giovedì 24 febbraio 2011

UNA RICERCA SERIA ED ESEMPLARE

  FRANCESCO ARDUINI, Il Battesimo dei bambini, Aracne Editrice, Roma 2010, pagg. 108, € 8.

I primi cristiani battezzavano i neonati o i bambini? L’autore tenta una risposta con una ipotesi sull’origine del pedobattismo in questa sua tesi di laurea in Scienze Bibliche alla Facoltà Valdese di Teologia.

Ricevuto il volume in omaggio dall’Autore, l’ho letto con interesse perché costituisce una ricerca rigorosa, documentata, equilibrata nella quale si lasciano aperte le questioni irrisolte.

Sembra che prima del 180 “la forma prevalente del battesimo rimase quella degli adulti” (pag. 40). Infatti nella letteratura paleocristiana non si trova alcuna testimonianza ed evidenza diretta o indiretta di una simile pratica. La prima chiara testimonianza scritta del battesimo dei bambini risale a Tertulliano attorno al 200 dopo Cristo. Che cosa determinò il cambiamento, la svolta teologica e pastorale?

“Dal 165 al 180 d.C. si verificò la “peste Antonina” in cui morì una persona su tre e senza dubbio, anche tra i cristiani, i maggiori decessi si ebbero tra gli anziani e i bambini” (pag. 68). Il nostro Autore avanza questa ipotesi: “una volta terminata l’epidemia nel 180 d.C., Ireneo e gli altri teologi cristiani hanno diretto, come mai prima, le loro riflessioni sulla volontà salvifica di Dio nei confronti dei bambini. Riflessioni che diedero un impulso allo sviluppo di una teologia del battesimo degli infanti … tanto che Tertulliano, agli albori del III secolo, ne parla come di una prassi accettata persino con troppa leggerezza. Venti anni non sembrano affatto pochi per un’elaborazione teologica del pedobattismo e per una diffusione di questa prassi nelle varie chiese” (pag. 69). L’ipotesi è affascinante e diventa ancora più degna di attenzione se pensiamo che, con tutta probabilità, quelli erano gli anni in cui cominciava a costruirsi la teologia del “peccato originale” che troverà esplicita affermazione in Cipriano.

Raccomando vivamente questa ricerca in cui il lettore ha la possibilità di esplorare la letteratura cristiana antica, guidato da un maestro davvero affidabile che sa lasciar parlare le testimonianze dopo averle collocate nel loro più probabile contesto.

Vorrei affettuosamente segnalare qualche mia perplessità. Non sono così convinto che il battesimo sia il “comandamento” (pag. 21) che consegue a Matteo 28,19. Potrebbe trattarsi di una scelta importante dell’iniziale movimento di Gesù. Così pure i passi del Secondo Testamento che alludono al “battesimo di intere case” potrebbero anche lasciarci la testimonianza di percorsi diversi fin dalle origini.

“Con il battesimo si diventa Figli di Dio” (pag. 25) è per me una trasposizione biblica giovannea e paolina che va attentamente contestualizzata perché non se ne faccia una lettura escludente. Non ho trovato nella bibliografia l’opera di Gianpiero Gramaglia (Il battesimo dei bambini, Morcelliana 1975) che ritengo tuttora significativa.

Chiunque si accosti a questa densa e limpida scrittura, a questo tentativo di ricostruzione storica, ne trarrà frutti preziosi di conoscenza e non potrà non rivolgere all’Autore un sentitissimo ringraziamento. L’opera è particolarmente utile ai gruppi e alle comunità che, in questo tempo difficile eppure fecondo, desiderano ripensare la prassi sacramentale in rapporto al cammino cristiano sia personale che comunitario.

 

Franco Barbero