domenica 3 ottobre 2021

La chiesa cerca ancora il dominio sulle nostre vite

Marco De Marinis, Bologna

 Sulla questione dell'eutanasia per fortuna saremo tutti chiamati a esprimerci prossimamente in un referendum. Pochi giorni fa mi è capitato di sentire Filippo Boscia, presidente dell'Associazione dei medici cattolici italiani: un concentrato dell'arroganza e della prepotenza di quanti, dall'alto della loro fede, si ritengono detentori di verità inappellabili, che pretendono di imporre a tutti con il loro potere in uno stato che dovrebbe essere laico (almeno sulla carta). Abbondano gli slogan generici ("No all'accanimento! No all'abbandono!") e affermazioni incedibili, tanto più provenendo da un medico, come quella sulle cure palliative, le quali, se applicate, eviterebbero che l'ammalato chieda l'eutanasia. Sembra che non abbia mai conosciuto uno di loro. Che mancanza di rispetto per la sofferenza delle persone!

Mi atterrisce questa fanatica difesa della vita a qualsiasi costo. Ci vedo proprio il contrario della pietà e della misericordia cristiane di cui vorrebbe ammantarsi. In fondo si tratta ancora della vecchia, anzi vecchissima storia del dominio dei corpi e delle anime che la Chiesa ha sempre rivendicato a sé (naturalmente con l'argomento che essi appartengono al Creatore e non a noi creature). Passano i secoli e anzi i millenni, cambia il linguaggio ma la sostanza rimane sempre la stessa purtroppo, come dimostrano anche le recenti, intollerabili ingerenze nella discussione parlamentare sul ddl Zan contro l'omotransfobia.

 Lettera a Domani 17/09