giovedì 24 febbraio 2011

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

          UNA AZIENDA O UNA COMUNITA’ DI FEDE?

 24Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona.

 25Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? 28E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. (Matteo 6, 24-34).

 

Questa volta mi soffermerò brevemente sul primo versetto. Gli altri, che parlano di affanni e di angosce, non sembrano immediatamente collegabili, ma in realtà li unisce un filo non così sottile. Infatti, come si può vivere in modo costruttivo e liberante la relazione con le cose, con il corpo e con il tempo se già si  è prigionieri dell’idolatria di “mammona”?

 
 

MAMMONA

Spesso le nostre bibbie traducono questa parola con “ i soldi”. In realtà il vocabolo aramaico indica qualcosa di più, cioè la base, il fondamento, il patrimonio sui quali si fondano la propria vita  e la propria sicurezza. Il denaro ne è parte essenziale, ma in una accezione estesa al potere, al successo….

Gesù qui non usa mezzi termini, non fa alcuna premessa, non dice:” se tu vuoi” .

Notate la perentorietà, la radicalità di questo linguaggio che non permette scappatoie e non autorizza eccezioni.

“Nessuno può servire due padroni”: si tratta di una impossibilità assoluta per tutti.

Quel “nessuno” è un colpo di frusta, una mazzata  per tutti coloro che nella storia hanno cercato di accomodarsi su un sentiero che permettesse loro di “ vivere da ricchi e illudersi di essere dalla parte dei poveri”. Non mancarono quelli che, pur con ottime intenzioni, propugnarono “ l’uso povero delle ricchezze” (usus pauper divitiarum).

Puntiamo bene gli occhio sul testo: se all’inizio si parla dell’impossibilità di servire a due padroni, la conclusione de4l versetto pone un netto ed esplicito aut-aut: “non potete servire a Dio e a Mammona-soldi”.  A noi ripugna paragonare Dio ad un padrone, ma qui è l’esigenza  di far emergere con chiarezza il messaggio  che determina questo linguaggio.

In sostanza, si tratta di due realtà incompatibili, due strade diverse, due fondamenti diversi per la vita e per  la comunità.

 

VENENDO A NOI

No si tratta di lanciare un programma  di pauperismo o di ascetismo eroico. Il Vangelo ci interpella sul fondamento della nostra vita: dov’è la pietra che regge l’edificio? Che cosa mettiamo al primo posto  nella nostra esistenza quotidiana, Dio o le sicurezze umane i soldi o il successo? .

Non facciamo fatica a trovare lungo i secoli dei testimoni appassionati che hanno messo  il Vangelo al centro della loro esistenza senza cedere alla seduzione delle ricchezze. Ma è innegabile che la nostra chiesa ufficiale ha soprattutto usato Dio per coprire i suoi interessi diventando spesso una bottega ed una società  per affari con molti funzionari ad ogni prostituzione: “Profeti e sacerdoti sono una massa di imbroglioni…..Dovrebbero vergognarsi, ma non si vergognano affatto e non arrossiscono” ( Geremia 8, 10-11).

Davvero il tempio è diventato la spelonca di ladri, il covo di briganti, banca di riciclaggio di denaro sporco. L’etichetta cristiana maschera le operazioni  della cupola vaticana e raccogli in una grande famiglia mafiosi, banchieri, palazzinari, cassieri di sua santità.

 

DUE DIVINITA ’INSIEME?

Il genio funesto del cattolicesimo ufficiale è questo tentativo di “cantare i salmi e contare i soldi”, di mettere insieme il Dio di Gesù e il dio denaro. Con questa operazione perfida, Dio diventa il sacro paravento dietro il quale prospera il regno di mammona, fatto di soldi, privilegi,ingerenze,squallide alleanze per ottenere l’esenzione dall’Ici, una legge disumana sul testamento biologico e soldi a palate per tutte le scuole cattoliche e le opere pie.

Ma il Vangelo smaschera questa ipocrisia. La conversione che è chiesta alla nostra chiesa è il passaggio dal dio denaro al Dio vivente della Bibbia. Certo, dall’azienda al Vangelo, da Berlusconi a Francesco d’Assisi il passo non è breve, ma questa è la strada senza sconti, scorciatoie, eccezioni.

Se vogliamo passare dall’azienda mammona alla chiesa di Gesù, bisogna disarmare il palazzo e ritornare sulla strada. Questa inversione di marcia non viene dalle torri gerarchiche….Come sta succedendo in Egitto e in Libia, i veri cambiamenti provengono dal basso. Tocca a ciascuno di noi portare un mattone a questa “rivoluzione evangelica” se non vogliamo continuare  a vivere in una chiesa di dogmi e di affari.

 

O DIO, tanto spesso Ti ricordiamo e talvolta e Ti nominiamo invano. Aiutaci a non nascondere dietro al Tuo nome le nostre idolatrie. Ti preghiamo per la nostra chiesa, prostituita a mammona da molti secoli e dimentica del Vangelo. Possa il Tuo soffio liberatore rompere le catene che la legano al denaro e ai privilegi e rimetterla in viaggio con gli ultimi e le ultime della carovana.