martedì 7 gennaio 2014

“Uno scienziato non è mai cruento”

Silvio Garattini si è sempre esposto per difendere la sperimentazione sugli animali, «infatti da cinquant'anni ricevo lettere di minacce e insulti». Il farmacologo che dirige il Mario Negri di Milano è considerato un nemico dagli animalisti più convinti. «Quel tipo di ricerca è fondamentale – spiega - tutto quello che abbiamo oggi di utile in medicina, dai farmaci agli interventi chirurgici, è passato da lì». Eppure c'è chi parla di attività alternative capaci di ottenere buoni risultati. «Non ci sono tecniche alternative, al limite complementari. Le usiamo tutti i giorni in laboratorio, ad esempio studiando il comportamento delle cellule. Ma sono cellule, non organismi, e non sono in grado di dirci se un farmaco ha effetto sulla pressione, sull'appetito o la memoria. Il 99% degli scienziati la vede come me, l'esistenza dell'altro 1 % fa parte della vita». E la vivisezione? «E' una parola usata per suscitare orrore, questo termine non descrive ciò che facciamo. Se vengono fatte operazioni su animali, sono prese tutte le precauzioni usate per gli uomini. Produrre sofferenza negli animali non ha senso, e non serve dal punto di vista scientifico».
Il professor Garattini è rimasto colpito dalla storia della ragazza di Bologna. «Siamo arrivati a un livello intollerabile di mancanza di rispetto del dolore umano. Mi stupiscono anche le associazioni di animalisti che sembrano per bene e non sono in grado di dissociarsi da questi gruppi. Tra l'altro parliamo di persone che quando stanno male prendono i farmaci, che sono stati prodotti dopo test sugli animali. Magari li usano anche per curare il loro amato cane».

(Repubblica 30 dicembre)