giovedì 9 marzo 2017

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA DI DOMENICA 12 MARZO

Andare sempre oltre l'apparenza

Matteo 17,1-9
(Mt 17,1-9) Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli stava ancora parlando quando una nube luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo". All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: "Alzatevi e non temete". Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti".


Un racconto epifanico
Il quadro che la pagina evangelica ci propone è una "teofania". La Bibbia è piena di racconti in cui si aprono i cieli e risuona una voce......
Per noi questi racconti sembrano pure e semplici fantasie o autosuggestioni e ci lasciano perplessi.
In realtà essi rivestono nelle Scritture del Primo e del Secondo Testamento una importanza ed una profondità eccezionali.
Proviamo a leggerli per trovarne qualche messaggio.
Il Vangelo di Matteo colloca questa "teofonia" (questo svelamento - manifestazione- rivelazione di Dio) in un momento di estremo sconcerto per il gruppo dei discepoli e delle discepole di Gesù.
Il Maestro ha parlato chiaramente, mentre sta camminando verso Gerusalemme, di un futuro difficile.....
Gesù certamente non era così ingenuo da non percepire che il suo messaggio trovava e avrebbe trovato crescente opposizione quanto più ci si avvicinava alla "città santa".
Sicuramente ne parlò con il gruppo e già Pietro fece le rimostranze (Matteo 16) tanto da sentirsi chiamare Satana dal Maestro.
Che idea potevano farsi di Gesù i suoi discepoli? Ormai non restava loro che tentare di persuaderlo di non andare a Gerusalemme, ma Gesù era deciso e non accettava di fermarsi (Matteo 16,21).
E allora? Le cose si facevano chiare e tragiche: il loro Maestro andava incontro ad una brutta fine, era un profeta sconfitto.
Avevano sognato il rinnovamento, un futuro nuovo con Gesù e ora, di fatto, si ritrovavano a seguire un perdente.
Il loro cuore era invaso dalla delusione.
"Allora anche Gesù in qualche modo ci ha ingannati..... se ora tutto fallisce. Anche le sue parole saranno dimenticate e le speranze che egli ha suscitato diventeranno semplici illusioni?"
Queste erano le normali considerazioni dei discepoli.

Là in disparte
Pietro, Giacomo e Giovanni ne parlano con Gesù.
Non era anche successo a Mosè ed Elia di incontrare resistenza e di non aver raggiunto l'obiettivo della loro missione?
Ma Dio aveva fatto rinascere e proseguire il loro cammino e il loro messaggio.
Anche loro erano stati in qualche modo dei perdenti, ma Dio aveva reso feconda la loro testimonianza.....
Lentamente la notte, il buio, la desolazione, lo sconcerto e la disperazione di Pietro, Giacomo e Giovanni sono attraversate da un raggio di luce......
Nel dialogo con Gesù, nella preghiera, nel ricordare le Scritture i loro cuori sono "toccati dalla voce del cielo".
I discepoli vedono Gesù in una luce nuova....

"Fu trasfigurato davanti a loro"Dio ha operato una svolta nei cuori dei discepoli............
Gesù non è più il perdente e la sua missione non è destinata al fallimento.
Nel cuore dei discepoli avviene una vera rivoluzione.
Il verbo greco è un aoristo passivo di metamòrfoo che può essere tradotto così: "Gesù fu trasformato oltre l'apparenza" davanti ai discepoli.
Egli aveva tutta l'apparenza, la "figura" dello sconfitto e del destinato al fallimento, ma la realtà era altra.
In Gesù Dio aveva posto la sua "benedizione", la Sua mano.
Niente di lui sarebbe finito nel nulla. La sua vita era nelle mani di Dio anche oltre la persecuzione e la morte.
Il suo messaggio non sarebbe stato dimenticato: ecco il senso del volto splendente come il sole.....
La "manifestazione" non fu dunque un fenomeno ottico. Furono gli occhi della fede a vedere in modo nuovo Gesù, come il testimone fedele di Dio.
Fu così allora ed è ancora realtà di oggi per chiunque voglia accogliere la proposta di Gesù: la sua non è una strada di successo, anzi sembra costantemente perdente.
Eppure i semi di giustizia e di amore che Gesù seminò nel piccolo "campo" della sua esistenza non sono mai morti e Dio li rende vivi e fecondi ancora oggi.
Forse oggi più che mai la testimonianza di Gesù, la sua vita e il suo messaggio, nonostante i poteri oppressivi e nonostante le storture ecclesiastiche, sono germi di speranza per il presente e per il futuro del mondo.

Trasfigurazione nel quotidianoE' inutile che lo neghiamo: siamo un pò tutti e tutte abbagliati da ciò che è grande, spettacolare, che fa bella mostra di sè, La potenza, il protagonismo, la carriera, il successo, la notorietà..... esercitano un fascino perverso.
Assumere "il punto di vista di Dio", cioè guardare in profondità e puntare all'essenziale esige una continua "trans" "figura", un continuo andare oltre l'apparenza.
Se non facciamo questa correzione, anzi questa conversione dello sguardo interiore ed esteriore, viviamo in balìa di chi dà spettacolo e un omiciattolo può governare una nazione.
Le stesse realtà così positive come la scienza, la tecnologia, lo sport...quando non sanno riconoscere i propri limiti, ci portano alle catastrofi di questi giorni. Quando vengono usate per fini di accumulo e di potere, producono guerre, inquinamento, disuguaglianze.

La "grandezza", la "crescita continua" e l'emulazione tra poteri hanno creato degli idoli.....
Guardare oltre significa lavorare ad una svolta di società che ponga al centro le persone, il bene del creato e un lascito positivo alle future generazioni.

Penso che leggiamo la Bibbia per attivare continuamente la nostra risposta all'amore di Dio, per riscoprire giorno dopo giorno la Sua compagnia reale e nascosta, per liberarci dalle "illusioni ottiche" e dagli idoli tanto presenti nella società e nelle chiese cristiane.