martedì 18 maggio 2021

OSSERVATORIO LAICITA'

OMOFOBI, OMOFOBI OVUNQUE

«Mi hanno urlato "maricon". Poi uno di questi mi si è avvicinato e mi ha tirato un pugno. E ancora un altro. Io cercavo solo di non cadere, di restare in piedi, quando sono stato colpito con un calcio all’inguine». Maricon in spagnolo e un'espressione dispregiativa per apostrofare una persona omosessuale. Il racconto è di Henry Gomez Simon Andre, un ragazzo cileno di 23 anni residente a Torino, che il 4 aprile alla stazione di Porta Nuova, è stato accerchiato da cinque uomini e pestato a sangue a causa di una maglietta troppo corta e colorata. A Catania, un’assemblea studentesca del liceo artistico Emilio Greco viene annullata dal preside su sollecitazione di «alcuni genitori». Motivo? Sarebbero dovuti intervenire in video conferenza, per testimonianza, Carlo Tumino e Christian De Florio, una coppia riminese con due gemelli: 29 marzo.

«Sono gay» e la scritta che trova sul cofano della propria auto, sfregiata in più parti, un ragazzo di Perugia: 28 marzo. In un giardino pubblico di Asti, una ragazza trans viene aggredita e minacciata da un energumeno che non gradisce la sua presenza in quanto «ci sono i bambini»»: 26 marzo. Due ragazze sedute su una panchina in un parco cittadino si scambiano un bacio. Uno sconosciuto interviene per separarle e cerca di mandarle via perché «ci sono i bambini»».

Siamo a Voghera ed è il 20 marzo. Ben Moussa ha 42 anni, fa il barbiere a Vicenza ed è di origine marocchina. Viene aggredito verbalmente per l’ennesima volta da un vicino, che però, questa volta, passa alle mani. Lui per difendersi, gli punta un taglierino: 15 marzo. Andrea Casuscelli, 20 anni, modello e attore, viene contattato telefonicamente per un servizio fotografico. Arrivato sul posto e accolto da un gruppo di ragazzi, tra i 15 ei 17 anni, che lo riempiono di botte. Sempre a Vicenza, il 14 marzo.

Scendiamo a Roma. È il 26 febbraio. Alla stazione Metro di Valle aurelia Christopher Jeanne Pierre Moreno e il suo compagno si scambiano un bacio presso un binario. Da lontano un individuo protesta: «Non vi vergognate’?» e loro gli rispondono di farsi i fatti suoi. Lui attraversa i binari e li picchia a calci e pugni, dopo di che si cala tra i binari per raccogliere pietre da tirare. Tutta la scena viene ripresa sul cellulare da un amico della coppia. La storia diverrà pubblica solo a fine marzo quando gli investigatori decidono di rendere pubblico il video per riuscire a identificare l’aggressore.

Andiamo a Caserta. È il 24 febbraio quando un 3Oenne prende casa in affitto. Ha già versato la caparra e comprato alcuni mobili quando la proprietaria ci ripensa e non firma il contratto dicendo esplicitamente di non volere «gay in casa». «Appena esci, ti do fuoco; dammi il tempo e ti riempirò di coltellate; dovresti essere bruciata viva con l’acido muriatico». È la minaccia proferita da una vicina a una ragazza trans. Non è la prima volta ed è l'episodio che convince la ragazza a presentare denuncia per sottrarsi alla sua aguzzina. Qui siamo ad Altavilla Irpina in provincia di Avellino ed è il 18 marzo. Il giorno prima a Bari agente di polizia penitenziaria, 56enne, esasperato dalle prese in giro omofobe dei colleghi, si uccide.

Torniamo verso nord. Il 15 febbraio a Trieste Antonio Parisi, attivista lgbt, e due amici, vengono aggrediti in piazza da tre ubriachi che non “gradiscono" il loro modo di vestire. 31 gennaio, Inverigo, provincia di Como: Thomas, 21 anni, mentre passeggia per le strade del paese viene accerchiato da una quindicina di ragazzini che lo insultano con epiteti omofobi e poi gli lanciano pietre. I carabinieri si rifiutano di raccogliere la denuncia.

Questi sono alcuni degli episodi di matrice omofoba accaduti in Italia negli ultimi 50 giorni e documentati sul sito omofobia.org. Direi che può bastare per rendere l’idea e mi chiedo cosa aspetti il Senato ad approvare il ddl Zan sull'omotransfobia. Certo, una legge da sola non è sufficiente per sradicare dalla società gli scampoli di secoli di mentalità retriva. Ma sarebbe il segnale che almeno le nostre istituzioni se ne siano definitivamente liberate. E invece.

Federico Tulli, Adista 8 maggio