Se sapessero ascoltare
Nel 1970
l’editore Gribaudi pubblicò, su iniziativa e progetto di Vittorino Merinas e
Franco Barbero, un libro che si apriva con una serie di documenti sui seminari
cattolici.
Fu faticoso ma anche soddisfacente constatare che il nostro
progetto trovava molti autori a pronunciarsi, ad esprimere le loro diverse
opinioni per la riforma dei seminari.
La presentazione del libro merita di essere riportata.
“La serie di documenti con cui apriamo il “dossier” vuole
offrire un primo globale approccio alla situazione dei seminari italiani in
genere. La problematica vi appare in tutta la sua vastità, drammaticità,
urgenza.
Dalla lettura balza vivo un quadro che non può non inquietare.
Un ambiente che appare nella maggior parte dei casi soffocante, un metodo
formativo improntato a criteri superati, una spiritualità i tipo alienante, una
proposta di sacerdozio chiuso ed estraneo all’oggi, un’autorità di tipo
assolutista…. In una parola, un mondo a sé, incomprensibile all’uomo normale,
fuori dalla realtà, destinato a modellare a sua immagine e somiglianza degli
esseri comprimendone i germi di autenticità, di autonomia, d’identità umana in
vista d’un ideale sacerdotale dubbiosamente evangelico nella sua matrice,
sicuramente inadatto alla sua destinazione di servizio all’uomo contemporaneo.
Si direbbe che l’apparato seminaristico che appare da questi
documenti sia fatto apposta per spegnere nella persona ogni focolaio d’umanità
vera, per impedire lo sviluppo d’ogni valore, piuttosto che vivificare la
vocazione sacerdotale. Sapendo dove e come sono formati tanti preti, non ci
meravigliamo più della crisi profonda in cui molti sono entrati così
massicciamente in questi ultimi anni, e dell’indifferenza, peggio, del rifiuto
che oppone loro una storia che con tanta passione, generosità, sincerità va
oggi chiarendo il proprio destino e attuando le ricchezze che porta con sé.
La provenienza geografica di quanto leggiamo in queste pagine
direbbe inoltre che tale situazione è generalizzata. Ci pare di poter affermare
che la geografia ecclesiastica italiana non presenta la tradizionale
distinzione tra nord e sud, o che, almeno, non è così marcata e sostanziale
come si potrebbe supporre. E, purtroppo, questa volta non possiamo
rallegrarcene trattandosi di un diffuso sostanziale sottosviluppo. Se si ha il
coraggio di andare oltre le apparenze, le parole conciliarmente più aggiornate,
le piccole “elargizioni” a scopo di sopravvivenza, le “prudenti” esperienze né
convincenti né intaccanti alla radice l’apparato, dobbiamo concludere che la
realtà resta sostanzialmente identica.
La varietà, poi, dei redattori dei documenti, oltre a confermare
ulteriormente la gravità della situazione non permette alibi. Abituati come
siamo a rifiutare la testimonianza dei giovani, nel nostro caso degli studenti
di teologia che qui si esprimono, presteremo almeno attenzione a chi nei
seminari fu “superiore”, o, infine, a chi ha condotto delle ricerche più
metodiche e approfondite”.
Spero che abbiate il coraggio di leggere queste considerazioni i
cui autori sono morti o in estrema vecchiaia. Sono passati 54 anni dalla
pubblicazione. Alcuni di più dalla preparazione. La gerarchia non sa
ascoltare i pensieri diversi dai suoi. Non posso riportare le mie lunghe
pagine, ma le mie affermazioni e proposte centrali.
Voglio
inoltre accennare ed esprimere la mia opinione su due problemi delicati e
urgenti.
Quando imposteremo il problema del diaconato nelle nostre città?
Quando ci impegneremo a detabuizzare il problema del matrimonio o del celibato
sacerdotale? Personalmente io accompagno spiritualmente qualche soggetto che,
con molta serietà, pensa ad un sacerdozio non celibatario. Questo è un futuro
certo al quale bisogna preparare sia i chierici, sia la comunità cristiana.
La mia affermazione viene ripresa più avanti rendendo libera la
convivenza tra matrimonio e sacerdozio. Celibato facoltativo.
Fin qui in sostanza ciò che ho affidato alle pagine del libro a
mia firma.
Venendo alla vita Dio mi ha fatto dono di 43 anni di amore con
Fiorentina che tanto mi ha amato e aiutato a proseguire il ministero.
Ma tutte queste voci la gerarchia cattolica non ha saputo e
voluto ascoltare e così le cose sono peggiorate con omosessuali, lesbiche,
ministero negato alle donne, matrimonio omosessuale proibito. Ne ho celebrati
317 e il Vaticano mi ha “bastonato” e adesso continuo con tanta fiducia in Dio.
don Franco Barbero, 11 giugno 2024