giovedì 3 giugno 2021

E' QUESTA LA CHIESA? UN GRUPPO DI FEDELI SCRIVE A NOSIGLIA ARCIVESCOVO DI TORINO

 Esorcismi e omelie dai toni medievali mandate via quei preti”

Esorcismi di Leone XIII, catechismo di Pio X, discendenza diretta da Adamo ed Eva di cui avremmo ancora le tracce nel Dna, Dio che punisce chi sbaglia (anche con il Covid). Comunione in bocca, guai se sulle mani. E chi non va a messa finisce dritto all’inferno. Bentornati nel Medioevo. 

L’indirizzo? Via Pietro Cossa 280 a Torino, parrocchia del beato Pier Giorgio Frassati. Registi dell’operazione nostalgia, dal settembre 2018, i parroci “in solido” e in talare d’ordinanza, i padri Giuseppe Calvano e Danilo Palumbo, religiosi del Verbo Incarnato, congregazione fondata dall’argentino Carlos Miguel Buela, condannato da Papa Francesco al confino e a non esercitare il ministero per abusi sessuali.

Accade sotto la Mole. È tutto in un dossier di una quarantina di pagine che è stato spedito, tramite un avvocato torinese, all’ex Sant’Uffizio a Roma (la Congregazione per la dottrina della fede). Un gruppo di parrocchiani, dopo avere inutilmente interloquito con l’arcivescovo Cesare Nosiglia, ha deciso di raccogliere una dettagliata documentazione per chiedere lumi: è questa la Chiesa? Lo scrivono «con grande sofferenza personale». Esasperati, in realtà, dal sentirsi ripetere, da Curia e dintorni: «Non vi va? Andate in una chiesa vicina»; «Sono questioni di sfumature, di sensibilità».

In realtà si tratta di una fotografia grigia, il risultato di una risposta di piccolo cabotaggio alla carenza di sacerdoti, con l’affanno di tappare i buchi con chi capita pur di avere un prete a presidiare. Bombe a orologeria per la pastorale ordinaria, con gente che se ne va e danni per la reputazione di una Chiesa, come quella torinese, ancora adesso in prima linea con progetti attenti alle emergenze sociali. Alla parrocchia Frassati, nel maggio 2019, erano piombati i Tg di mezza Italia per l’accesso vietato ai funerali di un pensionato del suo cane affezionato. Una stupidaggine, ma indicativa di una durezza insulsa. E di una situazione peggiore.

La parrocchia, zona di periferia, con una comunità presente, è sfaldata. In arcivescovado alzano gli occhi al cielo: “Esasperazioni caratteriali”. Il dossier inviato a Roma dice ben altro. In pieno lockdown c’è chi ha continuato ad andare a messa: «Si è protetti da Dio – tuonano i padri –, perché Dio ha mandato il male come punizione e non colpirà gli uomini “giusti” che continuano ad andare in chiesa». Chi non la pensa così? “Mela marcia”, “ sofferente”. Dunque, allontanato. A fine 2020, al termine di una messa, c’è stato un rito di esorcismo con croce scura e acqua santa: per cacciare il Maligno che i “ cattivi” stanno scatenando contro i sacerdoti. E poi il catechismo d’antan.

Alcuni parrocchiani, cocciuti, hanno chiesto udienza a monsignor Nosiglia prima di Natale: «Piccolezze – ha sminuito l’arcivescovo –, e poi è strano: sono parroci anche a Maria Madre della Chiesa in Torino e non ricevo lamentele. Mi ero informato su di loro con il cardinale Bagnasco (ex presidente della Cei, ndr). Avevo chiesto di verificare la loro catechesi, ma c’è stata la pandemia».

Qualche anima pia è andata a spifferargli che c’era l’intenzione di avvisare Roma. Nosiglia, che aveva già previsto di convocare i padri Calvano e Palumbo, ha suggerito loro di stare in campana, magari registrando le omelie per parare i colpi. Nel dossier vengono riportate questioni precise: abusi nella direzione spirituale e, appunto, omelie “aggressive” contro gli “infedeli” e i “ protestanti” ( come se quest’ultimo, in spirito ecumenico, fosse un insulto).

Che succederà? A meno che da Roma non vi sia un guizzo, sarà difficile che si muova qualcosa. In diocesi tira aria da ultimi giorni. Domani è in cantiere il primo appuntamento della Assemblea diocesana. Il sociologo Franco Garelli e il teologo Duilio Albarello lanceranno alcune suggestioni dopo un cammino preparatorio. Niente di che: nonostante le aspettative di molti, insipidi temini su che si è fatto o meno in tempo di Covid. Il 18 giugno nuovo appuntamento sulle «sfide pastorali più urgenti » . Terzo appuntamento in settembre, per impostare il lavoro dei prossimi anni.

Buone fonti oltre Tevere escludono che Papa Francesco annunci il successore di monsignor Nosiglia a San Giovanni. Lo farà in settembre, subito dopo la pausa estiva. Il nome? Di sicuro Bergoglio sceglierà di persona. E sarà una sorpresa. Il nuovo arcivescovo avrà un compito non semplice (sono molti i dossier aperti e le fratture interne). La sua figura determinerà il futuro della Chiesa torinese: o il declino o uno scatto di reni. Che molti auspicano, proprio nell’anno in cui ricorre il 50° della lettera pastorale “ Camminare insieme” del cardinale Michele Pellegrino.


Francesco Antonioli, La Repubblica 27 maggio