NOI
SIAMO CHIESA
Via
Soperga 36 - 20127 Milano
www.noisiamochiesa.org
tel.
022664753 - cell. 3331309765
- email: vi.bel@iol.it
Dalla
solidarietà con le
sorelle ed i
fratelli d’Ucraina a
una riflessione
più generale sullo
stato del mondo. Per
la pace attiva
fondata sulla
giustizia e
la fraternità tra
tutti i popoli.
La nostra partecipazione
dalla parte del popolo
ucraino invaso è senza
“se” e senza “ma”. È
soprattutto densa di
sofferenze condivise e di
ricordi di quanto
la situazione fu simile in
Italia in un periodo che
qualcuno ancora ricorda e
che dovrebbe fare parte
della memoria collettiva
del nostro paese.
I coraggiosi reportages
dei nostri giornalisti
sono particolarmente
efficaci e sono seguiti
con passione. La
testimonianza di tutto ciò
è l’attivazione che si sta
avendo per raccogliere
aiuti e l’intervento di
organizzazioni cattoliche
(parrocchie, ecc.) in ogni
forma e modo oltre a
quello delle Ong.
Esemplare è l’intervista
di mons. Giovanni
Ricchiuti, Presidente di
Pax Christi (si legga il testo
sulla home page
del sito di Noi Siamo
Chiesa). La guida
di questo coinvolgimento è
data da papa Francesco, le
cui prudenze iniziali sono
state solo determinate
dalla
speranza nell’efficacia di
un approccio diplomatico
che fino ad oggi è stato
deluso. “Noi Siamo
Chiesa” partecipa a
questo movimento di
solidarietà in continuità
con una lunga storia di
appoggio alle vittime
delle guerre e di
riflessione sulla tematica
della nonviolenza attiva e
partecipando ora alla Rete
Pace e Disarmo.
La geopolitica
coinvolta
Ciò premesso, la
situazione ci coinvolge in
una riflessione più
generale sulle
grandi questioni
dell’assetto geopolitico
del mondo, sulla questione
ambientale, sul
rapporto tra il
Sud dell’indigenza ed il
Nord della sufficienza (e
dell’abbondanza), sul
rapporto tra le
superpotenze fino al
problema dei problemi,
quello del riarmo
nucleare. Questa guerra,
anche se geograficamente
localizzata, tutto
condiziona, alleanze,
commerci, riarmi, e non
solo in Europa. Una
situazione più che
preoccupante che dà
grande ragione nel nostro
piccolo, alla proposta di
una “Costituente della
Terra” che, insieme ad
altri, abbiamo collaborato
a lanciare tre anni fa e
che dovrebbe fornire
strutture istituzionali
che, a partire dall’ONU,
dovrebbero dare nel tempo
una guida
efficace all’umanità. Solo
utopia? Sì, ma il realismo
è fatto di utopie e le
utopie sono servite
a ragionare in modo
alternativo e più umano
rispetto al pensiero
corrente (Kant ha indicato
il percorso) ed anche a
creare ottime ed efficaci
pratiche.
La solidarietà
a senso unico
Questa riflessione
generalizzata dovrebbe
contribuire a modificare i
modi correnti di ragionare
o, almeno, dovrebbe porre
a tutti delle domande. Per
esempio come si può essere
nel nostro paese tanto
pronti ad aiutare i
profughi di questa guerra
ed avere una parte
dell’opinione pubblica
direttamente ostile
all’accoglienza dei
migranti provenienti dal
Nordafrica? Oppure avere
un Parlamento che ha
ancora
recentemente rifinanziato
la guardia costiera libica
che compie le peggiori
nefandezza
nel Mediterraneo? Oppure
votare mercoledì 16 (391 a
favore e 19 contro)
l’aumento delle spese
militari (da 25 a 38
miliardi annui fino al 2%
del PIL!), oppure
ignorare che l’intero
associazionismo cattolico
chiede da tempo,
senza ottenere alcuna
risposta neanche
formale, l’adesione
dell’Italia al
Trattato dell’ONU del 7
luglio 2017 che interdice
la fabbricazione, la
detenzione e l’uso
delle armi nucleari? Per
il forte complesso
militare-industriale ogni
occasione è buona
per ottenere di più dalle
casse dello Stato, perché
esso non trova mai
interlocutori capaci di
rifiutare i diktat
della NATO. C’è una
debolezza intrinseca della
politica. Questa guerra
dissennata dovrebbe fare
riflettere, non basta
inviare ai profughi container
con generi di prima
necessità.
La Chiesa
ortodossa divisa
L’altra questione che è
venuta a galla con
veemenza è quella relativa
all’area di opinione e di
fede del popolo russo e
dell’atteggiamento delle
Chiese che sono coinvolte
fino in fondo per il ruolo
che esse hanno sia in
Russia che in Ucraina.
Siamo a fianco anche del
popolo russo, costretto a
subire questa situazione
assurda. È nota la pesante
scissione nel 2019 tra le
parrocchie che fanno
riferimento al
patriarca di
Costantinopoli oppure a
quello di Mosca. Il
patriarca Kirill
nell’omelia del 6 marzo ha
confermato il suo appoggio
a Putin con parole
sorprendenti per la
loro gravità. Egli ha
detto, tra l’altro, “il
perdono senza giustizia
è capitolazione
e debolezza. Tutto ciò
indica che siamo entrati
in una lotta che non ha
un significato fisico,
ma metafisico". In
questa maniera avviene una
forma di sacralizzazione
di questa lotta, cioè
della guerra in corso, a
cui si attribuisce
addirittura un
valore trascendente. Siamo
ancora al punto in cui la
luce di Cristo, la Sua
Parola, il Suo Vangelo si
devono imporre con le
armi. A queste parole
Kirill ha aggiunto
giudizi severi
sull’Occidente (dove si
fanno i Gay pride!). Si
ritorna alla
”metafisica” dell’alleanza
tra la fede, la nazione e
lo Stato, un vecchio
vincolo che è il male
di gran parte
dell’Ortodossia.
Quando il patriarca Kirill
critica con forza
l'allargamento della NATO
ad Est si potrebbe anche
convenire con la sua
analisi (molti osservatori
lo fanno, in Occidente);
ma non si può
assolutamente concordare
con lui, quando di
fatto approva la decisione
di Putin di "punire"
l'Ucraina. Il patriarca di
Mosca avrebbe dovuto
levare alta la voce,
denunciando una guerra
sciagurata che in nessun
modo può essere approvata.
Tanto meno sarebbe
possibile "benedire" una
tale guerra: essa è
contraria al Vangelo e
totalmente immorale.
Tanti pope
contro Kirill
A Kirill hanno risposto
270 esponenti del clero
della sua Chiesa: “Noi,
presbiteri e diaconi
della Chiesa ortodossa
russa, ciascuno a
proprio nome, ci
rivolgiamo a
tutti coloro da cui
dipende la cessazione
della guerra fratricida
in Ucraina, con un
appello alla
riconciliazione e a un
cessate il fuoco
immediato… Piangiamo per
il calvario a cui i
nostri fratelli e le
nostre sorelle in
Ucraina sono stati
immeritatamente
sottoposti. Vi
ricordiamo che la vita
di ogni persona è un
dono di Dio inestimabile
e unico, e pertanto
auguriamo il ritorno di
tutti i soldati - sia
russi che ucraini - alle
loro case e alle loro
famiglie, sani e salvi.
Ci rattrista pensare
all'abisso che i nostri
figli e nipoti in Russia
e Ucraina dovranno
colmare per ricominciare
a essere
amici, rispettarsi
e amarsi. Rispettiamo la
libertà dell'uomo data
da Dio e crediamo che il
popolo ucraino dovrebbe
fare la sua scelta da
solo, non sotto la
minaccia delle armi e
senza pressioni da parte
dell'Occidente o
dell'Oriente… Ogni
appello nonviolento per
la pace e la fine della
guerra dovrebbe essere
considerato e accolto
perché questo è il
comandamento divino:
"Beati gli operatori di
pace". Fermate la
guerra!”.
Sono belle ed evangeliche
queste parole che
testimoniano che la pace
cristiana ispira una parte
dell’Ortodossia. Anche la
Chiesa ucraina, che fa
riferimento a Mosca,
ha preso posizione e il
metropolita Onufrij, ha
detto parole molto
esplicite contro la guerra
in atto.
Noi col popolo
russo
La nostra sofferenza si
estende al popolo russo,
ai giovani di leva
costretti al fronte,
ai problemi economici che
si stanno aggravando. È
difficile che emerga un
opinione pubblica
consapevole, la censura si
è molto rafforzata.
Riceviamo notizie di vera
e propria demonizzazione
di chi dissente e di
omologazione di tutti i
media al regime. Però
alcune voci contro la
guerra riescono a farsi
sentire. Prima di tutte
quelle di ben 7500
studenti, specializzandi e
docenti dell’Università
Lomonosov di Mosca,
che hanno scritto parole
inequivocabili che
potrebbero dare un segnale
a tutta
l’opinione pubblica russa.
Il testo è questo: “Noi,
studenti,
specializzandi, docenti,
personale e laureati
della più antica
università della Russia,
l’Università Statale
Lomonosov di Mosca,
condanniamo
categoricamente la
guerra che il nostro
paese ha scatenato
in Ucraina... Le azioni
compiute dalla
Federazione Russa,
azioni che la sua
leadership definisce con
l’espressione
“operazione militare
speciale”, sono guerra,
e non c’è spazio per
eufemismi o scuse in
questa situazione.
Esprimiamo il nostro
sostegno al popolo
dell’Ucraina e
condanniamo
categoricamente la
guerra che la Russia
ha scatenato. Come
laureati della più
antica università russa,
sappiamo che le
perdite subite in sei
giorni di guerra
sanguinosa – soprattutto
umane, ma anche
sociali, economiche e
culturali – sono
irreparabili. Chiediamo
che la leadership russa
cessi immediatamente il
fuoco, lasci il
territorio dello Stato
sovrano dell’Ucraina e
ponga fine a questa
guerra vergognosa.
Chiediamo a tutti i
cittadini della Russia
che hanno a cuore il suo
futuro di unirsi al
movimento per la pace.
Siamo contro la guerra!”.
Per
un’Assemblea generale
dell’ONU a tempo
indeterminato
Le forze che premono in
senso positivo sono tante
ad aspettiamo con ansia
che questa tragedia abbia
una conclusione. Tra i
possibili percorsi verso
il cessate il fuoco ed
un assetto stabile
dell’intera area c’è la
proposta di un’assemblea
permanente dell’ONU
riunita a tempo
indeterminato che non si
interrompa fino a che non
si concordi una soluzione
soddisfacente per tutti in
merito alla sicurezza,
alla situazione economica
e al dialogo tra popoli
vicinissimi per storia,
cultura e religione.
19
marzo 2022
NOI
SIAMO CHIESA
|