martedì 22 novembre 2016

Il grande freddo della Svezia luterana

È solo a partire dal 1952 che in Svezia i cattolici hanno avuto diritto all'esistenza. Fino ad allora, in virtù di leggi protestanti che dal XVI secolo venivano statuite dai sinodi della Chiesa luterana svedese e confermate, non sempre volentieri, dalle autorità statali, chi si faceva cattolico perdeva i diritti civili e chi entrava nel Paese da cattolico non acquisiva mai la cittadinanza. Nel 2000 però la Chiesa di Svezia (così i luterani svedesi dicono e credono di essere) ha rinunciato alla "religione di Stato" ed ha iniziato a governarsi affidandosi ad un sinodo generale che si riunisce ogni due anni e i cui partecipanti tuttavia, vengono indicati dai partiti rappresentati in parlamento. E così le grandi scelte teologiche e pastorali, comprese quelle relative ai rapporti con Roma e con i cattolici, sono decise a maggioranza da assemblee che riflettono chiaramente il sentimento politico del momento. E Papa Francesco, con le sue aperture e il suo pensiero ecologista, gode oggi delle simpatie dei socialisti-verdi al potere.
Nei 1947 a Lund, sede di un'importante Università fondata agli albori dell'anno Mille dal vescovo della città, fu costituita la Federazione mondiale delle chiese luterane. La sua sede è a Ginevra, notoriamente culla del calvinismo, e la scelta di Lund, cittadina di 110.000 abitanti, per i 500 anni della riforma di Lutero è stata la celebrazione di un evento tutto interno alla Federazione, solo ospitato ma non organizzato dalla Chiesa luterana svedese.
Il 31 ottobre, giorno dell'arrivo del Papa, la Svt, televisione pubblica svedese, dava la notizia in coda ai notiziari tra le informazioni di servizio per avvertire gli automobilisti delle chiusure al traffico in alcune aree di Malmö e Lund. Certo, nella sala stampa allestita in un albergo vaticaniste e vaticanisti italiani, quelli dell'emittenza audiovisiva in primis, abbondavano in ridondanti "grande attesa", "evento storico" ed altre iperboliche considerazioni. Ma il giorno prima, domenica 30 ottobre, avevano persino ventilato un imminente annuncio sul rinvio del viaggio, causa terremoto avvertito a Roma, pur di colmare il vuoto di interesse...Cosa che permette di riportare le presunte polemiche e contestazioni vaticane, che avrebbero preceduto il gesto fraterno di Papa Francesco verso i luterani, a carico di un sistema informativo che parla del dito perché non sa, e non vuole, vedere la Luna.
E non avverte la fatica di un Papa che, pur potendo godere di un consenso popolare immenso, fugge dalle folle sicure per affrontare il vento gelido della secolarizzazione. Se esiste, un "effetto Bergoglio" sulla Chiesa è tutto nel suo coraggio.
Filippo di Giacomo

(Il Venerdì, 11 novembre)