In Italia le edicole stanno scomparendo
Si vendono pochi giornali e per le
strade ci sono sempre meno chioschi. Un problema per il settore, ma anche per
la funzione sociale svolta da questi importanti punti di ritrovo.
All'inizio del 2023 Daniela Bordin ha
riaperto nel centro di
Padova un'edicola che era rimasta vuota da qualche mese.
Bordin, 63 anni, minuta, con i capelli biondi e le unghie
dipinte di rosa, ci ha visto del potenziale. "Era in una zona di
passaggio. Pensavo che sarebbero arrivati molti clienti, ma alla fine della
giornata guardavo nel registratore di cassa e vedevo che non guadagnavo
abbastanza". A dicembre, dopo un anno di fatiche, ha
Chiuso l'attività. "L'edicola era in perdita, non aveva
senso. È stata una delusione".
Per sua fortuna, insieme al marito ha
un'altra edicola ad Abano Terme, una piacevole località termale a sud di
Padova. Quell'attività va abbastanza bene, soprattutto grazie ai turisti
stranieri di una certa età che vengono a comprare giornali e riviste come Le
Monde, The Economist e Die Welt.
"Ora io e mio marito viviamo di questo", racconta lei,
circondata da quotidiani, romanzi rosa, riviste di gossip, enigmistica, cucina,
vela, motori, giardinaggio, psicologia e moda.
Bordin non è stata certo l'unica che
ha dovuto chiudere un’edicola che non rendeva. In Italia questi chioschi così
tipici, in cui si guadagna soprattutto con la vendita di giornali, stanno
sparendo.
Secondo il Sindacato nazionale autonomo giornalai (Snag),
quindici anni fa c'erano circa 40mila edicole, ora sono meno di 12mila. Le
diminuzioni più consistenti si sono registrate a Trieste e ad
Ancona, dove il numero di rivenditori è calato del 30 per cento
dal 2019. A Roma c'è stata una riduzione del 21 per cento,
con la chiusura di 303 edicole.
Le amministrazioni pubbliche sono
preoccupate per questo declino: i comuni in cui non si può comprare un
quotidiano o una rivista aumentano, e questo rende più difficile per i
cittadini essere informati. Inoltre le edicole hanno una funzione sociale da non
sottovalutare: per chi ha superato i cinquant'anni sono un'occasione per
scambiare due chiacchiere, informarsi sulle ultime novità del quartiere e
discutere di calcio o di politica. Un buon edicolante conosce i clienti
abituali per nome, li aiuta quando lo smartphone fa i capricci e ha tempo di
ascoltare resoconti su problemi di salute, disavventure private e aneddoti sui
bambini.
Tutti sono affezionati alle edicole e
sarebbe un peccato che scomparissero dalle strade. Ma il calo della vendita di
giornali cartacei, che è la causa della grave crisi nel settore, sembra
inevitabile. In Italia, dove è raro che i quotidiani siano consegnati a
domicilio, nel 2004 le edicole vendevano ogni giorno 9,5 milioni di copie. Nel
2014 il numero è sceso a 2,6 milioni e oggi le edicole non vendono nemmeno un
milione di copie di quotidiani come la Repubblica, Il Corriere della Sera, La
Stampa e La Gazzetta dello
Sport.
Il duro colpo della pandemia
"Solo chi ha superato i cinquant'anni
compra ancora i giornali. Le giovani generazioni non li leggono. Non leggono
più niente, a dire il vero afferma Diego Zaramella, segretario provinciale del
Sindacato nazionale giornalai d'Italia (Sinagi) della provincia di Padova.
Zamella, che in questa giornata fredda
e piovigginosa indossa uno spesso gilet imbottito e delle scarpe nere lucide,
se che ci sono anche altri problemi. "Da quando c’è stata la pandemia di
covid sono molto di più le persone che lavorano da casa. Le edicole dove molti
clienti si fermavano prima di andare in ufficio ne hanno sofferto molto. Lo
stesso vale per quelle in città turistiche come Firenze, Venezia e Rimini, dove
la pandemia, tenendo lontani i visitatori, ha dato il colpo di grazia alle rivendite
meno solide. Inoltre i lockdown hanno spinto le persone a fare più cose online,
compreso il leggere le notizie".
E poi c'è anche la questione dei
giornalai che vanno in pensione e non trovano nessuno disposto a rilevare
l'attività. "Un edicolante comincia a lavorare verso le sei e mezzo del
mattino e stacca all'una, riprende dalle tre del pomeriggio fino alle sette di
sera. Spesso sei giorni alla settimana, a volte anche sette. E il guadagno
netto è di duemila euro al mese, scarsi". Sono pochi gli italiani che
vogliono lavorare tutte quelle ore. Inoltre nelle edicole non c'è il
riscaldamento, e d'inverno può fare molto freddo. I giovani non ne hanno
voglia", spiega Zaramella.
Diversificare l'offerta
Dal 2021 i governi che si sono
succeduti tentano di tenere in piedi le edicole, che ricevono un aiuto
economico di quattromila euro all'anno al massimo: il tax credit, uno sconto
sulle tasse (per esempio quella per l'occupazione di suolo pubblico o quella
sui
Questa cifra però non è sufficiente. Zaramella racconta che
Adesso i sindacati hanno chiesto al governo di arrivare a
seimila euro.
Comunque non tutte le edicole sono in
crisi. "Vanno bene quelle che stanno al passo con i tempi e diversificano
l'offerta. Per esempio, che installano un bancomat e vendono bottiglie di vino,
libri di scuola, occhiali da vista e gratta e vinci. Oppure quelle che sono
diventate un punto di ritiro dei pacchi. Nelle grandi città, spesso vendono
anche souvenir e bottigliette d'acqua".
Daniela Bordin l'ha capito, e ha ampliato la sua offerta con
cartoline, giocattoli, caramelle e cuffie da piscina: "Da poco ho comprato
un congelatore. Appena arriva il bel tempo mi metto a vendere anche
gelati". oa
Pauline Valkenet, Trouw,
Paesi Bassi
(da “Internazionale” del
17 maggio 2024)