La protesta degli studenti pro Palestina dilaga in tutto il mondo. E Cate Blanchett a Cannes veste i colori della bandiera palestinese
Come mostrano gli elenchi postati sulla pagina
Facebook Invictapalestina, gli accampamenti di protesta e solidarietà montati
dagli studenti sono ormai presenti in tutto il mondo, nonostante sgomberi,
arresti e minacce delle autorità accademiche. La pressione perché vengano
interrotti i legami con università israeliane e compagnie che traggono profitto
dal genocidio in atto a Gaza comincia in molti casi a dare i suoi frutti.
Negli Stati Uniti, all’università Wesleyan, a
Middletown, nel Connecticut, dopo un’occupazione in solidarietà con la
Palestina, gli studenti hanno raggiunto un accordo con la direzione per gli
investimenti nelle società che collaborano con Israele.
Oltre 150 studenti di Yale, sempre nel
Connecticut, hanno inscenato una protesta lunedì durante la cerimonia di
laurea, chiedendo all’università di disinvestire da Israele. Alcuni indossavano
guanti rossi per simboleggiare il sangue versato. Studenti e docenti hanno
anche portato cartelli con le scritte “Fate cadere le accuse” e “Proteggete la
libertà di parola” in difesa dei 45 manifestanti arrestati durante la
repressione della polizia a Yale.
Gli studenti dell’università di Drexel,
Filadelfia, in Pennsylvania, hanno occupato l’ateneo con un accampamento di
tende e hanno intavolato una trattativa per il disinvestimento da Israele.
A New York, il Gaza Solidarity Encampment della
New School ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il Consiglio di
amministrazione dell’università per tenere una votazione sul disinvestimento
entro il 14 giugno. La New School ha ospitato il primo accampamento di docenti
del Paese. Nello Stato di New York, gli studenti del Bard College hanno
annunciato che tutte le loro richieste in materia di investimenti e trasparenza
sono state soddisfatte, pochi giorni dopo aver intensificato la loro protesta.
Gli attivisti hanno dichiarato tuttavia che non si può parlare di vittoria nel
bel mezzo di un genocidio.
La polizia ha fatto irruzione con violenza in un
accampamento di studenti all’Università del Michigan-Ann Arbor. Almeno quattro
manifestanti sono stati arrestati e altri due sono stati ricoverati in ospedale
dopo essere stati colpiti con uno spray al peperoncino.
Lunedì i lavoratori dell’Università della
California a Santa Cruz hanno iniziato uno sciopero per protestare contro la
repressione dei manifestanti pro-palestinesi.
I docenti di Dartmouth, nel New Hampshire, hanno
votato una mozione di censura nei confronti del presidente Sian Beilock, per
aver chiamato la polizia a reprimere una protesta studentesca pacifica in
solidarietà con la Palestina. Il Senato di Facoltà dell’Università del
Massachusetts Amherst ha votato la sfiducia al rettore Javier Reyes, dopo che
la polizia aveva arrestato più di 130 studenti in un accampamento all’inizio
del mese.
Il movimento degli studenti solidale con la
Palestina si è esteso a vari Paesi europei, malgrado la repressione. L’Alta
Corte britannica ha emesso una sentenza contro le misure repressive della
polizia, sostenendo che “è illegale vietare proteste pacifiche”.
Continua lo sciopero degli studenti
all’Università di Ginevra, in Svizzera, malgrado le minacce delle autorità di
chiedere l’intervento della polizia. Gli studenti chiedono di riconoscere il
genocidio in corso e di interrompere le collaborazioni con le università
israeliane.
Gli studenti hanno lanciato il primo
accampamento di solidarietà con Gaza in Romania nel cortile della Facoltà di
Psicologia e Studi educativi dell’Università di Bucarest. Oltre alla
trasparenza e al disinvestimento nei riguardi di Israele, chiedono di stabilire
legami con le istituzioni accademiche palestinesi.
Anche in Australia il movimento degli studenti
sta occupando da una settimana diverse università, chiedendo l’interruzione dei
rapporti con le università israeliane e con le società che hanno programmi di
collaborazione con l’esercito di Tel Aviv.
L’Università di Melbourne ha accettato di
rivelare i suoi legami con industrie belliche quali Lockheed Martin, Boeing,
BAE Systems e altre.
A Cannes l’attrice australiana Cate Blanchett ha
sfilato sulla Montée des Marches, la scalinata col tappeto rosso che conduce i
divi al Grande Teatro Lumiére, sfoggiando un abito bianco, nero e verde:
i colori della bandiera palestinese. Messaggio chiarissimo.
Cate Blanchett è ambasciatrice dell’Alto
Commissariato per le Nazioni Unite; l’8 novembre scorso ha tenuto un discorso
al Parlamento Europeo nel quale chiedeva il “cessate il fuoco” su
Gaza. In quella occasione aveva dichiarato: “Non mi occupo di politica e
nemmeno di analisi politica. Ma io sono una dei testimoni. Il conflitto ha
causato e continua a causare migliaia di vittime innocenti. Non posso chiudere
gli occhi”.