Una brexit teologica. Cosi è stata definita la decisione
dell’Assemblea generare della Chiesa presbiteriana di Irlanda (Pci) di
interrompere le relazioni ufficiali con la Chiesa di Scozia e con la Chiesa
riformata Unita (Uec) inglese – le due maggiori chiese “sorelle”, almeno fino a
ora, dei presbiteriani irlandesi.
L’Assemblea generale della Psi, tenutasi dal 5 all’8 giugno
scorsi a Belfast, ha infatti deciso – con una maggioranza netta di 255 a favore
e 171 contrari- di non partecipare più, attraverso l’invio di delegati
ufficiali, alle Assemblee generali dei presbiteriani scozzesi e inglesi, e di
non invitare più i delegati delle due chiese alle proprie Assemblee generali,
in una struttura ecclesiastica sinodale, le massime autorità terrene della
chiesa, la decisione rappresenta una grave frattura formale da parte degli
irlandesi. Una frattura che diventa clamorosa soprattutto verso la Chiesa di
Scozia, che i presbiteriani irlandesi hanno a lungo considerato come loro
chiesa madre, quella da cui sono arrivati all’inizio del 1600 i loro rimi
pastori.
Le motivazioni della
decisione assembleare riguarda essenzialmente le posizioni antitetiche
sull’accoglienza alle persone omosessuali. La Urc ü infatti la prima chiesa del
Regno Unito ad aprire la via alla celebrazione di matrimoni di coppie dello
stesso sesso e alla loro registrazione in chiesa; la Chiesa di Scozia ha
iniziato quest’anno il percorso giuridico necessario per raggiungere lo stesso
traguardo.
Al contrario, la Chiesa presbiteriana irlandese ha votato i
questi giorni una mozione che esclude le persone impegnate in un legame
omosessuale dalla possibilità di essere membri di chiesa, di partecipare alla
Cena del Signore e di battezzare i loro eventuali figli.
I moderatori dei presbiteriani scozzesi e inglesi, rispettivamente
la pastora Susan Brown e il pastore Kevin Watson, hanno espresso rammarico per
la decisione, ma hanno ribadito che le decisioni prese dalle loro chiese
sull’omosessualità sono frutto di anni di confronto e riflettono un ampio
consenso raggiunto.
Anche da parte irlandese non sono tutti contenti. Contro la
decisione si sono espressi il pastore Trevor Morrow, già moderatore della Pci,
e il professor Laurence Kirkpatrick che hanno sottolineato come i presbiteriani
d’Irlanda non necessitano di separazioni, ma di dialogo soprattutto su
questioni come l’omosessualità rispetto alle quali le chiese non sembrano più
essere in sintonia con la società irlandese.
A breve, potrebbero essere i giovani presbiteri irlandesi a
decidere di separarsi dalla loro chiesa. (Nev)
Da Riforma, 29 giugno.