lunedì 8 agosto 2011

IMPRESSIONI DI UN VIAGGIO

L’Olanda, il paese della libertà

E’ sufficiente guardare fuori dalla finestra per capire che non può essere l’Italia: né Torino, Roma o Napoli, non può essere l’Italia “ un paese per vecchi”, l’Italia che affossa tra debiti e scandali, rivolta più al passato di quanto lo sia con il futuro.

Scendo: è ora di pranzo ; io e mio fratello andiamo a un bar poco vicino da casa sua. Inforchiamo la bicicletta: è emozionante pedalare per le vie di Delft con il naso all’insù, guardando le architetture per noi inusuali che sicuramente ci rievocano le atmosfere delle fiabe che da piccoli immaginavamo estasiati.

Giungiamo al bar , ci sediamo a un tavolino sulla strada : mio fratello ordina un’insalata, con pesto, tonno, maionese, lattuga e mais, che a suo parere è “super good” (“ottima”).La cameriera segna l’ordinazione mentre io mi accingo, incuriosito, a guardare la gente : tutti sono in pausa pranzo, mangiano al bar come noi, rigorosamente fuori per “acchiappare” i raggi solari tanto desiderati durante il lungo inverno, talora accomodando la sedia per meglio esporsi al tepore estivo.          Guardo i nostri vicini di tavolo : una coppia di ragazzi trentenni con 2 figli piccoli, più in là, due donne sulla sessantina, una coppia di signori anziani e ancora giovani seduti al bar difronte al nostro, giovani in bicicletta, giovani a piedi, non solo olandesi, ma di tutte la nazionalità : italiani, portoghesi, spagnoli, turchi, iraniani                      etc ..Scorgendo un po’ più in là, altre persone hanno messo sul marciapiede difronte alla soglia della loro abitazione un divano, sul quale siedono mentre pranzano.

Insomma è un prospetto demografico straordinariamente giovane, completamente diverso rispetto al nostro, come possiamo constatare quando andiamo in banca, dal medico di famiglia o in posta…

I piatti giungono con l’augurio della cameriera di buon appetito ( “enjoy”); terminata la pietanza, dal gusto assai strano, mio fratello si alza per ordinare il dolce. Intanto arriva la cameriera palesemente intenzionata ad attaccare bottone: abbasso lo sguardo per evitare di parlare, a causa della mia timidezza, ma nulla la ferma; mi chiede  da dove vengo e, tutta estasiata dalla risposta “Italy”, mi piazza una domanda sul paragone tra la cucina olandese e quella italiana : si esprime in un inglese fresco e fluido nonostante la giovanissima età. Non so cosa rispondere ed emetto un suono atono, ma arriva mio fratello che risponde al posto mio, vedendomi in difficoltà…

Il pomeriggio andiamo a Rotterdam ; città famosa perché primo porto d’Europa e come tale è sensibile agli influssi d’oltreoceano: colpiscono i palazzi all’avanguardia e  i grandi grattacieli dalle forme più bizzarre. Chiedo a mio fratello dov’è il centro storico e lui mi risponde sorridendo :“ Ma qui non c’è un centro storico!  I palazzi con più di cinquant’anni vengono abbattuti per costruirne degli altri, più nuovi e più all’avanguardia, più tutto!”; lo guardo con un’aria interrogativa , leggermente amareggiato.

 

Che dire al termine di un tal viaggio? Forse per sintetizzare potrei affermare “ l’Olanda: la terra della libertà!”. E’ un aspetto che ho notato subito: la libertà è viva e si sente serpeggiare tra gli sguardi delle persone, consapevoli che nessuno potrà esserne privato; con “libertà” non intendo “ stare sopra un albero “ per dirla alla Gaber ma “liberi di essere se stessi davanti  a sé e agli occhi degli altri “.               L’Olanda è tristemente nota all’opinione pubblica mondiale solamente per la liberalizzazione degli eccessi e dei “ vantaggi” (se così si possono definire?!) a essi collegati, mentre non è presa in considerazione la ragione più profonda dello scioglimento di restrizioni su tali commerci e cioè la straordinaria avanguardia e (forse eccessiva) lungimiranza (giacché si è creato un turismo intorno ad essi) delle politiche di liberalizzazione e di tolleranza.                                                                                     La popolazione convive con assoluta tranquillità e normalità tale situazione e potremmo veder dunque un panettiere vicino a un Coffee negozio con cui giovani e meno giovani non sono affatto irritati dalla  presenza. Il concetto di questa libertà si ricollega sicuramente alla storia : è un paese che guarda davanti a sé, conscio del lungo cammino che deve ancora percorrere, ma soddisfatto di ciò che si è già attuato .

In un mondo che via via si sta avvicinando all’ecosostenibilità e all’assunzione di uno stile di vita più sano da parte di ogni persona, l’Olanda con le sue famose pale eoliche che ormai si sono integrate perfettamente nell’immaginario collettivo dei Paesi Bassi, e con le biciclette, consacrate come i veicoli più utilizzati  per lo spostamento, fa invidia alla povera Italia assai lungi da questa utopia.

 

Dopo il viaggio ho rivisto l’Italia con occhi nuovi: è una ragazza dagli abiti laceri simile ad una vegliarda,  sicuramente assai bella  ma ora incatenata , stanca, che  ha perso tutta la sua energia vitale a causa delle robuste corde che la straziano, ma che sorride ugualmente nonostante la triste condizione . E’ un paese diviso tra passato e l’avvenire, che ha molte difficoltà a decollare e ad intraprendere una nuova strada : trovò un punto e rimase a grandi linee immutata , ripiegandosi su se stessa… Ho notato come l’Italia sia un paese fondamentalmente conservatore che stenta a mutare.

L’augurio più grande per la mia “ magica “ Italia è che fra anni, decenni, qualcuno possa esclamare ( magari un Olandese!!) :“oh Italia, il paese della libertà!”

                                        Francesco Violato