19 FEBBRAIO 2025
LE PAROLE PER DIRLO
UNO SQUARCIO DI FUTURO
di DERIO OLIVERO Vescovo di Pinerolo
Sono ad Abu Dhabi. Dalla mia camera guardo i grattacieli. In basso, il mare del Golfo Persico. Una città tra il mare e il deserto. Nata da pochi anni. Sbocciata dal deserto. Sono qui per incontrare la realtà dove è stato firmato il documento della “ Fratellanza universale”. Due giorni intensi. Domani riparto. Che cosa ho visto? Uno squarcio di futuro. Lo so, bisogna andare cauti a parlare di futuro. Quando incontri un bravo adolescente, in cui intravedi doti particolari, ti viene spontaneo prevedere per lui un futuro eccellente. Ma bisogna andare cauti perché le scelte che farà potranno esaltare o distruggere il suo futuro. Così è per questa città, per questi Stati. Tuttavia non posso trattenermi dal dire che ciò che ho visto mi ha entusiasmato. Io, in realtà, sono affascinato dai Paesi che raccontano una lunga storia, che trasudano mondi antichi: Egitto, Grecia, Giordania, Iran… Non sono mai stato a Nev York né a Sydney. Pertanto sono arrivato qui, in questa città ipermoderna, con molti pregiudizi. Ammetto, non mi aspettavo granché. Sono venuto “per dovere”. Ma riparto entusiasta. Con nel cuore una speranza rinvigorita. In questi anni, incontrando i capi delle Chiese e delle Religioni che sono in Italia, ho insistito sul terma del rapporto tra religioni e spazio pubblico. Nel nostro contesto occidentale, religione e spazio pubblico faticano ad andare d’accordo. Vivono da buoni vicini, sempre più estranei. E, da estranei, si guardano sempre più con sospetto. Sono consapevoli della storia che sta alle loro spalle. Una storia di sopraffazione, separazione, risentimento, distanziamento. Nell’epoca della cristianità tutto era “sotto” l'autorità della Chiesa. Poi il mondo (la ragione, la scienza, la politica) ha riscoperto la propria autonomia. Pian piano abbiamo vissuto da separati in casa, poi da divorziati. Con qualche ritorno di fiamma e qualche spiacevole litigio. Qua e là qualche invasione di campo. Fino a ritrovarci perfetti estranei. Forse è giunto il tempo di ripartire, scrollandoci le ferite della storia. Ripartire dal futuro. Ripartire con un sogno. Proprio il sogno che ho visto prendere corpo in questa città. Il Governo ha creato un distretto dedicato alla cultura: musei, università, centri culturali. All'interno di questo distretto ha inserito Labrahamic Family House: un vasto spazio con tre centri di culto (una chiesa cattolica, una sinagoga, una mochea) con un comune Forum dove si svolgono attività comuni per bambini e adulti. Le religioni non viste come “un mondo a parte", ma dentro lo spazio pubblico, insieme, come motori di fraternità. Una sfida alle religioni: devono andare d'accordo, vivere loro, per prime, la fraternità. E devono lavorare per tessere relazioni nello spazio pubblico. Ecco una nuova forma su cui misurare ogni religione:creatrice di fraternità, generatrice dell'umano. E una sfida per lo spazio pubblico: dar fiducia alle religioni, includere il loro apporto. Domani torno. Voglio accettare questa sfida. Lavorerò per aiutare la mia Chiesa a misurarsi sulla fraternità e sull'umano. Lavorerò per far sì che le messe, le catechesi, le attività caritative siano mirate alla crezazione di fraternità, alla generazione dell’umano. Perché proprio questo è il Vangelo. Proprio questo è il volto di Gesù Cristo.