giovedì 23 ottobre 2014

PINEROLO COMUNITA' CRISTIANA DI BASE DI VIA CITTA' DI GAP

Salmo 71, la preghiera di un anziano

In questo salmo si alternano parole di supplica e parole di lode a Dio.

Viene descritta la preoccupazione di un uomo di essere abbandonato da Dio al momento della sua vecchiaia, cioè nel momento di maggior fragilità e debolezza.

Vengono espressi anche il rammarico e la vergogna di questo uomo per essere vittima di soprusi da parte di altri uomini suoi nemici, che approfittano di quella situazione di fragilità per accusarlo e coprirlo di infamia.

Ma, nonostante questa situazione di sofferenza, la preghiera inizia con parole che testimoniano la fede in Dio e con la speranza che Dio venga in aiuto:

“In te mi rifugio o Signore, che io non provi vergogna per sempre”.

Questo uomo sa che su Dio può contare, e comincia a credere nella possibilità che la situazione possa cambiare, che un giorno possa finire la sua sofferenza.

L’uomo sa che può contare su Dio perché ha già sperimentato in passato la presenza di Dio al suo fianco.

Dio è una presenza che gli è famigliare. L’ha accompagnato sempre, fin dalla nascita, dove ha conosciuto la dolcezza del grembo materno, e fin dalla giovinezza quando Dio era il suo sostegno, e da adulto, quando agli occhi gente appariva quasi un prodigio, Dio era per lui un rifugio sicuro.

L’uomo chiede a Dio di venire in suo aiuto confidando nel fatto che è stato per lui una presenza continua.

Chiede a Dio giustizia (anche se il suo concetto di giustizia ha più un aspetto di rivincita dove le parti si
dovrebbero invertire: lo svergognato non dovrebbe essere più lui ma coloro che lo accusano)

Ad un certo punto della preghiera le cospirazioni dei nemici sembrano perdere importanza mentre, per contro, viene ribadita con decisione la sua fede:

v.14 “Io invece non cesso di sperare e moltiplicherò le tue lodi”

Egli adesso è certo che Dio lo farà “risalire dagli abissi” e gli “darà ancora vita”.

Mentre l’uomo del salmo racconta e ripercorre le varie tappe della sua vita emergono in lui nuove certezze e nuovi stimoli e cioè, “Testimoniare i prodigi del Signore”.

Dall’alto della saggezza di uomo anziano, egli potrà avere ancora una funzione in futuro: anziché stare a sentire le congiure contro di lui, egli sarà testimone dei prodigi del Signore davanti a molte generazioni che lo ascolteranno al Tempio. Nel suo immaginario futuro egli sarà nuovamente in comunione con Dio e mentre canterà al Signore le lodi con l’arpa e con la cetra egli sarà in comunione anche con le persone ,e cioè, fuori dalla condizione attuale di solitudine e di isolamento.

E’ la storia di un uomo anziano che racconta, ricorda e annuncia, fa una lunga e profonda riflessione ripercorrendo tutte le tappe della sua vita da cui sembra emergere che dare troppa importanza alle chiacchere,

alle malignità ai conflitti non porta da nessuna parte, mentre ritrovare Dio e avere fede in Lui porta a ritrovare se stessi. La vita vera, la vita che conta è con Dio.

Ines Rosso, testo della predicazione dell'eucarestia di domenica 19 ottobre