giovedì 16 maggio 2024

Comunità perseveranti

 « E la donna fuggì nel deserto, dove ha un luogo preparato da Dio per esservi nutrita per milleduecentosessanta giorni » (Apoc. 12:6). Per la comunità - la donna - c'è dunque una lunga stagione di deserto.

In questo tempo Dio non abbandona la comunità: le parlerà al cuore (Os. 2:16), le sarà padre amoroso (Os. 11) e pastore (Is. 40:11) ed essa impara a vivere soltanto della sua grazia, della manna e dell'acqua che sgorga dalla roccia. I tempi li conosce solo il Padre. A noi tocca perseverare, nella ricerca di una esistenza cristiana elementare, fatta di lotta e di preghiera.

Che importa se noi, uscendo « fuori dall'accampamento » (Ebr. 13:13), potremo tutt'al più « vedere e salutare da lontano le promesse, senza averle conseguite » (Ebr. 11:13)? La fede non è sempre, come per Abramo, ubbidire ad una chiamata, uscire da una terra conosciuta senza sapere dove si va, abitare nelle tende e aspettare quella città di cui è architetto e costruttore Dio stesso (Ebr. 11:8-10)?

In questa lunga marcia, tra il sangue del Calvario e il fiume rosso della passione secolare dei proletari, noi portiamo anche il nostro contributo, tenendo lo sguardo fisso a Gesù di Nazareth e portando la bandiera della speranza. Mentre portiamo la bandiera rossa, non dimentichiamo chi è per noi e per il mondo il volto di Dio svelatosi in Gesù di Nazareth.

Ma bisogna evitare ogni illusione: siamo disposti a portare la croce ogni giorno e seguirlo (Luca 9:23)? La vita cristiana non è far quattro passi con Gesù di Nazareth, ma impegnare tutta la vita dietro di lui. Gesù lo dice con estrema chiarezza: « Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio » (Luca 9:62).

In questo programma di perseveranza non dimenticheremo la sua promessa: « allora il deserto diventerà un giardino… » (Isaia 32:15), ma soprattutto sapremo ogni giorno guardare a Colui che è la nostra salvezza:

 

Non lo sai, non l'hai conosciuto?

Un Dio eterno è Yahvè

Che ha creato i confini della terra.

Egli dà forza a chi è stanco

accresce il vigore di chi è senza forza.

I giovani si affaticano e si fiaccano

e gli atleti alla fine vacillano.

Coloro invece che sperano in Yahvè

rinnovano le loro forze.

Spuntan loro come all'aquila le ali,

corrono senza stancarsi

e camminano senza affaticarsi.

(Isaia 40:28-31)

____________

Questo brano scritto 50 anni fa può parlarci ancora oggi. Il cammino non finisce mai.

Franco Barbero

 

da: Franco Barbero, UNA FEDE DA REINVENTARE, pagg. 144/145, Claudiana Torino, 1975.



mercoledì 15 maggio 2024

I beni superflui

I beni superflui rendono superflua la vita.

Pier Paolo Pasolini

Evangelici e cattolici di base in una stagione di speranze: l’impegno di Marcello Vigli, scomparso da pochi giorni, nel tentativo di costruire una società migliore

Il 2 maggio scorso è morto Marcello Vigli, un cattolico di base. Ma per un lungo periodo è stato un prezioso interlocutore di un evangelismo che nei primi anni ’70 decideva di costruire una feconda collaborazione di fede e politica con l’allora nascente movimento dei cattolici delle Comunità di base. L’agenzia stampa Adista lo ricorda come un militante determinato, inflessibile sui temi della laicità e della lotta al Concordato. 

Combattere il Concordato per lui significava combattere quei privilegi che ponevano la Chiesa cattolica in una posizione di potere economico e politico. Solo l’abolizione del Concordato poteva a suo giudizio dare nuova linfa e vera libertà alla Chiesa di Gesù e al suo messaggio liberatore.

Perché ricordarlo su Riforma? Perché insieme ad alcuni cristiani di base, come Giovanni Franzoni, Filippo Gentiloni e Gianni Novelli, Luigi Sandri, solo per citarne alcuni, della Comunità di base di San Paolo a Roma, erano l’espressione di una vasta rete di comunità di base di tutta Italia. Ma soprattutto perché hanno fondato con un gruppo di protestanti, animati da un’intuizione di Giorgio Girardet il settimanale Com – Nuovi Tempi, (dalla fusione del periodico di area cattolica Com e dell’evangelico Nuovi tempi), un’iniziativa coraggiosa che puntava su un rinnovamento dei cristiani, per renderli attenti ai temi che una società in rapida proponeva. Erano i primi anni ’70. Io in quegli anni ero una giovane protestante e seguivo, talvolta non senza difficoltà e loro discussioni e ragionamenti. E imparavo.

Marcello Vigli, professore di storia e filosofia nei licei, insieme laico e cattolico, era decisamente contrario a ogni forma di clericalismo e intolleranza. Personalmente lo ricordo sempre pronto al dialogo, sempre pronto a discettare in interventi talvolta troppo lunghi. Insomma, da bravo insegnante di storia e filosofia era un polemista raffinato e deciso, ma aperto al confronto.

Io oggi lo vorrei ricordare per fare memoria. Per ricordare la determinazione con cui dei cattolici e dei protestanti insieme, a partire dagli anni ’70, hanno avuto l’apertura mentale di decidere di unire le loro voci per contribuire a costruire – insieme ad altri – una società italiana diversa. Di quella stagione Vigli è stato uno degli ultimi testimoni. Nel mondo protestante siamo rimasti in pochi a ricordare quegli anni. 

Oggi nei confronti di Vigli e di tutti gli altri, cattolici e protestanti, che animarono Com – Nuovi tempi ho un grande debito di riconoscenza; mi hanno insegnato molto, soprattutto mi hanno insegnato a cercare, a non fermarmi alla prima spiegazione e a essere sempre critica rispetto al potere; mi hanno insegnato a collaborare con gli altri per costruire speranze. Un altro mondo è possibile e richiede il nostro impegno ogni giorno anche se, come sapeva Ettore di Troia, si combatte anche se si sa che si può perdere. Ma non sempre e non per sempre.

Gianna Urizio (www.riforma.it)

Il cacao dal gusto meno amaro

Il piacere del cioccolato sta diventando più costoso. Di recente il prezzo del cacao ha raggiunto il record di 12.000 $ alla tonnellata. Ma questo non porta benefici ai coltivatori, che vivono una situazione molto difficile. Le cause principali sono la scarsità di raccolti in Africa occidentale (dove si produce il 70% delle fave), le malattie delle piante e le condizioni metereologiche avverse dovuta al fenomeno del Nino.  Dietro la crisi, però, ci sono anche problemi di lungo corso, dai cambiamenti climatici ai salari dei coltivatori, troppo bassi per permettergli di investire nella produzione. 

Il costo del cacao incide per appena un decimo sul costo di produzione di una tavoletta di cioccolato. In Africa nove coltivatori di cacao su 10 hanno piantagioni piccole, mentre il mercato dei prodotti confezionati è dominato dalle multinazionali. Secondo un rapporto dell'ong Oxfam, nel 2023 la Lindt, la Mondelez e la Nestlé insieme hanno ricavato 4 miliardi di dollari dalla vendita del cioccolato, mentre la Hershey ha guadagnato 2 miliardi. Tra i due capi della filiera operano trader e speculatori, in un sistema estremamente complicato, instabile e opaco.

Anche se la situazione sembra poco incoraggiante, l'attenzione attirata dal prezzo del cacao e l'introduzione di normative europee sul disboscamento e la trasparenza rappresentano un'opportunità. Le difficoltà dei coltivatori evidenziano un problema sistemico, paragonabile a quello che minaccia il futuro dell'industria del caffè. Davanti al riscaldamento globale, ai tanti conflitti e ai prezzi altalenanti dell'energia, affidarsi al libero mercato è una scelta sbagliata.

Trattare i prodotti alimentari come strumenti finanziari impoverisce gli agricoltori, distrugge le foreste e rende instabili le forniture. La soluzione è fissare un prezzo minimo da pagare ai coltivatori di cacao con contratti a lungo termine. Produrre in modo etico e sostenibile è fondamentale. Ma non lo si può fare affidandosi al libero mercato. 

“The Guardian”, Regno Unito

                                     (tratto da “Internazionale” del 03/05/2024)

UN NUOVO INTERESSE PER L’EUROPA

Troppa burocrazia, troppe regole. E, semplicemente, troppo noiosa. Oggi l'immagine dell'Unione Europea non è delle migliori. Il fatto che tra poche settimane si voti per il rinnovo del parlamento europeo non è esattamente in cima ai pensieri di molti cittadini. Anzi, spesso non gli interessa per niente. Questa è l'impressione che abbiamo avuto finora.

Ma i risultati dell'ultimo sondaggio Eurobarometro raccontano un'altra storia. Più dell'80% degli intervistati sostiene che votare in un periodo come questo è particolarmente importante. E più del 60% si dice interessato alle elezioni di giugno. In passato le cose stavano diversamente: nel 2019 questa risposta aveva 11 punti percentuali in meno. Quindi possiamo dire che l'Unione Europea riscuote più successo?

Purtroppo il motivo alla base del maggiore interesse sono i conflitti in corso nel mondo, come quelli in Medio Oriente e in Ucraina. Anche se la fine di queste guerre sembra lontana, i cittadini dell'Unione Europea sperano che la struttura comunitaria, per quanto ingombrante, possa essere una garanzia di pace, sicurezza e difesa. Il tema è particolarmente sentito nei paesi più vicini alla Russia, come Finlandia, Lituania e Germania. Per questo le aspettative verso il prossimo europarlamento sono alte.

I cittadini dell'Unione considerano importanti anche questioni che gli eventi bellici tengono lontane dalle prime pagine: il lavoro, la sanità, la lotta alla povertà e l'immigrazione. La crisi climatica, invece, non sembra essere altrettanto importante, nonostante le misure approvate a livello europeo siano decisive per proteggere il clima e la natura.

Quello che invece non risulta dal sondaggio commissionato dall'Unione europea è quali partiti i cittadini vorrebbero in parlamento. Altre rilevazioni presentano il voto di giugno come un test per capire se i gruppi sovranisti o di estrema destra siano in grado di raggiungere la maggioranza o perfino di vincere in alcuni paesi.

La posta in gioco è alta e il rischio che arrivino al potere politici che non hanno particolarmente a cuore la libertà e la democrazia è enorme. Il fatto che gli europei si interessino molto alle elezioni è un bene, ma non basta. E' necessario che si facciano sentire alle urne.

Tanja Tricarico

       (da “Internazionale” del 3/5/24, “Die Tageszeitung”, Germania)

Movimenti studenti cattolici di Pinerolo del 1965

Nel 1964 fondai, con altri giovani, un gruppetto di lavoro e di ricerca che si impegnasse a raccogliere delle preghiere significative.

La proposta fu accolta con molta gioia e nell'agosto del 1965 finì il periodo della ricerca e l'impresa compiuta parve degna di essere pubblicata, in un libretto molto scorrevole, ma denso di significato che diventò libro per le edizioni Gribaudi nel 1966.

Ricordo ancora con emozione questa impresa che aprì, per alcuni di loro , anche  l'orizzonte della lettura biblica.

Dal 1964-65 sono trascorsi davvero molti anni, ma le preghiere raccolte, a me sembrano esprimere bene un tentativo di valorizzare il plurale e diverso e mi sembrano tutt'altro che da catalogare nella serie del superato.

Questo piccolo libro fu una raccolta di autori diversi e forse fu tale raccolta il carattere che lo rese accessibile a molti giovani. Certo, provo tuttora, un'emozione profonda, soprattutto ricordando la passione con cui questi giovani fecero le loro ricerche sulla Bibbia e su altri autori.

La vera preghiera è nutriente e imperitura. 

Franco Barbero (13/5/2024)

Tra luci e ombre

A volte al cristiano marxista sembrerà che il suo credere non sia che un residuo culturale, un'influenza del suo passato, la paura di inoltrarsi nel mondo senza Dio, allo scoperto. Egli, trovandosi tra un passato che non è più ed un futuro che non è ancora, sente la propria fede come un albero senza radici, un'ombra cui non riesce a dar corpo, fa l'esperienza della traversata del deserto...

Eppure, paradossalmente, la fede comincia proprio lì, quando come Abramo parte senza sapere dove si va (Ebr. 11:8); quando come Mosè si saluta l'Egitto, la casa della schiavitù, e si rimane saldi come se si vedesse colui che è invisibile (Ebr. 11:27), anche se si è nella « tentazione ». Il miglior punto di partenza è meditare sul terribile grido che, secondo Matteo, Gesù emette pochi istanti prima della sua morte: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ». Non è semplicemente un'espressione di disperazione. Gesù muore pregando con le parole del salmo 22, guardando al Padre, pur nell'estrema sofferenza. Muore come ha vissuto cioè con la parola di Dio sulle labbra guardando al Padre.

Dunque in questo « Dio mio » c'è sofferenza, ma ancor più fiducia totale. Gesù conserva la fede anche quando essa non sembra avere più alcun senso e quando la realtà terrena proclama che Dio è assente.

Nella nostra esperienza di « compagni » la fede vivrà giorni bui nei quali ci sembrerà che credere sia una realtà senza senso. Ci vorrà abbandono totale al Padre. « Egli ha voluto che gli uomini andassero alla ricerca di Dio e si sforzassero di trovarlo, come a tastoni: quantunque non sia lontano da ciascuno di noi » (Atti 17:27). Ma non mancheranno i giorni nei quali egli brillerà nei nostri cuori, la sua parola ci giungerà dal grido degli oppressi e di lui ci parleranno cielo e terra. E noi cammineremo alla sua luce.

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da: Franco Barbero, UNA FEDE DA REINVENTARE, pag. 111, Claudiana Torino, 1975.   


martedì 14 maggio 2024

 Comunità  cristiana  di  base  di  via  Città  di  Gap,  Pinerolo

NOTIZIARIO DELLA CASA DELL’ASCOLTO E DELLA PREGHIERA

Con un “clic” puoi sfogliare qui l’intero notiziario

https://www.sfogliami.it/fl/295723/s6d3xt8jjjt3q4cpgyz27ux6vr3uz

N°112 maggio ‘24

 In evidenza:

     INCONTRI COMUNITA’ IN SEDE E SU MEET

- 30/4, 7, 14, 21 e 28/5 h18: gr. bib. on line

- 3, 17, 24 e 31/5 h17: gruppi biblici in sede

- 12 e 19/5 h10: eucarestie solo on line

- 26/5 h10: eucarestia on line + assemblea

     SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE

- Vita e morte: sempre nelle mani di Dio

- Cara Fiorentina

- Pensare a Fiorentina

- A Fiorentina: momento comunitario…

- Nel silenzio

- Ciao Marcello

- Ricordo di Marcello Vigli da NSC  

    DALLA NOSTRA COMUNITA’

- Questa comunità

APPUNTAMENTI COMUNITA’ IN SEDE (v.Città di Gap) E SU MEET

NB: invitiamo tutte/i a partecipare ai tre consueti incontri comunitari settimanali:

- Gruppi biblici: il martedì dalle h18 solo on line (colleg. dalle h17:45 meet.google.com/qpe-wfjz-cdp) e il venerdì dalle h17 solo in presenza, presso la sede di via Città di Gap n.13, a Pinerolo.

- Eucarestie: solo in presenza con CdB “Viottoli” domenica 7 aprile ore 10; solo on line domenica 14 e 28 aprile alle h10 (link dalle 9:45 meet.google.com/vpu-vkkh-wfm); in presenza (in sede) e on line (solito link) domenica 21 aprile alle h10.

     MARTEDI’ 30 APRILE h 18 e VENERDI’ 3 MAGGIO h 17 – Gruppi biblici: Tobia, cc.3-4.

     MARTEDI’ 7 MAGGIO h 18 – Gruppi biblico on line: dedicato alla preghiera per Fiore.

     DOMENICA 12 MAGGIO h 10 – Eucarestia on line (prepara il gr. del venerdì).

     MARTEDI’ 14 MAGGIO h 18 e VENERDI’ 17 h 17 – Gruppi biblici: Tobia, cc.5-6.

     DOMENICA 19 MAGGIO h 10 – Eucarestia on line (prepara il gr. del martedì).

     MARTEDI’ 21 MAGGIO h 18 e VENERDI’ 24 h 17 – Gruppi biblici: Tobia, cc.7-8.

     DOMENICA 26 MAGGIO h 10 – Eucarestia breve on line (prepara il gr. del venerdì).

     DOMENICA 26 MAGGIO h 10:45/11:30 – Assemblea di comunità on line

     MARTEDI’ 28 MAGGIO e VENERDI’ 31 h 18 – Gruppo biblico: Tobia, cc. 9-10.

NB: proponiamo a chi può del gruppo del venerdì di partecipare anche al gruppo di martedì 28/5

NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

Mezz’ora di silenzio per la pace con giustizia

Il gruppo “Donne contro ogni guerra” è nato nel 2022, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, per dar voce al senso di impotenza, al disagio che ognuna di noi provava di fronte a una guerra così vicina e per rendere pubblico il nostro dissenso rispetto alla militarizzazione e alla polarizzazione delle opinioni, affermando il netto rifiuto di tutte le guerre.

In questo tempo buio sentiamo l’esigenza personale di ribadire pubblicamente il nostro NO a ogni guerra e vogliamo farlo semplicemente, con i nostri corpi e con il silenzio. Silenzio perché non ci sono parole per denunciare l’indicibile dolore che si sta vivendo in troppe parti del mondo. Silenzio come contrappeso al rumore delle guerre, alle troppe parole che invitano allo schieramento acritico. Silenzio come mezzo universale per ascoltare in profondità e per esprimere il nostro desiderio più umano di vita, di convivenza delle differenze e di pace con giustizia.

Ci uniamo idealmente ai tanti gruppi di donne che da tempo stanno manifestando in silenzio per la pace. Ci troverai ogni sabato dalle 11 alle 11.30 davanti al Municipio di Pinerolo, a partire dal 2 dicembre 2023, per mezz’ora di silenzio. Se vorrai condividere con noi anche solo qualche minuto del tuo tempo, sarai benvenuta e benvenuto.

Donne contro ogni guerra – Gruppo del Pinerolese

Corso biblico di Torino

L’ultimo incontro del corso prima della pausa estiva si svolgerà venerdì 31 maggio, dalle ore 16:45 alle ore 18:30, presso il saloncino della libreria Claudiana (a Torino, in via Principe Tommaso, 1). Discuteremo sul libro degli Atti, fino al capitolo 20 (proponiamo di leggere durante l’estate gli ultimi 8 cc., dal 21 al 28).

Per informazioni contattare Anna Campora (3487136965) e/o Maria Zuanon (3497206529).

Comunità cristiane di base: preparazione del secondo incontro con il presidente della CEI Matteo Zuppi

Venerdì 3 maggio si è riunita on-line la commissione delle CdB che si occupa di preparare il secondo incontro con il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, che si terrà a Roma mercoledì 10 luglio prossimo.

Affronteremo la tematica della ministerialità, che tuttavia deve essere declinata all’interno dell’essere comunità. Sono due aspetti che si intersecano e si condizionano a vicenda, dando vita a nuove forme di servizio nella Chiesa.

Con ministerialità si intende sia la gestione dei sacramenti, in particolare quella dell’assemblea eucaristica, sia le molte forme di servizio interne alle comunità, come quella della segreteria tecnica, dell’impegno sociale verso gli emarginati,

immigrati ecc., della catechesi ai ragazzi, del gruppo biblico, del gruppo donne ecc.: tutti servizi che erano presenti anc he nelle prime comunità cristiane.

L’incontro a Roma sarà solo di una mezza giornata, probabilmente dalle ore 9 alle ore 13. Per chi viene da molto lontano la comunità di S. Paolo può predisporre per il giorno precedente strutture per l’accoglienza e pernottamento.

Si pensa di arrivare all’incontro con un documento unitario delle comunità di base che affronti quattro punti:

1)  Rapporto religione-fede, usufruendo dei documenti di Cortese di Napoli e di Balducci, che sono stati fatti circolare in queste settimane.

2)  Radici bibliche della ministerialità, in base alla relazione di Penna.

3)  Ministeri e comunità, trattati da Ortensio da Spinetoli nel libro “Tra voi non sia così”.

4)  La prassi delle comunità.

La bozza del documento introduttivo sarà preparata da Giuseppe Bettenzoli della comunità di Firenze e mercoledì 29 maggio alle ore 21, sempre on-line, la commissione delle CdB si incontrerà per redigere in modo comunitario la versione definitiva di questo documento.

SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE (dal blog di F. Barbero)

Vita e morte: siamo sempre nelle mani di Dio

Le comunità di Pinerolo e Piossasco, vi informeranno dell'improvvisa morte di Fiorentina Charrier, dopo quarant'anni di vita comunitaria con me e vi diranno in quale modo vogliamo, come credenti, ricordarla nel rito del passaggio dalla morte alla vita in Dio. Troverete le informazioni per eventuali partecipazioni a momenti di memoria e di preghiera.

Io, che da Fiorentina in quarant'anni ho ricevuto e imparato quanto non vi posso, in questo momento, nemmeno accennare. La sua fede e la sua solidarietà sarebbero tali da esigere la stesura di un libro. 

Io, che in questi momenti, sono sostenuto soltanto dalla fede e dalla solidarietà comunitaria, comporrò e scriverò una vera memoria di Fiorentina, come operatrice sanitaria e come membro attivo delle nostre comunità. Soprattutto, vorrò parlarvi del suo amore per me e di una reciprocità come prezioso dono di Dio.

Desidero infatti, uscendo dalla paralisi del dolore, di un dolore straziante, parlare e scrivere le mille cose che da Fiorentina, come pastore di comunità, ho imparato, infine o Dio, ti voglio ringraziare, ma proprio di tutto cuore, perché sul mio cammino hai posto questa donna, che in grande sintonia, cercava nella vita comunitaria, un quotidiano cammino evangelico.

Ora il dolore e lo sgomento mi impediscono di chiarire.

Certo, finché non ne avrò le forze, continuerò il mio umile ministero pastorale, cosi come Fiorentina fosse ancora qui vicino a me.

Stamattina, accompagnato da alcuni membri delle comunità di Piossasco e Pinerolo, ho avuto la possibilità di baciare e di abbracciare il suo cadavere.

Quanto sia fondamentale in questi giorni, come in ogni giorno della vita, ribadire che si sta in piedi e si continua a lottare, solo per la fiducia in Dio, che abita le nostre gioie, le nostre sofferenze, alla fine del viaggio terreno, ci aspetta per essere felici senza fine, nell'abbraccio del Suo amore

 

Franco Barbero, 7 maggio 2024

Cara Fiorentina

Cara Fiorentina,

le lacrime che scendono dai miei occhi non mi impediranno di proseguire.

Cercherò qualche parola che sia memoria di te, che ora sei nel cuore di Dio che tanto hai amato e ora non ti lascerà mancare il Suo.

Solo Dio può farci continuare il viaggio della vita nel Suo eterno mistero d'amore.

Mi affido totalmente a Dio anche per ciò che ti riguarda.

Io sono in un dolore che le parole non possono esprimere. Tu sei stata per me il Fiore più bello, profumato e salutare che io abbia incontrato nei 40 anni di vita trascorsi con te.

Tutto mi parla di te e il mio cuore teme di scoppiare per l'insonnia e il dolore.

Non c'è incontro biblico in cui non ti sento vicino, ma i tuoi baci, i tuoi abbracci mi mancano. Che anni d'amore...

Di te, o Fiorellino mio, è pieno il mio cuore, e so che, avvolta nell'amore di Dio, sei vicina a me.

Cercherò, con la fede che mi sorregge, di continuare le tante piccole cose che facevamo insieme, continuerò le battaglie che le Scritture ci sospingevano ogni giorno a combattere.

Accanto al blog, ti sento presente come un Fiore che riesce insieme a scrivere con una mano e con tanto amore ad accarezzarmi con l'altra.

Mi accosto al blog e sento la tua presenza e il tuo profumo.

Dovrei ricordare che tu sei stata la più vera maestra di vita evangelica nel cammino comunitario che ci ha sempre caratterizzato e che ora continua a darmi il sostegno necessario per un cammino come il nostro del passato.

La penna è sopraffatta delle lacrime...

Pensando e sentendoti nel mio cuore, vicina come allora, Dio mi darà la forza di proseguire con fiducia e gioia il mio servizio nella comunità e a quanti mi cercano.

Solo tu, Fiorellino, avevi questa notizia: tra pochi giorni sposerò un prete francese e una donna piena d'amore e battezzerò nella stessa giornata i loro due figli.

Solo perché la comunità mi sostiene con dedizione infinita posso continuare a vivere e a svolgere il ministero.

Pinerolo, Piossasco, Saluzzo, Racconigi e Torino hanno condiviso il cammino di tanti anni ed ora sono stati solidali nella sofferenza.

Nei prossimi funerali potete liberamente parlare.

Mio dolcissimo Fiorellino.

don Franco Barbero, 9 maggio 2024

Pensare a Fiorentina

Pensare a Fiorentina, per noi, significa ricordare le donne delle prime comunità cristiane, quelle che sembrano sfuggite alla penna di un redattore ed emergono, se pur velatamente, negli Atti degli apostoli e in alcune lettere di Paolo, oltre che nei Vangeli.

Sono figure di cui si sa poco, di alcune non si ricorda neanche il nome, eppure appaiono come figure centrali nella nascita delle prime comunità: aprono le loro case, preparano i pasti, accudiscono, lavorano, si prendono cura… probabilmente senza di   loro le comunità non sarebbero nate, eppure di loro si sa così poco.

Fiorentina era così, sempre ai margini eppure insostituibile nei piccoli gesti        quotidiani, tanto invisibili quanto potenti, donna del Vangelo e di Dio.

Ha incontrato le nostre vite con leggerezza, con una semplicità autentica, il suo sorriso buono rimane scolpito nei nostri cuori, non possiamo che rendere grazie a Dio per averla messa sui nostri passi, il suo incontro è stato un dono e ci ha resi migliori.

Cesare e Carla, 11 maggio 2024

 

A Fiorentina: momento comunitario di preghiera

Martedì 7 maggio, la comunità era riunita per il gruppo biblico quando è nato un momento spontaneo di preghiera in memoria della cara Fiore che riposa ormai nelle braccia di Dio.

Riportiamo di seguito i salmi, le preghiere, le poesie che abbiamo letto e dedicato a Fiore e Franco.

Anna, Domenico, Franca, Guido, Ines, Pier Paolo, Sergio

Poesia

Credevo che il mio viaggio fosse giunto alla fine mancandomi ormai le forze.

Credevo che la strada davanti a me fosse chiusa e le provviste esaurite.

Credevo che fosse giunto il tempo di trovare riposo in un’oscurità pregna di silenzio.

Scopro invece che i tuoi progetti per me non sono finiti

e quando le parole ormai vecchie muoiono sulle mie labbra nuove melodie nascono dal cuore

e dove ho perduto le tracce dei vecchi sentieri un nuovo paese mi si apre con tutte le sue meraviglie.

Rabindranath Tagore

Non contiamoci storie

Io e Fiorentina siamo sposati da quarant'anni.

Che benedizione, che gioia!

Io continuo a fare in tutto e per tutto il presbitero e la sapienza e l'operosità di Fiorentina costituiscono per noi una fonte di gioia, di creatività pastorale di cui è lieta tutta la comunità e gli amici che conosciamo.

Occorre essere liberi da una legge ecclesiastica disumana e saper disobbedire.

Per noi l'amore è felicità e fecondità pastorale.

Ho scritto al riguardo tante pagine nel blog e in alcuni miei libri.

Ora sono contento di aver disobbedito e aver vissuto l'amore coniugale. Da 40 anni ringrazio Dio e Fiorentina e invito i preti a fare il salto… Auguri e speranza per tutti coloro che cercano l'Amore.

Franco Barbero, 13 dicembre 2023

Silenzio

Come il nero del lutto, un buco in mezzo al petto, un vuoto in cui sprofondo;

come un venir meno, un franare all’indietro, un vacillare ebbro;

come un morso di fame, l’ossigeno che manca, un amore finito:

così il Tuo silenzio per me, la Tua lontananza segreta, mio Dio dell’assenza.

Anna Maria Bermond (da “...ed io scivolerò tra le Tue braccia. Quasi preghiere”, Effatà Editrice)

Mio Dio

Mio Dio della gioia, mio Dio del dolore, mio Dio di ogni giorno, mio Dio di ogni ora, di ogni respiro, di ogni speranza, di ogni paura.

Mio Dio della vita, mio Dio di ogni morte, raccoglici in Te, abbracciaci stretti nell’ora del viaggio.

Anna Maria Bermond (da “...ed io scivolerò tra le Tue braccia. Quasi preghiere”, Effatà Editrice)

Come sabbia nella clessidra

Non puoi fermarti. Non puoi fermare nulla: giornate, vite, storia, tutto rotola via, scivola, scorre,

come sabbia nella clessidra, come acqua nella fontana, come il sole dietro le stelle.

Continueranno a sorgere aurore, a nascere foglie, a crescere lune.

Continueranno a spegnersi soli, le foglie a cadere, le lune a calare.

Sempre, per sempre in un respiro immenso l’universo si smorza e si riaccende.

Tu sei soltanto una pallida diastole che la prossima sistole cancellerà.

Anna Maria Bermond (da “...ed io scivolerò tra le Tue braccia. Quasi preghiere”, Effatà Editrice)

La morte è la curva della strada

La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo. Non ha nido la menzogna. Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.

Fernando Pessoa

Salmo 15

O Signore, chi potrà dimorare nella tua tenda, chi potrà abitare sul santo tuo monte?
Chi cammina nell’integrità, pratica la giustizia e dice il vero dal suo cuore.
Chi non calunnia con la sua lingua, non fa del male al suo prossimo e non pronuncia infamia contro il suo vicino.
Chi disprezza l’uomo abbietto, ma onora i timorati del Signore, e, giurando a suo danno, non muta.
Chi non dà il suo denaro ad usura e non accetta doni contro l’innocente.

Chi fa questo giammai vacillerà.

Questa è la morte

Sono in piedi sul bordo della spiaggia, un veliero passa nella brezza del mattino, e parte verso l’Oceano. Io lo guardo finché scompare all’orizzonte.

Qualcuno al mio fianco dice: “… è partito…”. Partito? Per dove? Partito dal mio sguardo, tutto qui: La scomparsa totale alla mia vista è in me, non in lei.

E proprio nel momento in cui qualcuno accanto a me dice: “…è partito...” altri lo guardano spuntare all’orizzonte e venire verso di loro, e in una sola voce esclamano con gioia: “…eccolo…”

Questa è la morte. La morte non è nulla, sono soltanto passata ad un’altra sponda.

Io sono io, voi siete voi, ciò che eravamo gli uni per gli altri lo saremo sempre, datemi il nome che mi avete sempre dato, parlatemi, come avete sempre fatto, non usate un tono diverso, non prendete un’aria solenne o triste, continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme.

Pregate, sorridete, pensate a me.

Il mio nome sia pronunciato come sempre senza traccia d’ombra, la vita significa quello che ha sempre significato. è quella che è stata sempre, il filo non è tagliato.

Perché dovrei essere fuori dal vostro pensiero, semplicemente perché sono fuori della vostra vista?

Io vi aspetto, non sono lontana, sono al di là dell’orizzonte

vedete, tutto è bene

Anonimo

Salmo 121: il custode d’Israele

Messaggio: Il mio aiuto viene solo da te, o Signore, da te che hai fatto cielo e terra.

I miei occhi guardano le cime dei monti: da dove mi verrà la forza?

Il mio aiuto viene solo dal Signore che ha fatto cielo e terra.

Non lascerà che il tuo piede vacilli, il tuo custode non si addormenterà.

Colui che custodisce Israele non sonnecchia e non s’addormenta.

Il Signore è il tuo custode, è come l’ombra che ti protegge: egli si pone alla tua destra.

Non ti daranno fastidio né il sole di giorno, né la luna di notte.

Il Signore ti farà da scudo da ogni male, egli difenderà la tua vita.

Il Signore veglia su ogni tuo passo, quando esci e quando entri, da ora e per sempre.

da Franco Barbero, “I Salmi”, ed. Tempi di Fraternità, 1975

Nel silenzio

Ascolta il silenzio!

Il suo linguaggio è senza rumore.

Non le parole pronunciate, non le parole scritte, ma il silenzio parla….

Nella profondità del silenzio, ascolta il muoversi del tempo, della natura, degli uomini e dello spirito…

Guarda il mondo, ha distrutto il silenzio salutare, l’uomo diventa infelice, va a caccia di queto silenzio: silenzio-gioia, silenzio-pace, silenzio-giustizia, silenzio che fa sorridere e danzare il mondo….

Rifletti, prega, impara a vivere ed a soffrire nel silenzio di Dio. Il suo silenzio viene a spezzare i nostri falsi ed amari silenzi.

Silenzi-paura, silenzi-angoscia, silenzi-inquietudine, silenzi-morte…

Ora, nel silenzio, spera, per te e per tutti, un mondo migliore, intessuto di amicizia.

Per questo, nel tuo silenzio, ascolta il gemito dei senza-parola, dei prigionieri e degli oppressi,

ascolta le grida degli affamati, dei disoccupati, di chi non ha genitori, di chi non ha figli, di chi non ha patria, di chi non ha casa….

Nei battiti del tuo cuore, ascolta, per sentirle bene, le amare sofferenze della terra….

Nel silenzio, ascolta gli uomini soli, ascolta le loro grida di solitudine, vivi con loro e muori per loro, nel silenzio del tuo cuore….

Wanir Welepane – Nuova Caledonia

 

PS: Questa è spesso la mia preghiera del mattino

Franco Barbero

Ciao Marcello

   E’ mancato un nostro caro amico, Marcello Vigli. Per fare memoria della sua profondità e simpatia vi invitiamo, dopo aver letto i tre post che precedono questo, a rivedere e riascoltare questi audio – video di suoi interventi a incontri e convegni che Radio Radicale ha pubblicato (questi materiali li abbiamo trovati sul sito delle comunità cristiane di base: www.cdbitalia.it):

https://www.radioradicale.it/soggetti/32883/marcello-vigli

Ricordo di Marcello Vigli da “Noi Siamo Chiesa”

Con la scomparsa di Marcello Vigli – classe 1928, deceduto il 2 maggio – ci lascia una delle figure più rappresentative e decisive di quella Chiesa “altra” che larghi settori di base del mondo cattolico italiano iniziarono a immaginare, e per quanto possibile ad inverare, a partire dalla seconda metà del secolo scorso.

Solo lateralmente, negli anni più recenti, egli si accostò a Noi siamo Chiesa, movimento che già alla sua nascita, nell’ultimo decennio del Novecento, per diversi aspetti si nutrì di idee e programmi che, da parte sua, Marcello aveva pensato e vissuto tra e con la Comunità cristiane di base che avevano cominciato a germogliare a cavallo degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.

Su un tasto, in particolare, egli batté e batté (ed a ragione): in Italia – egli affermava – non è possibile costruire una Chiesa (cattolica) povera se non si mette in questione radicale il Concordato del 1929, ed anche quello “rinnovato” del 1984. La sua insistenza dava fastidio a molti cattolici, pur “progressisti”, ma del tutto alieni dal misurarsi con queste esigenze ineludibili per una Chiesa dei poveri e per i poveri.

Egli ci lascia un’eredità difficile ma preziosa: l’urgenza di affermare, erga omnes, che sarebbe nefasto fare l’equivalenza Chiesa = gerarchia. Niente affatto, precisava, perché dopo il Concilio Vaticano II, dobbiamo sapere che tutti insieme facciamo la Chiesa, ciascuna persona con i suoi carismi e le sue possibilità. Insomma, traduco: affermare “Noi siamo Chiesa” non significa “Solo noi…”, ma “Anche noi… siamo Chiesa”. Dunque un grande, ambizioso programma che uomini come Marcello ci spronano a non disperdere o abbandonare.

La terra ti sia lieve, caro Marcello.

Luigi Sandri (dal sito nazionale di “Noi Siamo Chiesa”)

La dialogante intransigenza di Marcello Vigli, maestro di laicità e di impegno politico

Giovedì 2 maggio 2024, verso le 10, è morto Marcello Vigli. È un nome noto e un viso familiare per tanti lettori e abbonati alle pagine di Adista. È una presenza che è stata per decenni (fin dalla sua fondazione, nel 1967) amica e sostenitrice delle nostre ragioni e delle nostre battaglie. È stato un collaboratore prezioso, discreto e determinato, inflessibile sui temi della laicità e della lotta al Concordato; irriducibilmente anti fascista e contro ogni forma di clericalismo e intolleranza; ma costantemente animato da una fede profonda e impegnato sul terreno del confronto, del dialogo, della mediazione. Perché era convinto che la divisione portava inevitabilmente alla sconfitta. E che era sempre opportuno cercare un punto di incontro, pur nelle differenze, piuttosto che marcare le distanze e coltivare esclusivamente il proprio ambito, nell’azione ecclesiale come in quella civile e politica.

L’antifascismo, Marcello, lo aveva fatto davvero. Non lo raccontava, ne aveva pudore, minimizzava il suo ruolo nella Resistenza. Ma l’aveva fatta. Nato nel 1928, da giovanissimo aveva aderito al Partito dei Cristiano Sociali di Gerardo Bruni, una formazione che si collocava a sinistra, ma che non accettava l’orizzonte marxista né la subalternità all’Unione Sovietica. Per i Cristiano Sociali, durante la Resistenza, Marcello aveva fatto da staffetta nella Roma occupata dai nazisti. Alla fine della guerra aveva anche ricevuto la tessera di partigiano. Ma non avendo combattuto, non amava che si parlasse di lui come di un “partigiano”.

Profondamente credente, militava nell’Azione Cattolica ed era stato dirigente nazionale negli anni di Carlo Carretto presidente della Giac e di Arturo Paoli assistente nazionale. A queste due figure fu molto vicino e legato da amicizia. Lui però dall’Azione Cattolica uscì prima sia di Paoli che di Carretto, accortosi presto della piega integralista assunta dall’associazione durante la campagna elettorale del 1948 (quella dei comitati civici e del “berretti verdi”). In quella occasione il suo partito, schiacciato dal moderatismo della Dc da una parte e da Fronte Popolare dall’altra, non riuscì a far eleggere nemmeno un parlamentare. Finita la militanza politica attiva, Vigli si concentrò sull’insegnamento (entrò nella scuola come insegnante di Storia e Filosofia alla fine degli anni ‘50) e nel giornalismo militante. Era infatti entrato in contatto con Wladimiro Dorigo, esponente della sinistra democristiana veneta impegnata in quegli anni a tentare di realizzare un’alleanza tra Dc e socialisti. Nel 1958 Dorigo dà vita a Questitalia – bozze di politica e di cultura, per continuare la battaglia politica per una svolta a sinistra della politica italiana e per l’apertura di un dialogo tra cattolici e laici. 

Consapevole delle implicazioni ecclesiali della sua decisione, in una società ancora chiusa e clericale – e in un contesto politico ancora segnato dal centrismo – Dorigo portò avanti per 13 anni la battaglia politico culturale della “laicità in temporalibus” affiancato da un pugnace gruppo redazionale nel quale Marcello Vigli fu il referente romano. Finita nel 1970 l’esperienza di Questitalia Vigli, che nel frattempo si era avvicinato ai gruppi della Nuova Sinistra e al nascente movimento delle Comunità Cristiane di Base, continua il suo impegno nella Cgil scuola, che contribuisce a fondare a Roma, nelle CdB e anche nel movimento dei Cristiani per il Socialismo, che dal Cile aveva preso piede anche in Italia.

Gli anni ‘70 e ’80 sono soprattutto segnati dall’impegno nella scuola e nella Chiesa, attuato anche attraverso lo strumento di Scuola Notizie, promosso nel 1968 come foglio informativo del Movimento Insegnanti e diventato rivista nel 1975 (venne pubblicato fino al 1990) e nel 1974 fu tra i fondatori della rivista Com Nuovi Tempi, rivista nata dal tentativo di unire le istanze della sinistra cristiana riunitasi attorno alla Comunità di Base di S. Paolo Fuori le Mura e a Giovanni Franzoni e il mondo evangelico progressista della rivista “Nuovi Tempi“, animata dal pastore Giorgio Girardet.

Per Marcello alla radice del potere ecclesiastico che soffocava le istanze evangeliche c’era il Concordato. Combattere il Concordato significava combattere quei privilegi che ponevano la Chiesa cattolica in una posizione di potere economico e politico. Solo l’abolizione del Concordato poteva a suo giudizio dare nuova linfa e vera libertà alla Chiesa di Gesù e al suo messaggio liberatore. Per questa ragione Marcello Vigli non perdeva occasione per promuovere reti di realtà di base, laiche e cristiane, per realizzare in maniera integrale lo spirito della Costituzione e recuperare la sinergia delle forze progressiste che l’avevano scritta.

Fu tra i fondatori della sezione Italiana di Noi Siamo Chiesa, partecipò a tutti gli incontri promossi dal cartello “Il Vangelo che abbiamo ricevuto”, che – promosso da Giuseppe Alberigo – tentava di elaborare una linea ecclesiale diversa da quella condotta negli anni ’90 dall’allora presidente della Cei Ruini; prese parte a tutte le battaglie per la riforma della Chiesa e la denuncia del processo di restaurazione pre conciliare attuato soprattutto sotto i pontificati di Wojtyla e Ratzinger; si impegnò – attraverso l’associazione nazionale Per la Scuola della Repubblica” – nel contrasto alla normalizzazione e gerarchizzazione della scuola prodotta dall’autonomia scolastica e dalle riforme volute da Berlinguer, Moratti, Gelmini. Fino agli anni più recenti, nei quali intravedeva nella autonomia differenziata il progetto di potenziale dissolvimento della scuola pubblica statale.

Valerio Gigante (da “Adista”, www.adista.it)

Addio a Marcello Vigli, un testimone della nostra storia

Se ne è andato giovedì mattina, 2 maggio, Marcello Vigli, morto a 96 anni nella sua casa romana, dopo una vita di militanza e di impegno sociale e politico a sinistra su vari fronti: l’antifascismo, la scuola, l’informazione, la laicità, le comunità cristiane di base.

Nato nel 1928, da giovanissimo aderisce al Movimento e poi al Partito cristiano sociale di Gerardo Bruni, nelle cui fila svolge il ruolo di staffetta partigiana nella Roma occupata dai nazifascisti, sebbene non amava che si parlasse di lui come partigiano, poiché non aveva combattuto. Militante dell’Azione cattolica, lascia l’associazione appena si accorge della virata integralista assunta già alle elezioni politiche del 18 aprile 1948. Docente di storia e filosofia nei licei, alla fine degli anni Cinquanta Vigli inizia a collaborare con Wladimiro Dorigo, che ha fondato Questitalia, combattiva rivista politico-culturale antesignana del dialogo fra cattolici, socialisti e comunisti, avendo come stella polare la laicità, ovvero la netta distinzione fra fede e impegno politico.

Negli anni Settanta si avvicina ai gruppi della Nuova Sinistra e al movimento delle Comunità cristiane di base – nato nel post Concilio sull’onda del “caso Isolotto” -, in particolare alla Comunità di San Paolo dell’abate Franzoni. Nel 1973 partecipa alla fondazione dei Cristiani per il socialismo in Italia e l’anno successivo è fra i promotori di Com Nuovi Tempi, fra le più importanti riviste del “dissenso cattolico”, nata dalla fusione del cattolico Com e del protestante Nuovi Tempi. Mentre non viene mai meno l’impegno nella scuola (anche attraverso l’associazione nazionale “Pe>r la Scuola della Repubblica”, contro tutte le controriforme, dall’autonomia alla “buona scuola” di Renzi, passando per Moratti e Gelmini), per la laicità delle istituzioni, contro il Concordato e per la riforma della Chiesa (con il movimento “Noi Siamo Chiesa”).

Assiduo lettore del manifesto, negli ultimi anni in cui la malattia lo ha costretto all’immobilità chiedeva alle amiche e agli amici che gli sono stati vicini fino alla fine di portargli il giornale, «che va comprato tutti i giorni in edicola».

Alla sorella di Marcello Vigli, alle amiche e agli amici l’abbraccio del collettivo de “il manifesto”

Luca Kocci (da “Il Manifesto”, www.ilmanifesto.it)

Osservazioni che possono essere utili: manca totalmente la sinossi

Nella riflessione di Mancuso, sempre interessante e stimolante, non sono riuscito a trovare nulla di nuovo, ma è certo che per molti cristiani/e questi "vai e vieni" dei testi evangelici sono poco percepiti e ancor meno interpretati.

Il pregio di queste pagine sta negli interrogativi aperti e, a mio avviso, la difficoltà di cogliere la "naturalezza" di queste memorie così diverse è, a parer mio, ciò che mi piace e parla di più alla mia fede. Questa è una sensibilità molto diversa da quella di Mancuso.

Un profeta come Gesù non poteva, con i suoi discepoli, stare in un solo "contenitore", una sola visione e versione. Queste differenze e contraddizioni sono il segno con cui gli Evangelisti hanno rispettato lo straripamento profetico di Gesù.

Una narrazione tutta ben connessa non mi invoglierebbe a cercare il Gesù storico. Perché fatti, narrazioni, e narranti sono realtà che si mescolano.

Consiglierei, anziché riferirsi e cercare le singole differenze e contrastanti narrazioni, di usare la sinossi greca e italiana dei quattro vangeli di Angelo Poppi che a me fu regalata nel 1972 quando ero in Olanda ed ero prete da qualche anno, molto immerso negli studi esegetici e in particolare cristologici. Oggi, certamente ne esisteranno di migliori, ma questa opera mi accompagnò caldamente nella lettura in questi 60 anni scatenando in me una serie di interrogativi e insieme di sorprese.

La sinossi traduce le differenze e i contrasti e accende il fuoco della ricerca e della consapevolezza del limite delle nostre conoscenze… consiglio si usarla accanto ai preziosi commentari.

Grazie e buon cammino. In ogni caso conta la fede, i nostri metodi debbono essere al suo servizio.

Franco Barbero, 17 aprile 2024

Esodo significa uscire dalla schiavitù. Questa è la Pasqua

Per molti cristiani si tratta di compiere un primo esodo. Si tratta di uscire da linguaggi, devozioni e simboli del passato, di un tempo in cui parole e linguaggi dogmatici e devozionali sono scaduti.

Da certe devozioni, credenze e parole bisogna uscire, cioè operare questo Esodo anche a piccoli passi.

Spesso si tratta di un cammino difficile perché certi tratti, linguaggi e credenze di ieri sono difficili da abbandonare.

Non per abbandonare pezzi della nostra fede, ma per renderla più storicamente veritiera e più nutriente per una fede adulta. Si tratta di un vero esodo di liberazione.

E’ necessario, comunque, un esodo impegnativo e costruttivo, si può incorrere nell'errore fatale di” gettare via la preghiera o la lettura biblica”, momenti essenziali della nostra fede

E' necessario un attento discernimento alla scuola di studiosi veri ed è grandemente utile, anzi è indispensabile, compiere questo esodo in comunità, dove sono preziosi dei maestri qualificati e coerenti, veri fratelli del cammino.

C'è sempre qualche piccolo idolo da lasciare.  Una fede adulta e gioiosa si vive in un cammino personale e comunitario. Il Dio che vuole la nostra felicità, con i secoli, a piccoli passi, ci libererà libererà dai tiranni, fascismi dai signori che si credono onnipotenti. Ci vorrà ancora molto tempo, ma né il tuo né il mio piccolo passo vanno perduti.

Gesù prese un enorme “abbaglio” quando disse che "non passerà questa generazione senza che tutto ciò avvenga…”

Il regno di Dio, un mondo di giustizia e di pace, sono una promessa, ma i tempi della realizzazione li conosce solo Dio.

Gesù, siccome non era e non è Dio, poteva da fedelissimo profeta indirizzarci nella direzione del regno.

Franco Barbero, 12 aprile 2024

Il credo cattolico è una bestemmia

Ma, se la Pasqua è passata, quella bestemmia che è il Credo cattolico resta al centro di ogni liturgia cattolica come tutte le bestemmie sulla verginità di Maria, del Cristo espiatorio che viene confuso con l'unico Dio, fonte di perdono.

Senza parlare di tutto l'impianto liturgico che tanto sa di magia.

Il credo, tranne l'esplicito riferimento al Dio creatore della vita, va ripulito alla grande. I ritocchi non bastano. Lo scrivevo nei miei primi libri 60 anni fa e ora resta da confermare.

Bruno Mori, ora con Dio, ci ha lasciato due libri, di cui l'ultimo, "L'implosione di una religione", sia pure con alcune semplificazioni riprende ed esprime dei punti teologici che io scrissi almeno 50/60 anni fa in alcuni miei libri e in alcune riviste.

Franco Barbero, 2 aprile 2024

 

DALLA NOSTRA COMUNITA’

Questa comunità

·      Nel cammino personale e comunitario viviamo in una altalena in cui lacrime, affanni e imprevisti spegnerebbero in noi la gioia di vivere e la voglia di lottare per la giustizia. Ma poi la vita, la natura e Dio ci regalano momenti di vera risurrezione, di fiducia nella fecondità dei semi gettati.

·      Sabato, tra le lacrime e gli affanni per la morte improvvisa della dolce Fiorentina, abbiamo visto oltre trecento persone che, tra il dolore e lo sconcerto hanno sentito rifiorire la gioia e la voglia di vivere, di lottare, di andare avanti. Nei volti, anche nei sorrisi si percepiva la ferma volontà di continuare il cammino facendo della sua testimonianza un sentiero aperto. Fiorentina ci è parsa colei che invitava a guardare dove la morte diventa vita, dove l'ingiustizia può non sembrarci più l'insuperabile oceano del dolore e dell'ingiustizia. Dio è il Dio della vita e dei sogni, dei passi e dell'energia per compierla. Quando centinaia di persone cantono al Dio della gioia, allora ti senti parte dei camminatori che cercano giustizia con gioia e speranza.

·      Le nostre comunità sono piccole cose, ma in esse nascono tante Fiorentina, tanti operatori di pace e di giustizia. Allora, su, camminiamo con gli occhi aperti a Dio, e ad un futuro dove si semina per la giustizia. Siamo piccole realtà ma veri seminatori pieni di fiducia nel Dio che fa crescere. Sabato lo abbiamo un po' percepito, ma è ogni giorno che Dio spinge in avanti. La Sua presenza e la Sua forza sono per tutti una realtà che ci inonda di speranza e ci fa guardare quei fiori che fioriscono oltre le tragedie e le ingiustizie quotidiane. Le nostre comunità piantano l'alberello di Dio e qua e la si sente il profumo del mondo nuovo, verso il quale, compagni di Dio, camminiamo.

·      Dunque amici e sorelle, non crediamo a chi, con la vana pubblicità e con le armi, vorrebbe persuaderci che un futuro altro, cioè di amore e di giustizia, è una pura illusione. Fiorentina con la sua vita di ogni giorno è un segno per le migliaia di persone che camminano con noi.

·      O Dio, Tu lo sai, noi confidiamo in Te e Tu non sei il Dio che semina illusioni, ma il Dio della fiducia in chi cammina sul sentiero che guarda al futuro con gioia, passione e speranza. Grazie, o Dio, fonte di amore e giustizia, noi cercheremo di compiere i nostri piccoli passi affidandoci a Te.

Franco Barbero

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