Questa ragione “sociale” è accentuata, per così dire, da un’altra più importante: “Poiché in sei giorni Dio ha fatto il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si è riposato”.
Dio, il settimo giorno, non ha fatto nulla, e pertanto, ha creato il riposo, osservandolo Egli stesso. Dio non ha detto: “osservate il riposo!”, ma si è riposato Egli stesso. Questa è la singolare forza dello shabbat. Del resto, il testo lo sottolinea: “Perciò Dio ha benedetto il settimo giorno, lo shabbat e lo ha santificato”. Dal punto di vista umano un solo verbo, “ricordati”, concerne lo shabbat. Per Dio, ve ne sono due: “benedire” e “santificare”.
Marc-Alain Quaknin, Le Dieci Parole, Paoline, Milano, 2001. pp. 100-101