lunedì 10 marzo 2014

IL NOSTRO PAESE MAGLIA NERA PER LE POLITICHE DI COOPERAZIONE

Il mondo delle Ong impegnate negli aiuti ai meno fortunati va ben oltre le dispute con i volti celebri che ne fanno parte, ecco una buona notizia. All’inizio di febbraio ActionAid (www.actionaid.it/ilp2013) ha presentato il suo rapporto annuale dal titolo L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo, denunciando le contraddizioni intrinseche alle politiche per la cooperazione del nostro Paese. Scopriamo così che nel 2007 è stato creato in Italia il fondo per le politiche d'inclusione degli immigrati con un capitale iniziale di 50 milioni di euro, salito nel 2008 a 100 milioni. Il fondo è stato poi abolito nel 2009. Nello stesso periodo, dal 2005 al 2011, l'Italia spendeva molto ma molto di più, circa 1,6 miliardi di euro, per contrastare l’immigrazione. Non è facile conciliare la spesa per la sicurezza delle frontiere con la politica d'inclusione dell’emigrazione. Un problema presente anche nell'Unione Europa: dal 2007 al 2013 la spesa complessiva è stata di 4 miliardi di euro, di cui il 52,1 per cento per pattugliare frontiere e finanziare i rimpatri, e il 37,9 per cento per l’accoglienza e l'inclusione. Il problema italiano è 1'assenza di coordinamento tra le iniziative per includere ed escludere l’immigrazione, contraddizione che si traduce in grandi sprechi. Che l'Italia non abbia le carte in regola per le politiche di immigrazione e cooperazione lo sa anche l'Ocse, infatti nel 2012 le ha conferito la maglia nera dell'aiuto pubblico allo sviluppo fra i Paesi donatori del Development Assistance Committee. Dal 2011 al 2012 il nostro impegno finanziario è sceso del 35 per cento: i dati di Bruxelles sottolineano che l'Italia sarà tra i maggiori responsabili del mancato raggiungimento degli obiettivi europei per il 2015.
Loretta Napoleoni

(Il Venerdì 22 febbraio)