lunedì 4 aprile 2022

La libertà di essere noi stessi

 

La libertà che vogliamo nella Chiesa è la libertà di essere noi stessi, libertà di amare, di vivere la solidarietà e di dare al mondo la testimonianza del Regno di Dio, del Dio che è amore e giustizia. Dalla Chiesa e dalla mia comunità religiosa chiedo che mi correggano e mi aiutino a convertirmi, ma senza controllarmi, né assediarmi nella mia libertà spirituale.

Vogliamo una Chiesa più simile a Gesù, ossia inclusiva come Lui, che sappia accogliere tutte le persone. Una Chiesa che accetti che gli indios e i neri possano essere cristiani senza aver bisogno di diventare psichicamente italiani o francesi. Conosco un ragazzo nero che, dopo aver tentato per due anni di far parte di una comunità religiosa, ha chiesto di uscire dicendo: "Purtroppo non ci riesco. Ho fallito nel mio tentativo di essere uguale a un francese. Sono obbligato a lasciare la comunità".

Sogniamo una Chiesa che non faccia distinzione fra divorziati e sposati e che non condanni coloro che vivono una vita morale considerata dal Diritto canonico irregolare. Gesù ha predicato amore per queste persone. Sogniamo una Chiesa che non discrimini gli omosessuali e che non condanni nessuno per essere diverso dal modello ufficiale; una Chiesa che non si rifugi nel pensiero univoco e impari, anche dopo venti secoli, a convivere con il dissenso e la diversità senza considerarla subito rottura e divisione.

 

Comina – Barros, Il sapore della libertà, La Meridiana, pag. 175