Comunità cristiana
di base di via Città
di Gap, Pinerolo
NOTIZIARIO DELLA CASA DELL’ASCOLTO E DELLA
PREGHIERA
Con un “clic” puoi sfogliare qui l’intero notiziario
https://www.sfogliami.it/fl/295723/s6d3xt8jjjt3q4cpgyz27ux6vr3uz
N°112 maggio ‘24
In
evidenza:
INCONTRI COMUNITA’
IN SEDE E SU MEET
- 30/4, 7, 14, 21 e 28/5 h18: gr. bib. on line
- 3, 17, 24 e 31/5 h17: gruppi biblici in sede
- 12 e 19/5 h10: eucarestie solo on line
- 26/5 h10: eucarestia on line + assemblea
SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE
- Vita e
morte: sempre nelle mani di Dio
- Cara
Fiorentina
- Pensare
a Fiorentina
- A
Fiorentina: momento comunitario…
- Nel
silenzio
- Ciao
Marcello
- Ricordo
di Marcello Vigli da NSC
DALLA NOSTRA COMUNITA’
- Questa comunità
APPUNTAMENTI
COMUNITA’ IN SEDE (v.Città di Gap) E SU MEET
NB: invitiamo tutte/i a
partecipare ai tre consueti incontri comunitari settimanali:
- Gruppi
biblici: il martedì dalle h18 solo on line (colleg. dalle h17:45 meet.google.com/qpe-wfjz-cdp) e il venerdì dalle
h17 solo in presenza, presso la sede di via Città di Gap n.13, a Pinerolo.
- Eucarestie: solo in presenza
con CdB “Viottoli” domenica 7 aprile ore 10; solo on line domenica 14 e 28 aprile
alle h10 (link dalle 9:45 meet.google.com/vpu-vkkh-wfm); in presenza (in
sede) e on line (solito link) domenica 21 aprile alle h10.
MARTEDI’ 30 APRILE h 18 e
VENERDI’ 3 MAGGIO h 17 – Gruppi biblici: Tobia, cc.3-4.
MARTEDI’ 7 MAGGIO h 18 – Gruppi biblico on
line: dedicato
alla preghiera per Fiore.
DOMENICA 12 MAGGIO h 10 – Eucarestia on line (prepara
il gr. del venerdì).
MARTEDI’ 14 MAGGIO h 18 e VENERDI’ 17 h 17
– Gruppi biblici: Tobia, cc.5-6.
DOMENICA 19 MAGGIO h 10 – Eucarestia on line (prepara
il gr. del martedì).
MARTEDI’ 21 MAGGIO h 18 e VENERDI’ 24 h 17
– Gruppi biblici: Tobia, cc.7-8.
DOMENICA 26 MAGGIO h 10 – Eucarestia breve on line (prepara
il gr. del venerdì).
DOMENICA 26 MAGGIO h 10:45/11:30 – Assemblea di comunità
on line
MARTEDI’ 28 MAGGIO e VENERDI’ 31 h 18 –
Gruppo biblico: Tobia,
cc. 9-10.
NB: proponiamo
a chi può del gruppo del venerdì di partecipare anche al gruppo di martedì 28/5
NOTIZIE
DA GRUPPI E COLLEGAMENTI
Mezz’ora
di silenzio per la pace con giustizia
Il gruppo “Donne contro ogni guerra” è nato nel
2022, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, per dar voce al senso di
impotenza, al disagio che ognuna di noi provava di fronte a una guerra così
vicina e per rendere pubblico il nostro dissenso rispetto alla militarizzazione
e alla polarizzazione delle opinioni, affermando il netto rifiuto di tutte le
guerre.
In questo tempo buio sentiamo l’esigenza
personale di ribadire pubblicamente il nostro NO a ogni guerra e vogliamo farlo
semplicemente, con i nostri corpi e con il silenzio. Silenzio perché non ci
sono parole per denunciare l’indicibile dolore che si sta vivendo in troppe
parti del mondo. Silenzio come contrappeso al rumore delle guerre, alle troppe
parole che invitano allo schieramento acritico. Silenzio come mezzo universale
per ascoltare in profondità e per esprimere il nostro desiderio più umano di
vita, di convivenza delle differenze e di pace con giustizia.
Ci uniamo idealmente ai tanti gruppi di donne
che da tempo stanno manifestando in silenzio per la pace. Ci troverai ogni
sabato dalle 11 alle 11.30 davanti al Municipio di Pinerolo, a partire dal
2 dicembre 2023, per mezz’ora di silenzio. Se vorrai condividere con noi anche
solo qualche minuto del tuo tempo, sarai benvenuta e benvenuto.
Donne
contro ogni guerra – Gruppo del Pinerolese
Corso
biblico di Torino
L’ultimo incontro del corso prima della pausa estiva si svolgerà venerdì
31 maggio, dalle ore 16:45 alle ore 18:30, presso il
saloncino della libreria Claudiana (a Torino, in via Principe Tommaso, 1). Discuteremo sul libro degli Atti, fino al capitolo 20 (proponiamo di leggere
durante l’estate gli ultimi 8 cc., dal 21 al 28).
Per
informazioni contattare Anna Campora (3487136965) e/o Maria Zuanon
(3497206529).
Comunità
cristiane di base: preparazione del secondo incontro con il presidente della
CEI Matteo Zuppi
Venerdì 3 maggio si è riunita
on-line la commissione delle CdB che si occupa di preparare il secondo incontro
con il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, che si terrà a Roma
mercoledì 10 luglio prossimo.
Affronteremo la tematica della
ministerialità, che tuttavia deve essere declinata all’interno dell’essere
comunità. Sono due aspetti che si intersecano e si condizionano a vicenda,
dando vita a nuove forme di servizio nella Chiesa.
Con ministerialità si intende sia
la gestione dei sacramenti, in particolare quella dell’assemblea eucaristica,
sia le molte forme di servizio interne alle comunità, come quella della
segreteria tecnica, dell’impegno sociale verso gli emarginati,
immigrati ecc., della catechesi
ai ragazzi, del gruppo biblico, del gruppo donne ecc.: tutti servizi che erano
presenti anc he nelle prime comunità cristiane.
L’incontro a Roma sarà solo di
una mezza giornata, probabilmente dalle ore 9 alle ore 13. Per chi viene da
molto lontano la comunità di S. Paolo può predisporre per il giorno precedente
strutture per l’accoglienza e pernottamento.
Si pensa di arrivare all’incontro
con un documento unitario delle comunità di base che affronti quattro punti:
1) Rapporto religione-fede,
usufruendo dei documenti di Cortese di Napoli e di Balducci, che sono stati
fatti circolare in queste settimane.
2) Radici bibliche della
ministerialità, in base alla relazione di Penna.
3) Ministeri e comunità, trattati da
Ortensio da Spinetoli nel libro “Tra voi non sia così”.
4) La prassi delle comunità.
La bozza del documento
introduttivo sarà preparata da Giuseppe Bettenzoli della comunità di Firenze e
mercoledì 29 maggio alle ore 21, sempre on-line, la commissione delle CdB si
incontrerà per redigere in modo comunitario la versione definitiva di questo
documento.
SPUNTI
PER MEDITARE E RIFLETTERE (dal blog di F. Barbero)
Vita e
morte: siamo sempre nelle mani di Dio
Le comunità di Pinerolo e Piossasco, vi informeranno
dell'improvvisa morte di Fiorentina Charrier, dopo quarant'anni di vita
comunitaria con me e vi diranno in quale modo vogliamo, come credenti,
ricordarla nel rito del passaggio dalla morte alla vita in Dio. Troverete
le informazioni per eventuali partecipazioni a momenti di memoria e di
preghiera.
Io, che da Fiorentina in quarant'anni ho ricevuto e
imparato quanto non vi posso, in questo momento, nemmeno
accennare. La sua fede e la sua solidarietà sarebbero tali da esigere la
stesura di un libro.
Io, che in questi momenti, sono sostenuto soltanto dalla
fede e dalla solidarietà comunitaria, comporrò e scriverò una vera memoria di
Fiorentina, come operatrice sanitaria e come membro attivo delle nostre
comunità. Soprattutto, vorrò parlarvi del suo amore per me e di una reciprocità
come prezioso dono di Dio.
Desidero infatti, uscendo dalla paralisi del dolore, di
un dolore straziante, parlare e scrivere le mille cose che da Fiorentina, come
pastore di comunità, ho imparato, infine o Dio, ti voglio ringraziare, ma
proprio di tutto cuore, perché sul mio cammino hai posto questa donna, che in
grande sintonia, cercava nella vita comunitaria, un quotidiano cammino
evangelico.
Ora il dolore e lo sgomento mi impediscono di chiarire.
Certo, finché non ne avrò le forze, continuerò il mio
umile ministero pastorale, cosi come Fiorentina fosse ancora qui vicino a me.
Stamattina, accompagnato da alcuni membri delle comunità
di Piossasco e Pinerolo, ho avuto la possibilità di baciare e di abbracciare il
suo cadavere.
Quanto sia fondamentale in questi giorni, come in ogni
giorno della vita, ribadire che si sta in piedi e si continua a lottare, solo
per la fiducia in Dio, che abita le nostre gioie, le nostre sofferenze, alla
fine del viaggio terreno, ci aspetta per essere felici senza fine,
nell'abbraccio del Suo amore
Franco Barbero, 7 maggio 2024
Cara Fiorentina
Cara Fiorentina,
le lacrime che scendono dai miei occhi non mi impediranno
di proseguire.
Cercherò qualche parola che sia memoria di te, che ora
sei nel cuore di Dio che tanto hai amato e ora non ti lascerà mancare il Suo.
Solo Dio può farci continuare il viaggio della vita nel
Suo eterno mistero d'amore.
Mi affido totalmente a Dio anche per ciò che ti riguarda.
Io
sono in un dolore che le parole non possono esprimere. Tu sei stata per me il
Fiore più bello, profumato e salutare che io abbia incontrato nei 40 anni di
vita trascorsi con te.
Tutto mi parla di te e il mio cuore teme di scoppiare per
l'insonnia e il dolore.
Non c'è incontro biblico in cui non ti sento vicino, ma i
tuoi baci, i tuoi abbracci mi mancano. Che anni d'amore...
Di te, o Fiorellino mio, è pieno il mio cuore, e so che,
avvolta nell'amore di Dio, sei vicina a me.
Cercherò, con la fede che mi sorregge, di continuare le
tante piccole cose che facevamo insieme, continuerò le battaglie che le
Scritture ci sospingevano ogni giorno a combattere.
Accanto al blog, ti sento presente come un Fiore che
riesce insieme a scrivere con una mano e con tanto amore ad accarezzarmi con
l'altra.
Mi accosto al blog e sento la tua presenza e il tuo
profumo.
Dovrei ricordare che tu sei stata la più vera maestra di
vita evangelica nel cammino comunitario che ci ha sempre caratterizzato e che
ora continua a darmi il sostegno necessario per un cammino come il nostro del
passato.
La penna è sopraffatta delle lacrime...
Pensando e sentendoti nel mio cuore, vicina come allora,
Dio mi darà la forza di proseguire con fiducia e gioia il mio servizio nella
comunità e a quanti mi cercano.
Solo tu, Fiorellino, avevi questa notizia: tra pochi
giorni sposerò un prete francese e una donna piena d'amore e battezzerò nella
stessa giornata i loro due figli.
Solo perché la comunità mi sostiene con dedizione
infinita posso continuare a vivere e a svolgere il ministero.
Pinerolo, Piossasco, Saluzzo, Racconigi e Torino hanno
condiviso il cammino di tanti anni ed ora sono stati solidali nella sofferenza.
Nei prossimi funerali potete liberamente parlare.
Mio dolcissimo Fiorellino.
don Franco Barbero, 9 maggio 2024
Pensare
a Fiorentina
Pensare a Fiorentina, per noi, significa ricordare le
donne delle prime comunità cristiane, quelle che sembrano sfuggite alla penna
di un redattore ed emergono, se pur velatamente, negli Atti degli apostoli e in
alcune lettere di Paolo, oltre che nei Vangeli.
Sono figure di cui si sa poco, di alcune non si
ricorda neanche il nome, eppure appaiono come figure centrali nella nascita
delle prime comunità: aprono le loro case, preparano i pasti, accudiscono,
lavorano, si prendono cura… probabilmente senza di loro le comunità non sarebbero nate, eppure di loro si sa così
poco.
Fiorentina era così, sempre ai margini eppure
insostituibile nei piccoli gesti quotidiani,
tanto invisibili quanto potenti, donna del Vangelo e di Dio.
Ha incontrato le nostre vite con leggerezza, con una
semplicità autentica, il suo sorriso buono rimane scolpito nei nostri cuori,
non possiamo che rendere grazie a Dio per averla messa sui nostri passi, il suo
incontro è stato un dono e ci ha resi migliori.
Cesare e Carla, 11 maggio 2024
A
Fiorentina: momento comunitario di preghiera
Martedì 7 maggio, la comunità era riunita per il gruppo
biblico quando è nato un momento spontaneo di preghiera in memoria della cara
Fiore che riposa ormai nelle braccia di Dio.
Riportiamo di seguito i salmi, le preghiere, le poesie
che abbiamo letto e dedicato a Fiore e Franco.
Anna, Domenico, Franca, Guido, Ines, Pier Paolo, Sergio
Poesia
Credevo
che il mio viaggio fosse giunto alla fine mancandomi ormai le forze.
Credevo
che la strada davanti a me fosse chiusa e le provviste esaurite.
Credevo
che fosse giunto il tempo di trovare riposo in un’oscurità pregna di silenzio.
Scopro
invece che i tuoi progetti per me non sono finiti
e
quando le parole ormai vecchie muoiono sulle mie labbra nuove melodie nascono
dal cuore
e
dove ho perduto le tracce dei vecchi sentieri un nuovo paese mi si apre con
tutte le sue meraviglie.
Rabindranath Tagore
Non contiamoci storie
Io
e Fiorentina siamo sposati da quarant'anni.
Che
benedizione, che gioia!
Io
continuo a fare in tutto e per tutto il presbitero e la sapienza e l'operosità
di Fiorentina costituiscono per noi una fonte di gioia, di creatività pastorale
di cui è lieta tutta la comunità e gli amici che conosciamo.
Occorre
essere liberi da una legge ecclesiastica disumana e saper disobbedire.
Per
noi l'amore è felicità e fecondità pastorale.
Ho
scritto al riguardo tante pagine nel blog e in alcuni miei libri.
Ora
sono contento di aver disobbedito e aver vissuto l'amore coniugale. Da 40 anni
ringrazio Dio e Fiorentina e invito i preti a fare il salto… Auguri e speranza
per tutti coloro che cercano l'Amore.
Franco Barbero, 13 dicembre 2023
Silenzio
Come
il nero del lutto, un buco in mezzo al petto, un vuoto in cui sprofondo;
come
un venir meno, un franare all’indietro, un vacillare ebbro;
come
un morso di fame, l’ossigeno che manca, un amore finito:
così
il Tuo silenzio per me, la Tua lontananza segreta, mio Dio dell’assenza.
Anna Maria Bermond (da “...ed io
scivolerò tra le Tue braccia. Quasi preghiere”, Effatà Editrice)
Mio Dio
Mio
Dio della gioia, mio Dio del dolore, mio Dio di ogni giorno, mio Dio di ogni
ora, di ogni respiro, di ogni speranza, di ogni paura.
Mio
Dio della vita, mio Dio di ogni morte, raccoglici in Te, abbracciaci stretti nell’ora
del viaggio.
Anna Maria Bermond (da “...ed io
scivolerò tra le Tue braccia. Quasi preghiere”, Effatà Editrice)
Come sabbia nella clessidra
Non
puoi fermarti. Non puoi fermare nulla: giornate, vite, storia, tutto rotola
via, scivola, scorre,
come
sabbia nella clessidra, come acqua nella fontana, come il sole dietro le
stelle.
Continueranno
a sorgere aurore, a nascere foglie, a crescere lune.
Continueranno
a spegnersi soli, le foglie a cadere, le lune a calare.
Sempre,
per sempre in un respiro immenso l’universo si smorza e si riaccende.
Tu
sei soltanto una pallida diastole che la prossima sistole cancellerà.
Anna Maria Bermond (da “...ed io
scivolerò tra le Tue braccia. Quasi preghiere”, Effatà Editrice)
La morte è la curva della strada
La
morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo. Non ha nido la menzogna. Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.
Fernando Pessoa
Salmo 15
O
Signore, chi potrà dimorare nella tua tenda, chi potrà abitare sul santo tuo
monte?
Chi cammina nell’integrità, pratica la giustizia e dice il vero dal suo cuore.
Chi non calunnia con la sua lingua, non fa del male al suo prossimo e non
pronuncia infamia contro il suo vicino.
Chi disprezza l’uomo abbietto, ma onora i timorati del Signore, e, giurando a
suo danno, non muta.
Chi non dà il suo denaro ad usura e non accetta doni contro l’innocente.
Chi
fa questo giammai vacillerà.
Questa è la morte
Sono
in piedi sul bordo della spiaggia, un veliero passa nella brezza del mattino, e
parte verso l’Oceano. Io lo guardo finché scompare all’orizzonte.
Qualcuno
al mio fianco dice: “… è partito…”. Partito? Per dove? Partito dal mio sguardo,
tutto qui: La scomparsa totale alla mia vista è in me, non in lei.
E
proprio nel momento in cui qualcuno accanto a me dice: “…è partito...” altri lo
guardano spuntare all’orizzonte e venire verso di loro, e in una sola voce
esclamano con gioia: “…eccolo…”
Questa
è la morte. La morte non è nulla, sono soltanto passata ad un’altra sponda.
Io
sono io, voi siete voi, ciò che eravamo gli uni per gli altri lo saremo sempre,
datemi il nome che mi avete sempre dato, parlatemi, come avete sempre fatto, non
usate un tono diverso, non prendete un’aria solenne o triste, continuate a
ridere di ciò che ci faceva ridere insieme.
Pregate,
sorridete, pensate a me.
Il
mio nome sia pronunciato come sempre senza traccia d’ombra, la vita significa
quello che ha sempre significato. è quella che è stata sempre, il filo non è
tagliato.
Perché
dovrei essere fuori dal vostro pensiero, semplicemente perché sono fuori della
vostra vista?
Io
vi aspetto, non sono lontana, sono al di là dell’orizzonte
vedete,
tutto è bene
Anonimo
Salmo 121: il custode d’Israele
Messaggio:
Il mio aiuto viene solo da te, o Signore, da te che hai fatto cielo e terra.
I
miei occhi guardano le cime dei monti: da dove mi verrà la forza?
Il
mio aiuto viene solo dal Signore che ha fatto cielo e terra.
Non
lascerà che il tuo piede vacilli, il tuo custode non si addormenterà.
Colui
che custodisce Israele non sonnecchia e non s’addormenta.
Il
Signore è il tuo custode, è come l’ombra che ti protegge: egli si pone alla tua
destra.
Non
ti daranno fastidio né il sole di giorno, né la luna di notte.
Il
Signore ti farà da scudo da ogni male, egli difenderà la tua vita.
Il
Signore veglia su ogni tuo passo, quando esci e quando entri, da ora e per
sempre.
da Franco Barbero, “I Salmi”, ed. Tempi
di Fraternità, 1975
Nel silenzio
Ascolta
il silenzio!
Il
suo linguaggio è senza rumore.
Non
le parole pronunciate, non le parole scritte, ma il silenzio parla….
Nella
profondità del silenzio, ascolta il muoversi del tempo, della natura, degli uomini e dello spirito…
Guarda
il mondo, ha distrutto il silenzio salutare, l’uomo diventa infelice, va a caccia di queto silenzio: silenzio-gioia, silenzio-pace, silenzio-giustizia, silenzio che fa sorridere e danzare il mondo….
Rifletti,
prega, impara a vivere ed a soffrire nel silenzio di Dio. Il suo silenzio viene a spezzare i nostri falsi ed amari
silenzi.
Silenzi-paura,
silenzi-angoscia, silenzi-inquietudine, silenzi-morte…
Ora,
nel silenzio, spera, per te e per tutti, un mondo migliore, intessuto di amicizia.
Per
questo, nel tuo silenzio, ascolta il gemito dei senza-parola,
dei prigionieri e degli oppressi,
ascolta
le grida degli affamati, dei disoccupati, di chi non ha genitori, di chi non ha figli, di chi non ha patria, di chi non ha
casa….
Nei
battiti del tuo cuore, ascolta, per sentirle bene, le amare sofferenze della terra….
Nel
silenzio, ascolta gli uomini soli, ascolta le
loro grida di solitudine, vivi con loro e muori per loro, nel silenzio del tuo cuore….
Wanir Welepane – Nuova Caledonia
PS:
Questa è spesso la mia preghiera del mattino
Franco Barbero
Ciao
Marcello
E’ mancato un nostro caro amico, Marcello Vigli. Per fare memoria della
sua profondità e simpatia vi invitiamo, dopo aver letto i tre post che
precedono questo, a rivedere e riascoltare questi audio – video di suoi
interventi a incontri e convegni che Radio Radicale ha pubblicato (questi
materiali li abbiamo trovati sul sito delle comunità cristiane di base: www.cdbitalia.it):
https://www.radioradicale.it/soggetti/32883/marcello-vigli
Ricordo
di Marcello Vigli da “Noi Siamo Chiesa”
Con
la scomparsa di Marcello Vigli – classe 1928, deceduto il 2 maggio – ci lascia
una delle figure più rappresentative e decisive di quella Chiesa “altra” che
larghi settori di base del mondo cattolico italiano iniziarono a immaginare, e
per quanto possibile ad inverare, a partire dalla seconda metà del secolo
scorso.
Solo
lateralmente, negli anni più recenti, egli si accostò a Noi siamo Chiesa,
movimento che già alla sua nascita, nell’ultimo decennio del Novecento, per
diversi aspetti si nutrì di idee e programmi che, da parte sua, Marcello aveva
pensato e vissuto tra e con la Comunità cristiane di base che avevano
cominciato a germogliare a cavallo degli anni Sessanta e Settanta del secolo
scorso.
Su
un tasto, in particolare, egli batté e batté (ed a ragione): in Italia – egli
affermava – non è possibile costruire una Chiesa (cattolica) povera se non si
mette in questione radicale il Concordato del 1929, ed anche quello “rinnovato”
del 1984. La sua insistenza dava fastidio a molti cattolici, pur “progressisti”,
ma del tutto alieni dal misurarsi con queste esigenze ineludibili per una
Chiesa dei poveri e per i poveri.
Egli
ci lascia un’eredità difficile ma preziosa: l’urgenza di affermare, erga
omnes, che sarebbe nefasto fare l’equivalenza Chiesa = gerarchia. Niente
affatto, precisava, perché dopo il Concilio Vaticano II, dobbiamo sapere che
tutti insieme facciamo la Chiesa, ciascuna persona con i suoi carismi e le sue
possibilità. Insomma, traduco: affermare “Noi siamo Chiesa” non significa “Solo noi…”,
ma “Anche noi… siamo Chiesa”. Dunque un grande, ambizioso programma
che uomini come Marcello ci spronano a non disperdere o abbandonare.
La
terra ti sia lieve, caro Marcello.
Luigi Sandri (dal sito nazionale di “Noi Siamo Chiesa”)
La dialogante intransigenza di
Marcello Vigli, maestro di laicità e di impegno politico
Giovedì
2 maggio 2024, verso le 10, è morto Marcello Vigli. È un nome noto e un viso
familiare per tanti lettori e abbonati alle pagine di Adista. È una presenza
che è stata per decenni (fin dalla sua fondazione, nel 1967) amica e
sostenitrice delle nostre ragioni e delle nostre battaglie. È stato un
collaboratore prezioso, discreto e determinato, inflessibile sui temi della
laicità e della lotta al Concordato; irriducibilmente anti fascista e contro
ogni forma di clericalismo e intolleranza; ma costantemente animato da una fede
profonda e impegnato sul terreno del confronto, del dialogo, della mediazione.
Perché era convinto che la divisione portava inevitabilmente alla sconfitta. E
che era sempre opportuno cercare un punto di incontro, pur nelle differenze,
piuttosto che marcare le distanze e coltivare esclusivamente il proprio ambito,
nell’azione ecclesiale come in quella civile e politica.
L’antifascismo,
Marcello, lo aveva fatto davvero. Non lo raccontava, ne aveva pudore,
minimizzava il suo ruolo nella Resistenza. Ma l’aveva fatta. Nato nel 1928, da
giovanissimo aveva aderito al Partito dei Cristiano Sociali di Gerardo Bruni,
una formazione che si collocava a sinistra, ma che non accettava l’orizzonte
marxista né la subalternità all’Unione Sovietica. Per i Cristiano Sociali,
durante la Resistenza, Marcello aveva fatto da staffetta nella Roma occupata
dai nazisti. Alla fine della guerra aveva anche ricevuto la tessera di
partigiano. Ma non avendo combattuto, non amava che si parlasse di lui come di
un “partigiano”.
Profondamente
credente, militava nell’Azione Cattolica ed era stato dirigente nazionale negli
anni di Carlo Carretto presidente della Giac e di Arturo Paoli assistente nazionale.
A queste due figure fu molto vicino e legato da amicizia. Lui però dall’Azione
Cattolica uscì prima sia di Paoli che di Carretto, accortosi presto della piega
integralista assunta dall’associazione durante la campagna elettorale del 1948
(quella dei comitati civici e del “berretti verdi”). In quella occasione il suo
partito, schiacciato dal moderatismo della Dc da una parte e da Fronte Popolare
dall’altra, non riuscì a far eleggere nemmeno un parlamentare. Finita la
militanza politica attiva, Vigli si concentrò sull’insegnamento (entrò nella
scuola come insegnante di Storia e Filosofia alla fine degli anni ‘50) e nel
giornalismo militante. Era infatti entrato in contatto con Wladimiro Dorigo,
esponente della sinistra democristiana veneta impegnata in quegli anni a
tentare di realizzare un’alleanza tra Dc e socialisti. Nel 1958 Dorigo dà vita
a Questitalia – bozze di politica e di cultura, per continuare la battaglia
politica per una svolta a sinistra della politica italiana e per l’apertura di
un dialogo tra cattolici e laici.
Consapevole
delle implicazioni ecclesiali della sua decisione, in una società ancora chiusa
e clericale – e in un contesto politico ancora segnato dal centrismo – Dorigo
portò avanti per 13 anni la battaglia politico culturale della “laicità in
temporalibus” affiancato da un pugnace gruppo redazionale nel quale Marcello
Vigli fu il referente romano. Finita nel 1970 l’esperienza di Questitalia
Vigli, che nel frattempo si era avvicinato ai gruppi della Nuova Sinistra e al
nascente movimento delle Comunità Cristiane di Base, continua il suo impegno
nella Cgil scuola, che contribuisce a fondare a Roma, nelle CdB e anche nel
movimento dei Cristiani per il Socialismo, che dal Cile aveva preso piede anche
in Italia.
Gli
anni ‘70 e ’80 sono soprattutto segnati dall’impegno nella scuola e nella
Chiesa, attuato anche attraverso lo strumento di Scuola Notizie, promosso nel
1968 come foglio informativo del Movimento Insegnanti e diventato rivista nel
1975 (venne pubblicato fino al 1990) e nel 1974 fu tra i fondatori della
rivista Com Nuovi Tempi, rivista nata dal tentativo di unire le istanze della
sinistra cristiana riunitasi attorno alla Comunità di Base di S. Paolo Fuori le
Mura e a Giovanni Franzoni e il mondo evangelico progressista della rivista
“Nuovi Tempi“, animata dal pastore Giorgio Girardet.
Per
Marcello alla radice del potere ecclesiastico che soffocava le istanze
evangeliche c’era il Concordato. Combattere il Concordato significava
combattere quei privilegi che ponevano la Chiesa cattolica in una posizione di
potere economico e politico. Solo l’abolizione del Concordato poteva a suo
giudizio dare nuova linfa e vera libertà alla Chiesa di Gesù e al suo messaggio
liberatore. Per questa ragione Marcello Vigli non perdeva occasione per promuovere
reti di realtà di base, laiche e cristiane, per realizzare in maniera integrale
lo spirito della Costituzione e recuperare la sinergia delle forze progressiste
che l’avevano scritta.
Fu
tra i fondatori della sezione Italiana di Noi Siamo Chiesa, partecipò a tutti
gli incontri promossi dal cartello “Il Vangelo che abbiamo ricevuto”, che –
promosso da Giuseppe Alberigo – tentava di elaborare una linea ecclesiale
diversa da quella condotta negli anni ’90 dall’allora presidente della Cei
Ruini; prese parte a tutte le battaglie per la riforma della Chiesa e la
denuncia del processo di restaurazione pre conciliare attuato soprattutto sotto
i pontificati di Wojtyla e Ratzinger; si impegnò – attraverso l’associazione
nazionale Per la Scuola della Repubblica” – nel contrasto alla normalizzazione
e gerarchizzazione della scuola prodotta dall’autonomia scolastica e dalle
riforme volute da Berlinguer, Moratti, Gelmini. Fino agli anni più recenti, nei
quali intravedeva nella autonomia differenziata il progetto di potenziale
dissolvimento della scuola pubblica statale.
Valerio Gigante (da “Adista”, www.adista.it)
Addio a Marcello Vigli, un
testimone della nostra storia
Se
ne è andato giovedì mattina, 2 maggio, Marcello Vigli, morto a 96 anni nella
sua casa romana, dopo una vita di militanza e di impegno sociale e politico a
sinistra su vari fronti: l’antifascismo, la scuola, l’informazione, la laicità,
le comunità cristiane di base.
Nato
nel 1928, da giovanissimo aderisce al Movimento e poi al Partito cristiano sociale
di Gerardo Bruni, nelle cui fila svolge il ruolo di staffetta partigiana nella
Roma occupata dai nazifascisti, sebbene non amava che si parlasse di lui come
partigiano, poiché non aveva combattuto. Militante dell’Azione cattolica,
lascia l’associazione appena si accorge della virata integralista assunta già
alle elezioni politiche del 18 aprile 1948. Docente di storia e filosofia nei
licei, alla fine degli anni Cinquanta Vigli inizia a collaborare con Wladimiro
Dorigo, che ha fondato Questitalia, combattiva rivista politico-culturale
antesignana del dialogo fra cattolici, socialisti e comunisti, avendo come
stella polare la laicità, ovvero la netta distinzione fra fede e impegno
politico.
Negli
anni Settanta si avvicina ai gruppi della Nuova Sinistra e al movimento delle
Comunità cristiane di base – nato nel post Concilio sull’onda del “caso
Isolotto” -, in particolare alla Comunità di San Paolo dell’abate Franzoni. Nel
1973 partecipa alla fondazione dei Cristiani per il socialismo in Italia e
l’anno successivo è fra i promotori di Com Nuovi Tempi, fra le più importanti
riviste del “dissenso cattolico”, nata dalla fusione del cattolico Com e del
protestante Nuovi Tempi. Mentre non viene mai meno l’impegno nella scuola
(anche attraverso l’associazione nazionale “Pe>r la Scuola della
Repubblica”, contro tutte le controriforme, dall’autonomia alla “buona scuola”
di Renzi, passando per Moratti e Gelmini), per la laicità delle istituzioni,
contro il Concordato e per la riforma della Chiesa (con il movimento “Noi Siamo
Chiesa”).
Assiduo
lettore del manifesto, negli ultimi anni in cui la
malattia lo ha costretto all’immobilità chiedeva alle amiche e agli amici che
gli sono stati vicini fino alla fine di portargli il giornale, «che va comprato
tutti i giorni in edicola».
Alla
sorella di Marcello Vigli, alle amiche e agli amici l’abbraccio del collettivo
de “il manifesto”
Luca Kocci (da “Il Manifesto”, www.ilmanifesto.it)
Osservazioni che possono
essere utili: manca totalmente la sinossi
Nella riflessione di Mancuso, sempre interessante e
stimolante, non sono riuscito a trovare nulla di nuovo, ma è certo che per
molti cristiani/e questi "vai e vieni" dei testi evangelici sono poco
percepiti e ancor meno interpretati.
Il pregio di queste pagine sta negli interrogativi aperti
e, a mio avviso, la difficoltà di cogliere la "naturalezza" di queste
memorie così diverse è, a parer mio, ciò che mi piace e parla di più alla mia
fede. Questa è una sensibilità molto diversa da quella di Mancuso.
Un profeta come Gesù non poteva, con i suoi discepoli,
stare in un solo "contenitore", una sola visione e versione. Queste
differenze e contraddizioni sono il segno con cui gli Evangelisti hanno
rispettato lo straripamento profetico di Gesù.
Una narrazione tutta ben connessa non mi invoglierebbe a
cercare il Gesù storico. Perché fatti, narrazioni, e narranti sono realtà che
si mescolano.
Consiglierei, anziché riferirsi e cercare le singole
differenze e contrastanti narrazioni, di usare la sinossi greca e italiana dei
quattro vangeli di Angelo Poppi che a me fu regalata nel 1972 quando ero in
Olanda ed ero prete da qualche anno, molto immerso negli studi esegetici e in
particolare cristologici. Oggi, certamente ne esisteranno di migliori, ma questa opera
mi accompagnò caldamente nella lettura in questi 60 anni scatenando in me una
serie di interrogativi e insieme di sorprese.
La sinossi traduce le differenze e i contrasti e
accende il fuoco della ricerca e della consapevolezza del limite delle nostre
conoscenze… consiglio si usarla accanto ai preziosi commentari.
Grazie e buon cammino. In ogni caso conta la fede, i
nostri metodi debbono essere al suo servizio.
Franco Barbero, 17 aprile 2024
Esodo significa uscire dalla
schiavitù. Questa è la Pasqua
Per molti cristiani si tratta di compiere un primo esodo.
Si tratta di uscire da linguaggi, devozioni e simboli del passato, di un tempo
in cui parole e linguaggi dogmatici e devozionali sono scaduti.
Da certe devozioni, credenze e parole bisogna uscire,
cioè operare questo Esodo anche a piccoli passi.
Spesso si tratta di un cammino difficile
perché certi tratti, linguaggi e credenze di ieri sono difficili da
abbandonare.
Non per abbandonare pezzi della nostra fede, ma per
renderla più storicamente veritiera e più nutriente per una fede
adulta. Si tratta di un vero esodo di liberazione.
E’ necessario, comunque, un esodo impegnativo e
costruttivo, si può incorrere nell'errore fatale di” gettare via la preghiera o
la lettura biblica”, momenti essenziali della nostra fede
E' necessario un attento discernimento alla scuola di
studiosi veri ed è grandemente utile, anzi è indispensabile, compiere questo
esodo in comunità, dove sono preziosi dei maestri qualificati e coerenti, veri
fratelli del cammino.
C'è sempre qualche piccolo idolo da lasciare. Una
fede adulta e gioiosa si vive in un cammino personale e comunitario. Il Dio che
vuole la nostra felicità, con i secoli, a piccoli passi, ci libererà libererà
dai tiranni, fascismi dai signori che si credono onnipotenti. Ci vorrà
ancora molto tempo, ma né il tuo né il mio piccolo passo vanno perduti.
Gesù prese un enorme “abbaglio” quando disse che
"non passerà questa generazione senza che tutto ciò avvenga…”
Il regno di Dio, un mondo di giustizia e di pace, sono una
promessa, ma i tempi della realizzazione li conosce solo Dio.
Gesù, siccome non era e non è Dio, poteva da fedelissimo
profeta indirizzarci nella direzione del regno.
Franco
Barbero, 12 aprile 2024
Il credo cattolico è una
bestemmia
Ma, se la Pasqua è passata, quella bestemmia che è il
Credo cattolico resta al centro di ogni liturgia cattolica come tutte le
bestemmie sulla verginità di Maria, del Cristo espiatorio che viene confuso con
l'unico Dio, fonte di perdono.
Senza parlare di tutto l'impianto liturgico che tanto sa
di magia.
Il credo, tranne l'esplicito riferimento al Dio creatore
della vita, va ripulito alla grande. I ritocchi non bastano. Lo scrivevo nei
miei primi libri 60 anni fa e ora resta da confermare.
Bruno Mori, ora con Dio, ci ha lasciato due libri, di cui
l'ultimo, "L'implosione di una religione", sia pure con alcune
semplificazioni riprende ed esprime dei punti teologici che io scrissi almeno
50/60 anni fa in alcuni miei libri e in alcune riviste.
Franco
Barbero, 2 aprile 2024
DALLA NOSTRA COMUNITA’
Questa
comunità
· Nel cammino personale e comunitario viviamo in una
altalena in cui lacrime, affanni e imprevisti spegnerebbero in noi la gioia di
vivere e la voglia di lottare per la giustizia. Ma poi la vita, la natura e Dio
ci regalano momenti di vera risurrezione, di fiducia nella fecondità dei semi
gettati.
· Sabato, tra le lacrime e gli affanni per la morte
improvvisa della dolce Fiorentina, abbiamo visto oltre trecento persone che,
tra il dolore e lo sconcerto hanno sentito rifiorire la gioia e la voglia di
vivere, di lottare, di andare avanti. Nei volti, anche nei sorrisi si percepiva
la ferma volontà di continuare il cammino facendo della sua testimonianza un
sentiero aperto. Fiorentina ci è parsa colei che invitava a guardare dove la
morte diventa vita, dove l'ingiustizia può non sembrarci più l'insuperabile
oceano del dolore e dell'ingiustizia. Dio è il Dio della vita e dei sogni, dei
passi e dell'energia per compierla. Quando centinaia di persone cantono al Dio
della gioia, allora ti senti parte dei camminatori che cercano giustizia con
gioia e speranza.
· Le nostre comunità sono piccole cose, ma in esse nascono
tante Fiorentina, tanti operatori di pace e di giustizia. Allora, su,
camminiamo con gli occhi aperti a Dio, e ad un futuro dove si semina per la
giustizia. Siamo piccole realtà ma veri seminatori pieni di fiducia nel Dio che
fa crescere. Sabato lo abbiamo un po' percepito, ma è ogni giorno che Dio
spinge in avanti. La Sua presenza e la Sua forza sono per tutti una realtà che
ci inonda di speranza e ci fa guardare quei fiori che fioriscono oltre le
tragedie e le ingiustizie quotidiane. Le nostre comunità piantano l'alberello
di Dio e qua e la si sente il profumo del mondo nuovo, verso il quale, compagni
di Dio, camminiamo.
· Dunque amici e sorelle, non crediamo a chi, con la vana
pubblicità e con le armi, vorrebbe persuaderci che un futuro altro, cioè di
amore e di giustizia, è una pura illusione. Fiorentina con la sua vita di ogni
giorno è un segno per le migliaia di persone che camminano con noi.
· O Dio, Tu lo sai, noi confidiamo in Te e Tu non sei il
Dio che semina illusioni, ma il Dio della fiducia in chi cammina sul sentiero
che guarda al futuro con gioia, passione e speranza. Grazie, o Dio, fonte di
amore e giustizia, noi cercheremo di compiere i nostri piccoli passi
affidandoci a Te.
Franco Barbero
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