48 – La violenza dei disarmati
Bennee Luchion
(pacifista cattolico americano contemporaneo)
Litania dei combattenti per la libertà
Santa Maria, prega per noi, affinché riceviamo la luce e la forza per continuare a combattere con amore e spirito fraterno.
Santa Maria, madre della pace, prega per noi.
Maria, madre della libertà
Maria, madre della gente negra
Maria., madre della gente bianca
Maria, madre di tutti gli uomini
Regina di coloro che edificano la pace
Regina dei combattenti per la libertà
Regina del nuovo Uomo negro
Regina del tempo della protesta
Regina che sei in carcere insieme a me
Regina del « sit-in »
Maria che ci proteggi nel tempo della violenza
Maria che rafforzi il mio umore
Maria che vegli sulla brutalità della polizia
Maria che vieni a versare la cauzione
Maria che dirigi gli operai nelle officine
Maria che per prima cantasti i canti della libertà
Regina delle dimostrazioni pacifiche
Regina dell'amore nel tempo dell'odio
Regina delle aule giudiziarie
Regina dei raduni di massa
Santa madre che ami la giustizia
Santa madre che ami la verità
Santa madre che ami la fraternità
Santa madre che ami tutti i tuoi figli
Santa madre che ami la libertà
O Maria vergine e madre, o mia madre! Noi ti preghiamo di aprire i cuori dei nostri fratelli oppressori. Noi ti chiediamo di benedirli. Ti preghiamo di ottenerci la forza per riuscire ad amarli ancor di più. O Maria, madre di Gesù sofferente, se la nostra sofferenza dev'essere ancora maggiore, sostienici tu. Amen!
(litania composta in carcere nell'estate 1963)
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Jacques Guilhem
(vescovo di Laval)
Sperimentare la forza della verità
Vescovo, io son consapevole d'essere una sentinella che si trova in una postazione avanzata e che dovrà render conto a Dio della salvezza dell'uomo, corpo e anima. E oggi l'uomo si trova in pericolo come mai lo è stato. L'armamento nucleare ha sospeso sulla terra intera e sulla testa di ciascuno dei tre miliardi d'esseri umani che la popolano una mostruosa « spada di Damocle ».
È strano come ad essa ci si assuefaccia. Si sente parlare senza fremere di distruzione, fatta per rappresaglia, d'intere città. Si accetta l'equilibrio del terrore senza prendere coscienza che, facendo della terra una giungla feroce in cui si vive nel continuo sospetto, si distrugge già in questo modo l'uomo nella sua struttura spirituale.
Poiché l'apatia, l'indifferenza, l'ignoranza, gli interessi particolari sembrano avere il predominio assoluto, bisogna che ovunque si ripercuotano i gridi d'allarme, prima che sia troppo tardi.
Io domando:
1. Come si può conciliare l'ipotesi della guerra atomica con la più tradizionale dottrina che esige il rispetto di qualsiasi vita umana innocente, anche della più debole, e che rifiuta nettamente il principio che « il fine giustifica i mezzi »?
2. È esatto che lo stupendo sviluppo della scienza umana e il lavoro di tanti ricercatori e scienziati nei campi della medicina e della conquista dell'universo abbiano bisogno dello sviluppo dell'armamento nucleare come d'una molla indispensabile? E possiamo noi vedere, senza inquietarci, migliaia di giovani studiosi consacrarsi a ricerche che invece di contribuire al benessere dell'umanità rischiano di servire alla sua distruzione?
3. L'enorme sforzo che compiono i popoli ricchi per un armamento atomico che secondo loro è destinato soltanto a impaurire, a « dissuadere », non è forse un delirio collettivo, il segno più evidente del peccato originale, e nello stesso tempo uno storno mostruosamente fraudolento di denaro a detrimento delle opere di civiltà e di aiuto ai paesi poveri?
4. Noi cristiani, siamo veramente la «luce del mondo» e il « sale della terra »? Se, come hanno proclamato i papi, la guerra è ormai un mezzo superato di risolvere i conflitti umani, non possiamo noi trovarne altri nel nostro Evangelo, più originali, più puri e più sicuri? Non abbiamo forse troppo trascurato le « armi spirituali » di cui parla l'Apostolo: la potenza dell'Amore che ha permesso ai primi cristiani di resistere per tre secoli all'aggressione e all'oppressione, e la forza della Verità che anche nei nostri tempi è stata sperimentata con successo? Senza dubbio, ci sono stati martiri e ci sono stati tanti rischi, ma le nostre guerre moderne non ne comportano in numero infinitamente maggiore? Dov'è oggi l'efficacia? Dov'è il realismo? Un'educazione autenticamente cristiana per l'avvenire non dovrebbe forse preoccuparsi di forgiare anime libere e indomabili, capaci - senz'allontanarsi dalla legge dell'Amore di condurre una resistenza spirituale a ogni eventuale invasore, a ogni violazione dei diritti della persona umana?
(notificazinne dal titolo Semplici riflessioni sul pericolo atomico pubblicata nella rivista diocesana « Eglise de Laval» il 15 marzo 1964)
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