Il
topino
Un
topino si impadronì un giorno della briglia di un cammello e ordinò
a quest'ultimo di mettersi in marcia. Il cammello era docile e si
mise in marcia. Il topino si gonfiò d'orgoglio.
Arrivarono
improvvisamente davanti a un piccolo ruscello e il topino si fermò.
«Oh
amico mio!», disse il cammello. «Perché ti fermi? Procedi, tu che
sei la mia guida!»
Il
topino disse:
«Questo
ruscello mi sembra profondo e temo di annegare».
Il
cammello:
«Proverò!»
E
avanzò nell'acqua.
«L'acqua
non è molto profonda. Non oltrepassa i miei garretti.»
Il
topino gli disse: «Ciò che ti appare come una formica è per me un
drago. Se l'acqua ti arriva ai garretti, oltrepasserà allora la mia
testa di centinaia di metri.»
Allora
il cammello gli disse:
«In
questo caso, smetti di essere orgoglioso e di considerarti una guida.
Esercita la tua superbia sugli altri topi, ma non su di me!»
«Io
mi pento», disse il topino, «ma, in nome di Dio, fammi attraversare
questo ruscello!»
Rumi,
Racconti
Sufi,
Edizioni Red, Como 1995, pag. 101