Affittasi
medico, la Sardegna insiste
Andrea Sparaciari
Allargare
l’utilizzo dei “medici in affitto” a tutti i Pronto soccorso
della Sardegna. È il disegno dell’Ares, l’azienda regionale
della Salute, creatura partorita dalla maxi-riforma della sanità del
governatore Christian Solinas per ordine della Lega (non a caso a
dirigerla è la manager veneta Annamaria Tomasella). Per tamponare la
grave carenza di medici, Ares sta infatti per indire una gara
d’appalto da 6 milioni per cooptare medici temporanei. Di fatto, si
tratta di un allargamento dell’esperimento iniziato un anno fa
all’ospedale Delogu di Ghilarza (Oristano), dove erano planati
medici affittati dalla Mst Group di Vicenza. Un presidio gestito
totalmente da medici esternalizzati.
L’appalto
(che doveva essere temporaneo) è stato esteso infatti al pronto
soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano (ottobre 2021) e
recentemente anche quello di Bosa. Già allora il ricorso ai medici
temporanei della Mst aveva fatto discutere, anche perché l’ospedale
di Oristano (170 mila persone il bacino d’utenza) lanciò
un’offerta di lavoro (su Facebook) nella quale specificava di
cercare medici che non fossero specialisti di primo soccorso né di
emergenza. Bastava, come raccontò il Fatto, essere “operatori in
possesso della Specializzazione equipollente o in subordine affine
alla Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza”, cioè a
chiunque avesse una laurea in medicina. Del resto, spiegava ancora
l’annuncio, non erano “richiesti specialisti o figure
particolari, si tratta di effettuare un triage avanzato e chiamare lo
specialista appropriato che si farà carico del paziente. Esempio: se
arriva il dolore toracico, chiamate il cardiologo. Compenso: 700 euro
a turno di 12 ore”.
Un
format che Ares intende moltiplicare su tutta l’isola, con costi,
per le casse pubbliche, che rischiano di esplodere. Per i soli tre
ospedali della Asl di Oristano, Regione Sardegna per i medici in
affitto fino a oggi ha già speso oltre 1,5 milioni, rispetto a una
previsione iniziale di spesa di 690 mila. Per coprire un turno di 12
ore il sistema sanitario regionale riconosce alla Mts 945 euro. Non
solo, siccome i medici in affitto possono curare solo codici bianchi
e verdi, i casi gravi vengono dirottati sugli specialisti interni
degli ospedali. Ma questi sono in numero insufficiente, quindi da
mesi oltre ai loro turni, negli ospedali esternalizzati, gli interni
fanno prestazioni extra, pagate a gettone. Gli straordinari, insomma.
Andando così a far aumentare i costi. “È un vero paradosso –
commenta il dottore Fabio De Iaco, presidente della Società Italiana
della medicina di emergenza-urgenza (Simeu) – si pagano costi
altissimi per triage avanzati (che non sono pronto soccorsi) che
rimarranno vuoti, perché i casi gravi saranno curati altrove. Ma
queste strutture ci sono già, si chiamano guardie mediche e costano
un decimo...”.
Il
Fatto Quotidiano, 20 maggio