"Perdonare
se stessi è fare la maggiore sfida che possiamo incontrare nella
vita. È il cammino per imparare ad amare ed accettare se stessi,
succeda quel che succeda"
"Senza
dubbio c'è una grande resistenza a perdonare se stessi, perché,
come per qualsiasi altro cambiamento importante, è una morte. Muore
l'abitudine di considerarci piccoli e indegni, muoiono la vergogna,
la colpa e l'autocritica.
"Mi
vergogno di essere ingrassato", "Mi sentirò sempre in
colpa di non averlo salutato", "Smetterò di sentirmi
colpevole quando le cose andranno bene", "Mi perdonerò
quando lei mi avrà perdonato". Quante volte la nostra
disposizione ad amarci e ad accettarci è in relazione al fatto che
le circostanze siano diverse da quello che sono? Quanta severa
critica verso noi stessi dovremmo essere disposti a mollare per
riuscire a perdonarci?
L'obiettivo
del perdono è gettare luce sugli inganni, le paure, i giudizi e le
critiche che ci hanno tenuti prigionieri nel ruolo di carcerieri di
noi stessi. È poter rinunciare a questo spietato lavoro per poterci
dedicare a conoscere la verità su chi siamo.
Perdonare
se stessi è una meravigliosa nascita; essa si collega all'esperienza
della condivisione, dell'amore, della nobilitazione del nostro Io.
Tutto ciò va molto al di là di qualsiasi definizione".
(Robin
Casarjian, Perdonar, edizioni Urano S.A. 1998)