giovedì 20 giugno 2024

Se sapessero ascoltare

Nel 1970 l’editore Gribaudi pubblicò, su iniziativa e progetto di Vittorino Merinas e Franco Barbero, un libro che si apriva con una serie di documenti sui seminari cattolici.

Fu faticoso ma anche soddisfacente constatare che il nostro progetto trovava molti autori a pronunciarsi, ad esprimere le loro diverse opinioni per la riforma dei seminari.

La presentazione del libro merita di essere riportata.

“La serie di documenti con cui apriamo il “dossier” vuole offrire un primo globale approccio alla situazione dei seminari italiani in genere. La problematica vi appare in tutta la sua vastità, drammaticità, urgenza.

Dalla lettura balza vivo un quadro che non può non inquietare. Un ambiente che appare nella maggior parte dei casi soffocante, un metodo formativo improntato a criteri superati, una spiritualità i tipo alienante, una proposta di sacerdozio chiuso ed estraneo all’oggi, un’autorità di tipo assolutista…. In una parola, un mondo a sé, incomprensibile all’uomo normale, fuori dalla realtà, destinato a modellare a sua immagine e somiglianza degli esseri comprimendone i germi di autenticità, di autonomia, d’identità umana in vista d’un ideale sacerdotale dubbiosamente evangelico nella sua matrice, sicuramente inadatto alla sua destinazione di servizio all’uomo contemporaneo.

Si direbbe che l’apparato seminaristico che appare da questi documenti sia fatto apposta per spegnere nella persona ogni focolaio d’umanità vera, per impedire lo sviluppo d’ogni valore, piuttosto che vivificare la vocazione sacerdotale. Sapendo dove e come sono formati tanti preti, non ci meravigliamo più della crisi profonda in cui molti sono entrati così massicciamente in questi ultimi anni, e dell’indifferenza, peggio, del rifiuto che oppone loro una storia che con tanta passione, generosità, sincerità va oggi chiarendo il proprio destino e attuando le ricchezze che porta con sé.

La provenienza geografica di quanto leggiamo in queste pagine direbbe inoltre che tale situazione è generalizzata. Ci pare di poter affermare che la geografia ecclesiastica italiana non presenta la tradizionale distinzione tra nord e sud, o che, almeno, non è così marcata e sostanziale come si potrebbe supporre. E, purtroppo, questa volta non possiamo rallegrarcene trattandosi di un diffuso sostanziale sottosviluppo. Se si ha il coraggio di andare oltre le apparenze, le parole conciliarmente più aggiornate, le piccole “elargizioni” a scopo di sopravvivenza, le “prudenti” esperienze né convincenti né intaccanti alla radice l’apparato, dobbiamo concludere che la realtà resta sostanzialmente identica.

La varietà, poi, dei redattori dei documenti, oltre a confermare ulteriormente la gravità della situazione non permette alibi. Abituati come siamo a rifiutare la testimonianza dei giovani, nel nostro caso degli studenti di teologia che qui si esprimono, presteremo almeno attenzione a chi nei seminari fu “superiore”, o, infine, a chi ha condotto delle ricerche più metodiche e approfondite”.

Spero che abbiate il coraggio di leggere queste considerazioni i cui autori sono morti o in estrema vecchiaia. Sono passati 54 anni dalla pubblicazione. Alcuni di più dalla preparazione. La gerarchia non sa ascoltare i pensieri diversi dai suoi. Non posso riportare le mie lunghe pagine, ma le mie affermazioni e proposte centrali.

Voglio inoltre accennare ed esprimere la mia opinione su due problemi delicati e urgenti.

Quando imposteremo il problema del diaconato nelle nostre città? Quando ci impegneremo a detabuizzare il problema del matrimonio o del celibato sacerdotale? Personalmente io accompagno spiritualmente qualche soggetto che, con molta serietà, pensa ad un sacerdozio non celibatario. Questo è un futuro certo al quale bisogna preparare sia i chierici, sia la comunità cristiana.

La mia affermazione viene ripresa più avanti rendendo libera la convivenza tra matrimonio e sacerdozio. Celibato facoltativo.

Fin qui in sostanza ciò che ho affidato alle pagine del libro a mia firma.

Venendo alla vita Dio mi ha fatto dono di 43 anni di amore con Fiorentina che tanto mi ha amato e aiutato a proseguire il ministero.

Ma tutte queste voci la gerarchia cattolica non ha saputo e voluto ascoltare e così le cose sono peggiorate con omosessuali, lesbiche, ministero negato alle donne, matrimonio omosessuale proibito. Ne ho celebrati 317 e il Vaticano mi ha “bastonato” e adesso continuo con tanta fiducia in Dio.

don Franco Barbero, 11 giugno 2024