di Jacopo Ricca - Repubblica - 23 marzo 2017
"Non vi affittiamo la casa perché siete gay". A Torino una coppia
omosessuale si è vista rispondere, più o meno, così alcuni giorni
fa da un'agenzia immobiliare a cui si era rivolta per trovare casa. È
quanto racconta in un lungo post su Facebook Simone Schinocca,
torinese, protagonista della prolungata disavventura assieme al
compagno: "Carini, bella presenza, due tempi indeterminati (uno
in una solida azienda con ottimo stipendio, uno per una compagnia
teatrale, stipendio un bel po' più bassetto, ma pur sempre a tempo
indeterminato) e referenziati, ma non basta perché non siete una
famiglia".
Lo sfogo parte per l'ultima risposta ricevuta dopo
aver fatto una proposta per affittare un appartamento in zona San
Donato: "Oggi l'agente immobiliare con infinito imbarazzo mi
dice che la proprietà non vuole - scrive l'uomo - Vuole una
famiglia. Vuole qualcuno che stia a lungo. Io provo a ribattere, ma
nella casa in cui sto sono quasi 8 anni ÷ lui mi risponde che lo sa,
ma vogliono una famiglia".
Una
brutta storia che sta già provocando le
reazioni sdegnate di Arcigay e Pd,
ma non è il primo episodio che capita a questa coppia: "Continuo
a pensare che ognuno la propria casa la dia a chi vuole. Ma due volte
a distanza di poco lascia grande tristezza addosso. Capita in una
"zona bella" di Torino. Capita oggi 2017 - commenta amaro -
In un paese che ha (finalmente) le "Unioni Civili". Facile
dire uguaglianza? Ma poi alla messa alla prova chi affitterebbe, chi
darebbe fiducia a una coppia gay, a una coppia straniera, a una
persona di colore... Così come quaranta cinquanta anni fa non si
"fittava ai meridionali" come raccontava mio padre".
La vicenda però affonda le radici in un episodio di alcuni mesi fa: "Ci era capitato già qualche mese fa, casa bella bella in via Cibrario. La vediamo alle 19.30, ultimo appuntamento. Chiamo agenzia alle 9 del mattino per fare la proposta dopo una notte a parlarne, sognare, far conti e prender misure dei nostri mobili. L'agenzia ci dice: 'L'abbiamo affittata, abbiamo ricevuto una proposta (e io penso saranno stati aperti stanotte?!?) e voi non avete garanzie che invece l'altra coppia può garantire!' - racconta la coppia sui social - Non me l'aspettavo, ma penso possa capitare. In fondo ognuno è libero di dar casa propria a chi vuole. Però passano le settimane. Ne vediamo un po', ma nessuna che ci faccia innamorare. E poi vediamo una casa bellissima, a pochi portoni dalla casa in cui sono cresciuto, sempre in zona Cibrario. L'agenzia che la gestisce mi conosce perché è la stessa dalla quale un annetto fa abbiamo comprato la casetta per la mia mamma che non riusciva più a fare le scale della casa in cui aveva sempre abitato. Altra garanzia di serietà. Infatti l'agente quando al telefono mi riconosce è felicissima. Facciamo la proposta. Diamo le referenze, buste paghe e assegno come da richiesta. Qualche giorno di attesa e poi arriva il no".
Uno sfogo amaro che ha ricevuto centinaia di condivisioni e tante testimonianze di solidarietà, a partire da quella del presidente della Circoscrizione, Claudio Cerrato. Uno dei due ragazzi conclude amaro: "Chi mi conosce lo sa: non sono un lamentoso. E mi scuso del post lungo. Non lo scrivo con spirito di lamentela o pietà (lungi da me) ma in una dimensione di riflessione e domanda in aria. Per un po' cancello le app di ricerca di una casa. In fondo una casa ce l'abbiamo già ed è pure bella e a alla nostra casa siamo pure molto affezionati.
La vicenda però affonda le radici in un episodio di alcuni mesi fa: "Ci era capitato già qualche mese fa, casa bella bella in via Cibrario. La vediamo alle 19.30, ultimo appuntamento. Chiamo agenzia alle 9 del mattino per fare la proposta dopo una notte a parlarne, sognare, far conti e prender misure dei nostri mobili. L'agenzia ci dice: 'L'abbiamo affittata, abbiamo ricevuto una proposta (e io penso saranno stati aperti stanotte?!?) e voi non avete garanzie che invece l'altra coppia può garantire!' - racconta la coppia sui social - Non me l'aspettavo, ma penso possa capitare. In fondo ognuno è libero di dar casa propria a chi vuole. Però passano le settimane. Ne vediamo un po', ma nessuna che ci faccia innamorare. E poi vediamo una casa bellissima, a pochi portoni dalla casa in cui sono cresciuto, sempre in zona Cibrario. L'agenzia che la gestisce mi conosce perché è la stessa dalla quale un annetto fa abbiamo comprato la casetta per la mia mamma che non riusciva più a fare le scale della casa in cui aveva sempre abitato. Altra garanzia di serietà. Infatti l'agente quando al telefono mi riconosce è felicissima. Facciamo la proposta. Diamo le referenze, buste paghe e assegno come da richiesta. Qualche giorno di attesa e poi arriva il no".
Uno sfogo amaro che ha ricevuto centinaia di condivisioni e tante testimonianze di solidarietà, a partire da quella del presidente della Circoscrizione, Claudio Cerrato. Uno dei due ragazzi conclude amaro: "Chi mi conosce lo sa: non sono un lamentoso. E mi scuso del post lungo. Non lo scrivo con spirito di lamentela o pietà (lungi da me) ma in una dimensione di riflessione e domanda in aria. Per un po' cancello le app di ricerca di una casa. In fondo una casa ce l'abbiamo già ed è pure bella e a alla nostra casa siamo pure molto affezionati.
E pensare che volevamo cercare una casa più grande
proprio per essere ancora di più famiglia, per ospitare quando
volessero soprattutto pezzi di famiglia e se fosse capitato amici e
amiche a cui vogliamo bene come fratelli e sorelle. Che tristezza"