domenica 7 dicembre 2025

da Riforma del 14/11/2025

Federazione Donne Evangeliche in Italia

Donne ai margini - La sorprendente rivolta dei confini 16 giorni per vincere la violenza dal 25/11 al 10/12/25


7 dicembre 2025

Apocalittiche o integrate?


Umberto Eco negli anni 60 ha dedicato un libro Apocalittici o integrati alla disputa di allora sulla televisione. Il suo consiglio era proprio quello di approfondire le caratteristiche del mezzo per poterlo dominare. Non esserne pregiudizialmente contrari o succubi. Con un coltello si può tagliare il pane o uccidere. Così lo smartphone oggi.

Allora riflettiamo: affrontare in modo moralistico il tema giovani e social media e l’uso che ne fanno, forse non è l’approccio più giusto. Bisogna partire dalla constatazione che il digital device (lo smartphone) è oramai un oggetto che usiamo praticamente tutti e tutte, e che fornisce sempre più servizi a chi lo usa. E può essere usato bene o male.

Solo circa 40 anni fa nasce il telefono senza fili, poi rapidamente permette di trasmettere testi e subito dopo il cellulare comincia a offrire “servizi” sempre più attrattivi per tutti con al centro la comunicazione social in teoria verso tutti, ma in realtà sempre più all’interno di cerchi chiusi, dove ci si sta, dove ci si può nascondere, colpire, vendicarsi. Ma queste non sono caratteristiche proprie del mezzo: sono nostre scelte che lo smartphone consente.

Insomma questo nuovo media ci obbliga ad approfondire vantaggi e svantaggi, a riflettere sulle modifiche indotte nelle nostre relazioni umane, tra noi adulti ma anche tra adulti e giovani e tra gli stessi giovani. È una riflessione di cui si sente la necessità, forse è già tardiva, importante però è cominciare.


VERSETTO

«O Dio dammi intelligenza secondo la tua parola» (Salmo 119, 169)


MEDITAZIONE

Il salmista chiede a Dio di dargli intelligenza. Anche noi oggi viviamo uno smarrimento diffuso e abbiamo bisogno di aiuto per capire. Siamo anime connesse, ma cuori isolati. Nei giovani c’è un silenzio inquietante che abita le loro stanze. Non è né pace né quiete, ma assenza di relazione vera, di un abbraccio non mediato dallo schermo.

Ogni mattina, tanti giovani si svegliano e, prima ancora di guardare fuori dalla finestra, aprono il mondo virtuale nel palmo della mano. Vivono lì, in quelle finestre digitali che costruiscono identità a suon di filtri, hashtag e pose studiate, cercando un posto nel coro dell’attenzione virtuale.

Ma se è vero che i social danno la sensazione di unire, è altrettanto vero che sanno dividere e isolare. Il bullismo, come un veleno sottile, si insinua nella rete, corrode l’autostima lanciando insulti facili, giudizi impulsivi.

Occorre individuare una parola di sana reciprocità che non opprima, capace di fornire un’educazione profonda, umana, solidale. Ci vuole intelligenza: una parola trascendente capace di dire che la fragilità non è debolezza, che il dolore non è colpa, che la diversità non è distanza.

Non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma di umanizzarla alla luce della parola divina. Per non essere più soli, non più vittime, ma parte di una comunità che accoglie e non giudica, che ascolta e non condanna; una comunità libera e liberatrice.


PREGHIERA

O Dio, aiuta noi e i e le giovani a riscoprire la Tua parola di grazia che ci permette di ridere insieme, di piangere insieme, di crescere insieme. Senza filtri, senza maschere, in modo che la solitudine si dissolva e i cuori tornino a battere con il ritmo della vita vera. E... con la tua intelligenza! Amen