domenica 19 febbraio 2017

Faida radicale, Bonino sfrattata “Mi dovrò cercare un’altra sede”

ROMA. Io una casa ce l'ho. Semmai cerco una sede, ma la casa politica  ce l'ho da 50 anni e quella resta: sono un'appassionata e convinta radicale». É la risposta di Emma Bonino alle telecamere di Sky sullo "sfratto" dei Radicali italiani dalla storica sede romana, comunicata via posta elettronica da Partito radicale transnazionale (ong che ha status di osservatore all'Onu) e Lista Pannella. A meno di un anno dalla morte di Marco Pannella la galassia radicale è esplosa. E le divergenze politiche fra "ortodossi" e fautori di un percorso più aperto rischiano di tradursi in un divorzio patrimoniale e immobiliare.
Nell'email si legge che dal primo marzo la sede storica del Partito radicale di via di Torre Argentina sarà off limits per i radicali italiani, l'associazione di Emma Bonino, Marco Cappato e del segretario Riccardo Magi. In prima fila nell'operazione "sgombero" Rita Bernardini e Maurizio Turco, presidente dell'associazione Lista Pannella, che detiene indirettamente la proprietà dell'immobile e di Radio Radicale, finora veicolo di comunicazione  politica aperto a tutti i componenti della vasta costellazione. Turco spiega le sue ragioni: «C'è stato un congresso», quello di Rebibbia lo scorso anno, «e la mia mozione è stata approvata con 179 voti contro i 79 di quella di Cappato». La proposta di Turco sosteneva che la «condizione minima, tecnica e politica, per l'esistenza e l'attività del partito è il rientro dal debito» (pari a un milione di euro) e poneva l'obiettivo del raggiungimento di 3mila iscritti nel 201 7. «Altrimenti il partito muore ed è un problema per il Paese», conclude Turco, «visto che si parla dei Radicali solo quando ci sono problemi tra di noi e non per le nostre battaglie politiche».
Per rimettere i conti in ordine ecco allora l'idea di restringere gli spazi a disposizione delle varie associazioni dell'arcipelago i radicale ospitate a Torre Argentina e affittare quel che resta. Ma ridurre tutto a una questione di bilancio «è impreciso e ingeneroso» sostiene Magi, che replica: «Dire che c'è una guerra interna fra "pannelliani" e "boniniani" non ha alcun senso. Pannella è stato il garante dell'assetto del mondo radicale e lui non ci avrebbe mai cacciati. É stato usato in modo proprietario un patrimonio costruito in 40 anni di lavoro comune». E che comprende, come detto, anche la radio, di cui invece saranno rivisti i palinsesti. Come reagiranno ora i Radicali italiani? «Valuteremo quando ci saranno atti formali se impugnare la decisione del comitato di presidenza della Lista Pannella», conclude Magi, che poi affonda: «É un fatto significativo che in queste ore ci stiano arrivando moltissimi annunci di iscrizioni ai Radicali italiani».
Monica Rubino

(la Repubblica 12 febbraio)