martedì 21 febbraio 2017

La fiera delle armi apre ai minori. «Un atto politico»

Si è chiusa ieri la terza edizione della fiera delle armi Hit Show a Vicenza: oltre 400 espositori, «l'eccellenza del Made in Italy accanto ai più famosi marchi internazionali». Con queste parole la fiera si presenta al pubblico: armi, munizioni, attrezzature ottiche e molto altro. Ma c'è chi da tre anni, la società civile locale e nazionale, porta avanti una campagna di contro-narrazione verso quella che definiscono «un'operazione ideologico-culturale e politica in atto nel nostro paese per incentivare la diffusione delle armi».
Dietro la fiera (dedicata B2B, al Business to Business, ovvero al commercio tra aziende private) c'è Italian Exbibition Group, società per azioni che ha tra gli azionisti anche enti pubblici, come il Comune e la Provincia di Vicenza. È a loro che si rivolge la campagna, formata - tra gli altri - da Rete Italiana per il Disarmo, Opal, Acli, Arci, le sezioni vicentine di Cgil, Cisl, Azione Cattolica, Commissione diocesana della pastorale sociale.
Nel mirino (è il caso di dirlo) ci sono i bambini: nelle due precedenti edizioni, minori si aggiravano per gli stand con alcuni venditori che gli mettevano in mano pistole e fucili semiautomatici. Immagini catturate da fotografie e che hanno sollevato le proteste della società civile: Hit Show è l'unica fiera nella Ue in cui i minori possono entrare, muoversi liberamente tra banchi di armi e munizioni e prendervi dimestichezza. Per questo, per l'edizione 2017, la fiera si era impegnata con il Comune di Vicenza a vietare l'ingresso ai minori di 14 anni, dandone conto nel regolamento fieristico e suscitando cosi le proteste di visitatori e associazioni venatorie. Tutto cancellato: in successivi comunicati, Hit Show (parlando di «spiacevole refuso») specifica che i minori di 14 anni possono entrare «se accompagnati da adulti» e non possono «maneggiare le armi esposte».
A preoccupare e l'atmosfera in cui i bambini si trovano immersi: armi di ogni tipo, eccezion fatta per quelle da guerra, dalla difesa personale al tiro sportivo, dalla caccia al collezionismo; porte aperte a esperti del settore ma anche a semplici visitatori; e convegni in cui l'utilizzo di armi è spiegato e giustificato: «Si tengono convegni di associazioni che chiedono minori restrizioni sulle armi - ci spiega Giorgio Beretta, dell'Osservatorio permanente sulle armi leggere - anche contro le direttive in discussione a livello europeo. Cose che non hanno a che fare con una fiera merceologica-commerciale. Si sta sempre di più profilando come un'operazione per incentivare la diffusione di armi. (chi.cru)

(Il Manifesto 14 febbraio)