giovedì 24 novembre 2016

VITA E PENSIERO

"Dal primo momento in cui vidi il suo volto, più di trent'anni fa, compresi che Charles de Foucauld avrebbe avuto, in un modo o nell'altro, grande importanza per me. Tutti desideriamo lasciare, con il nostro pensiero e la nostra azione, un'impronta in questo mondo: creiamo famiglie, scriviamo libri, fondiamo istituzioni… Pochi, gli imprescindibili, lasciano l'impronta del loro passaggio grazie alla loro contemplazione e alla loro passione. Charles de Foucauld fu senza dubbio uno di loro". Sul n. 4/16del bimestrale dell'Università Cattolica Vita e Pensiero un accorato ricordo della figura del "grande eremita e missionario", padre del deserto contemporaneo, nel centenario della morte, è affidato a Pablo D'Ors, sacerdote e scrittore spagnolo, fondatore dell'associazione "Amici del Deserto". "Più che fare, e comunque fece tanto, si lasciò fare – scrive il saggista -; più che pensare, e pensò moltissimo, svuotò se stesso al punto da non essere che pura recettività. Il suo volto tenero e vigoroso al tempo stesso, solcato dal rigore e dall'indulgenza, p sicuramente uno specchio fedele della sua anima". Ricerca, coscienza, deserto, adorazione, nome, cuore, fallimento sono le "sette parole" di Foucault che per D'Ors costituiscono il lessico stesso del teologo, nonché la sua parabola spirituale e umana (Adista 5/11).