venerdì 4 giugno 2021

LEGGERO-LEGGERA

 Legger*

Leggero, cioè lieve sottile e vago, impalpabile e tenue, aereo gentile vaporoso allegro, ineffabile-come un suono, un sorriso, il vento.
Si capisce che è una parola che piace ai poeti. Leggero. Cioè vacuo superficiale inconsistente scarso futile inaffidabile incostante responsabile. Si capisce che spiace ai moralisti e ai censori, ai conformisti.
 E' una parola tanto ambivalente leggera (cioè cedevole, duttile) che puoi farne ciò che vuoi e infatti a Calvino appariva leggero Perseo anche mentre depone sull'erba, con rispettoso garbo, la testa mozzata della Medusa. 
Ma se un uomo leggero è un artista o un adorabile canaglia, si dice donna leggera per dire volubile, frivola e superficiale, incline a perdizioni e facili costumi. E per contagio cognitivo la musica leggera, i romanzi leggeri e il cinema leggero diventano roba disimpegnata che può distrarre intrattenere. (Ma perché a noi italiani imbarazza tanto la leggerezza?) 
Il faut etre léger comme l'oiseau et non comme la plume, ammoniva Paul Valery ma qui la somma leggerezza è già saggezza, beato chi riesce.  
Come era bella l'espressione a cuore leggero. Pensavi a un cuore smemorato, depurato e gaio, senza vincoli e fatica, prima che il covid lo associasse al respiratore e i nostri respiri all'arida metrica delle RT. Com' era libera questa paura questa parola prima di entrare nei supermercati, e codificata nel segno del light. Meno male che arriva l'estate con i suoi vestiti leggeri, e la cantiamo con Colapesce-metti un po' di musica leggera, anzi leggerissima, per non cadere dentro al buco nero, che sta a un passo da noi-persi in un vino leggero, nella brezza.

Elvira Seminara 
l'Espresso 30 maggio 2021