martedì 1 giugno 2021

MEDITERRANEO: COME GARANTIRE LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE PERSONE

 La madre di tutte le menzogne

Una corrente migratoria che ai confini dell'Europa, anziché accoglienza, incontro il rifiuto anche violento operato da parte dei "ricostruttori del muro di Berlino" giungendo a fenomeni di vero e proprio sequestro di persone e di riedizioni di campi di concentramento.
In questo quadro si inserisce dibattito, aperto in questi ultimi mesi nel nostro paese, dalla riproposizione di un'iniziativa che punta a introdurre nella nostra legislazione una normativa ispirata ai principi dello ius soli, per prevedere modalità che consentano il conseguimento della cittadinanza a persone nate in Italia da genitori immigrati.
La sola proposta del tema ha determinato un'immediata alzata di scudi da parte degli ambienti della destra xenofoba e razzista, che ha letto in essa un presunto attentato all'identità nazionale e alle prospettive di sviluppo del paese.
Sembra di essere-per certi versi-tornati all'epoca della tarda antichità, quella dei regni romano barbarici, allorché ebbero confrontarsi due visioni alternative del diritto, quella della "territorialità" proprio del diritto romano e quella della "personalità" che caratterizzava le popolazioni germaniche.
La storia allora mostrò che alla fine a dispetto della superiorità militare germanica, il principio della "territorialità del diritto" mostrò in tutta la sua pienezza la propria superiorità. 
Lo ius soli, se ben esaminato, appare piena espressione di un principio di territorialità del diritto che affonda le proprie radici nell'antichità, sino al diritto romano classico. Anzi desta meraviglia che  un principio di incontestabile origine latina, sia fatto proprio dalla legislazione di molti paesi e sia, invece, oggetto di contestazione proprio nel paese diretto erede della cultura classica latina.
Contestazione fatta per giunta in nome di una presunta, quanto infondata, difesa dell'identità nazionale. Ma il riconoscimento della cittadinanza a chi è nato in Italia , oltre che a fondarsi su centrali e alti elementi di diritto e nonché sia richiesto da elementari istanze di accoglienza e di lotta all'ingiustizia, rappresenta anche un enorme opportunità indiscutibile di crescita economica e culturale.
Lo sforzo che sarà necessario compiere per garantire nel Mediterraneo la libera e sicura circolazione degli uomini e delle idee, per costruire percorsi scolastici ed educativi capaci di mettere in comunicazione culture diverse, per garantire a chiunque giunga sulle nostre coste e dentro i nostri confini condizioni di vita degne di essere umani, richiede l'impegno costruire un grande progetto di accoglienza e di sviluppo che avrà inevitabilmente anche grandi ricadute sul piano della crescita economica del paese. Chi giunge in Italia e vive accanto a noi, coltiva i nostri campi, ci fa da badante, e non è un nostro nemico e può percorrere assieme a noi, la stessa strada per rendere il nostro paese  un paese migliore.
Chi grida allo slogan insultanti "prima gli italiani" non si rende conto di lavorare in realtà affinché gli italiani arrivino ancora una volta ultimi.
Le tentazioni autarchiche, come ha abbondantemente dimostrato la storia, sono alla fin fine autodistruttive.
Luigi Manconi, Repubblica