mercoledì 28 luglio 2021

 

L’India e la criminalizzazione dei matrimoni


 interreligiosi: tra leggi anti-conversioni e


 islamofobia


In India, negli stati dellUttar Pradesh, Uttarakhand e Madhya Pradesh sono state approvate delle leggi anti-conversioni da parte del BJP, partito della destra nazionalista indù, esacerbando la politica discriminatoria su base religiosa a danno delle minoranze musulmane.

In questi giorni lIndia si trova a far fronte ad una seconda ondata di coronavirus, riportando 1,761 morti solo nelle ultime 24 ore, il più alto numero dallinizio della pandemia, ed eleggendo il paese a nuovo epicentro globale del virus.Per il secondo paese col più fragile sistema sanitario al mondo, la situazione pandemica è aggravata da altre difficoltà che sul fronte interno generano malcontenti e proteste. Si tratta delle recenti leggi anti-conversioni approvate dal Partito Popolare Indiano e presentate come leggi sulla libertà religiosa”.

Le suddette si propongono, realisticamente, di proibire le libere conversioni, danneggiando la già fragile protezione delle minoranze musulmane, a ragion del vero le più vulnerabili del paese. Ed il loro effetto più evidente è quello di alimentare e promuovere quella cultura dellodio per il diversotra le varie comunità del paese: è quella alterizzazione(in inglese otherization) che è imperativo per un governo proiettato sul nazionalismo spietato…

La teoria della love jihadaffonda le sue radici in un passato non troppo lontano, quando a partire dagli anni venti, in particolare nello stato del Kerala, gruppi di nazionalisti estremisti costruirono a tavolino questa strategia camuffata da complotto, dando lavvio ad una campagna contro il rapimentodi donne indù da parte di uomini musulmani e che nel corso degli anni si sarebbe consolidata e diffusa anche altrove nel paese.

Le leggi contro il love jihadsono state messe a punto in virtù di una presunta (senza alcuna evidenza credibile) cospirazione secondo cui i musulmani provino ad adescare le donne indù con lo scopo di sposarle e convertirle allIslam, al fine di conseguire la cosiddetta sostituzione demografica.Secondo il pensiero di molti esponenti della destra, ciò sarebbe parte di un piano più grande finanziato dal vicino Pakistan, paese a maggioranza musulmana.

La legge vieterebbe quindi la conversione anche ai fini del matrimonio, stabilendo che chiunque si voglia sposare fuori dalla propria comunità religiosa lo debba comunicare prima al governo locale due mesi prima, per permettere ai funzionari di verificare che la relazione sia sincera. Se viene stabilito il contrario, luomo rischia fino a cinque anni di carcere. Nel caso, poi, che la donna provenga da un gruppo di casta bassa il massimo della pena aumenta fino a 10 anni di carcere. Il presupposto della legge è che ogni conversione religiosa avvenga senza consenso, e che le donne di casta inferiore siano particolarmente incapaci di decidere per sé”.

E’ evidente lislamofobia che sottende questa scelta legislativa, e che inizia già ad esplicare il suo meccanismo repressivo attraverso larresto di numerosi uomini musulmani considerati un pericolo per le donne del paese. Come se ciò non fosse già abbastanza preoccupante, qualsiasi parente della donna può rivolgersi alla polizia se ritiene ci sia anche il più insignificante sospetto, e per tale motivo gli uomini musulmani spesso si fingono indù.

Anche lo stato centrale del Madhya Pradesh non è esente dai meccanismi di esclusione che sagomano spietatamente la vita delle persone, su tutte le donne e i musulmani. Secondo stato più grande per area e quinto per popolazione, con oltre 72 milioni di residenti, qui il BJP risulta essere il partito di maggioranza, ed il governatore Anandibel Patel ha di recente approvato una delle legge anti-conversioni in linea di continuità con le policy adottate anche da altri stati in materia, avallando quelle pratiche di emarginazione religiosa che lIndia supporta ormai da anni…A conti fatti, con lapprovazione di suddette leggi, lo Stato si sostituisce con prepotenza alla libertà del singolo dettando divieti che minano profondamente il pluralismo religioso sancito costituzionalmente ed esacerbando i problemi del paese sul fronte interno.
Come conseguenza di ciò, molte coppie decidono di lasciare gli stati in cui le leggi sono vigenti per spostarsi in posti considerati più sicuri, come Delhi, ove i matrimoni inter-religiosi riescono ad essere facilitati…Un aspetto da considerare positivo o, almeno in linea teorica rassicurante, è la recentissima decisione adottata dalla Corte Suprema indiana, che ha respinto le leggi contro le conversioni religiose dichiarandole incostituzionali. I cittadini indiani ripongono speranza nella effettiva forza ed autorevolezza della sentenza della Corte, auspicando in un cambio di marcia da parte dei singoli stati che allo stato attuale si pongono di fatto come contravventori di una serie di garanzie costituzionali inviolabili.

                                                            Maria Dalila Di Bartolomeo -

                                                            30 Aprile 2021