mercoledì 26 maggio 2021

UNA COSA DI SINISTRA

 Una cosa di sinistra

di Michele Serra
La Repubblica 22/5

Sì, la tassa di successione è una cosa di sinistra: ha ragione Bersani a dirlo, ha ragione Letta a volerla riesumare dopo che Berlusconi l’aveva sepolta (e mai conflitto di interessi fu più evidente). La tassa di successione è di sinistra perché in un Paese come il nostro, che ha un ricambio sociale lentissimo, niente è più iniquo della conservazione di patrimoni che premiano non il merito, ma la nascita. Fior di mediocri e di nullafacenti bivaccano, senza alcun risultato conquistato sul campo, sopra montagne di denaro “di famiglia”: non più reddito (frutto del lavoro, dell’ingegno, del rischio) ma rendita. Non la fatica dell’innovazione, ma la pigrizia della conservazione.
Bill Gates, che non è comunista, ha deciso che ai suoi figli andrà, in rapporto al suo patrimonio miliardario, poco più di una mancia: dieci milioni di dollari a testa, ringraziare e pedalare. Tutto il resto in beneficenza (divorzio permettendo). Che un privato sia più sensibile alla redistribuzione della ricchezza rispetto a quasi tutti gli Stati, fa riflettere assai. Nemmeno il più feroce degli Stati sociali esigerebbe una tassa di successione del 99 per cento… Si può e si deve discutere accuratamente del come e del perché, il sudato gruzzolo di una vita di lavoro certo non figura tra i beni da tassare, l’appartamento comperato con un mutuo ventennale nemmeno.
Ma il principio è sacrosanto. È un principio che punta a rendere non dico eque, ma un poco meno sperequate le condizioni di partenza tra il figlio del ricco (comunque avvantaggiato) e il figlio del povero. Non è lo Stato che “mette le mani in tasca” al defunto, come direbbe e dirà la propaganda di destra. È lo Stato che aiuta i vivi a sentirsi tali.