitano, per l’aspetto fisico, oggi più che mai, per la propria provenienza.

L’aggredire l’altro è normale, prenderlo in giro, insultarlo è uno “scherzo”, non hanno coscienza di far del male. E’ quotidiano prendere di mira qualcuno, farlo oggetto di scherzo senza accorgersi quando si supera il limite di sopportazione che l’altro può sostenere. Non sanno, soprattutto, dare risposte del loro comportamento, non sanno quindi cosa “vuol dire essere responsabili”.

E’ compito di noi adulti far comprendere la differenza tra scherzo e offesa, tra divertimento e aggressione dell’altro, far notare che ciò che noi soffriamo è sofferenza anche nell’altro, che la sensibilità può essere diversa, che qualcuno può essere vulnerabile.

Emilia DE RIENZO – Insegnante a Torino